Rfi investirà 250 milioni di euro per raddoppiare ed elettrificare la linea, i binari fino al centro fiera
di Davide Bacca
L’addio allo shunt porta in dote il collegamento ferroviario tra Brescia e Montichiari, nuovi binari su cui sviluppare un servizio suburbano tra il capoluogo e la Bassa orientale. Un servizio ritenuto «fondamentale» per intercettare un bacino d’utenza di oltre 50mila persone, offrendo una valida alternativa all’auto. «Con questo intervento si chiude un cerchio» spiega l’assessore alla Mobilità di palazzo Loggia Federico Manzoni. Se da un lato Brescia diventerà uno snodo dell’alta velocità, dall’altro la «cura del ferro» porterà a valorizzare le linee regionali a beneficio del trasporto pubblico, con vantaggi per il traffico, l’ambiente e le tasche dei cittadini.
L’opera. Lo scorso 7 agosto il Cipe ha approvato il nuovo contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e Rfi, la società del Gruppo Ferrovie dello Stato responsabile della rete ferroviaria nazionale. Lì dentro sono previsti investimenti per circa 13,3 miliardi di euro: c’è anche l’alta velocità Brescia-Verona, con lo stralcio dello shunt e il quadruplicamento dei binari in uscita dalla città (costo 555 milioni), così come prescritto dallo stesso Cipe il 10 luglio scorso. Tra gli interventi «prioritari» per la valorizzazione delle reti regionali c’è anche la riqualificazione della Brescia-Parma, sfruttata per realizzare un servizio suburbano tra Brescia, San Zeno, Montirone e Ghedi con prolungamento fino a Montichiari. Un treno metropolitano cadenzato, una corsa ogni mezz’ora, che in 26 minuti porterà dal Centro Fiera del Garda, dove è previsto il nuovo capolinea, alla stazione di Brescia.
Interventi. Il programma di Rfi prevede 250 milioni di euro per portare a termine l’operazione. A disposizione ve ne sono già 10, utili per la progettazione, mentre il resto delle risorse sarà stanziato tra il 2020 e il 2021. Tre gli interventi previsti: il raddoppio della Brescia-San Zeno, ora a binario unico, così da superare il collo di bottiglia all’innesto con la Brescia – Cremona; l’elettrificazione della ferrovia fino a Ghedi, ora a trazione diesel; la realizzazione ex novo di un raccordo ferroviario dalla stazione di Ghedi a Montichiari, in tutto una decina di chilometri, cinque fino all’aeroporto (la fermata sarà a sud dell’ingresso), altrettanti fino al Centro fiera, così da servire non solo il polo espositivo ma arrivando fino all’ingresso del paese. «In questo modo – spiega Manzoni – si risponde a una duplice esigenza: da un lato si riqualifica una linea, la Brescia-Parma, il cui stato di degrado è sotto gli occhi di tutti. Dall’altro si serve un bacino importante, come quello di Ghedi e Montichiari, che in questi anni ha visto crescere la domanda di mobilità verso la città, arrivando a due milioni di spostamenti l’anno». Dal 1991, infatti, gli spostamenti lungo l’asse della Brescia-Parma (Remedello, Calvisano, Ghedi) sono cresciuti del 54%. Forte l’incremento anche lungo l’asse cremonese (Verolanuova, Manerbio, Bagnolo), con un più 44%. Ma il treno non ha saputo intercettare questa domanda. Anzi, sulla Brescia-Cremona i passeggeri sono calati del 7%, sulla Brescia-Parma del 30%. Ora, con il treno metropolitano, si punta a invertire la tendenza. L’intervento, inoltre, eliminerà una dozzina di passaggi a livello tra Brescia e Ghedi.
L’iter. Il parere del Cipe dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Poi il Contratto di programma arriverà in parlamento. «Sarà uno degli ultimi atti di questa legislatura – spiega Manzoni – ci auguriamo che la conclusione dell’iter approvativo sia la più sollecita possibile». In modo che poi possano partire i lavori.
Il disegno. Il treno Brescia-Montichiari (in tutto 25 km) sarà il più grande investimento sulla rete storica fatto in territorio bresciano. Un’operazione, sottolinea il consigliere delegato della Provincia Diego Peli, che si inserisce in un quadro più ampio: lo sviluppo del servizio suburbano sulle linee regionali. «Il collegamento tra Brescia e Montichiari – spiega Peli – sostituisce lo shunt: ora l’aeroporto avrà una fermata vicino all’ingresso, non a 3 km e mezzo, e la linea arriverà fino alla fiera». Sarà un servizio suburbano centrale anche per il nuovo trasporto pubblico: a Ghedi e Montichiari potranno attestarsi le corse dei bus extraurbani, in modo che in città il Tpl entri solo tramite «il ferro», o quasi. Una ricetta che partirà dalla Brescia-Iseo, dove dal 2019 partirà il servizio cadenzato (un treno ogni mezz’ora). Ma il disegno complessivo prevede treni metropolitani anche verso Rovato, Palazzolo, Verolanuova, Desenzano. Con il tassello strategico di Montichiari.
Giornale di Brescia – 11.10.2017
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