Traffico: riprendono quota i veicoli pesanti dopo il calo estivo (+12%)

13 Ottobre 2017

A settembre flessione del 7% dei veicoli totali, tranne al Nord + 3%. Tornano sulle strade Anas i veicoli pesanti dopo la pausa estiva, mentre si flette il traffico complessivo dei veicoli. Questa è la fotografia scattata dall’Osservatorio del Traffico Anas sul mese di settembre.

In particolare, l’Indice di Mobilità Rilevata (IMR)ha registrato sull’intera rete Anas un decremento del 7% rispetto al mese di agosto 2017 (in controtendenza al nord si rileva un aumento del 3%) e del 2% rispetto a settembre 2016.
Spicca in positivo il segmento dei veicoli pesanti rispetto al mese precedente, che aveva registrato un calo su tutta la penisola e soprattutto nell’area settentrionale a causa delle ferie estive: l’aumento sulla rete a settembre è infatti del 12%, con un picco del 20% al Nord, seguita dal Centro con il 14%, in Sicilia con l’8%, al Sud con il 7% e in Sardegna con il 3%. Il confronto con settembre 2016 registra invece un calo fisiologico del 4% che segue un periodo di costante aumento verificatosi negli ultimi due anni.

Il Grande Raccordo Anulare di Roma si conferma l’arteria più trafficata della rete Anas: lo scorso venerdì 8 settembre è stato il giorno più trafficato con il passaggio di 166.595 veicoli, seguita dalla Tangenziale di Bari sulla strada statale 16 “Adriatica” venerdì 1° settembre con 125.281, mentre nel segmento dei veicoli pesanti il massimo volume giornaliero è stato registrato a Trieste sull’RA13 “A4 Padriciano” giovedì 28 settembre con 8.723 passaggi.

Trasporti-Italia.com – 13.10.2017

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Atlantia, la Commissione Ue approva l’offerta su Abertis. Ok anche dal Cile

L’operazione avviene tra due imprese leader ma la Commissione ha concluso che nei mercati pertinenti il soggetto risultante dalla concentrazione continuerà a essere esposto ad un’effettiva concorrenza.

La Commissione europea ha autorizzato, ai sensi del regolamento sulle concentrazioni, la proposta di acquisizione di Abertis da parte di Atlantia; entrambe le imprese sono imprese leader del settore della gestione delle reti stradali a pedaggio e delle relative infrastrutture. Ma la Commissione ha concluso che nei mercati pertinenti il soggetto risultante dalla concentrazione continuerà a essere esposto ad un’effettiva concorrenza.

La commissaria Margrethe Vestager, responsabile della politica della concorrenza, ha dichiarato: “Insieme, Atlantia e Abertis diventerebbero il principale gestore di autostrade a pedaggio, non solo d’Europa, ma del mondo. Possiamo approvare l’operazione poiché l’analisi che abbiamo condotto alla luce delle norme UE sul controllo delle concentrazioni ha concluso che i mercati europei delle concessioni autostradali rimarranno comunque competitivi”.

La Commissione ha esaminato l’impatto dell’operazione proposta sui mercati dove si sovrappongono le attività di Atlantia e di Abertis, in particolare quelli: della gestione delle concessioni relative alle autostrade a pagamento;della fornitura di servizi elettronici relativi al pedaggio, settore nel quale il sistema Telepass di Atlantia è una realtà molto significativa e della fornitura di attrezzature e servizi per sistemi di trasporto intelligenti.

La Commissione ha concluso che “l’operazione proposta non avrebbe sollevato problemi di concorrenza su tali mercati, grazie alla presenza di altri concorrenti significativi, all’estensione limitata delle sovrapposizioni geografiche tra le reti autostradali gestite da Atlantia e quelle gestite da Abertis e al fatto che il mercato delle concessioni relative alle autostrade a pedaggio è un mercato basato sulle offerte rigorosamente regolamentato”.

E via libera all’opa di Atlantia è arrivato ieri anche dall’Antitrust cilena. Atlantia rende noto che oltre alla Commissione Europea anche l’Autorita’ Antitrust cilena (‘Fiscalia Nacional Economica’) ha deciso di autorizzare l’operazione di concentrazione risultante dall’esecuzione e dalla liquidazione dell’offerta, senza che l’efficacia di dette autorizzazioni risulti subordinata al soddisfacimento di qualsiasi altra condizione da parte di Atlantia.

Come indicato nel prospetto dell’offerta, ricorda la nota, l’operazione di concentrazione risultante dall’esecuzione e dalla liquidazione dell’offerta era soggetta all’ottenimento delle autorizzazioni della Commissione Europea e dalla Fiscalia Nacional Economica, condizioni che sono state soddisfatte.

L’offerta, pertanto, resta condizionata esclusivamente alla verifica del soddisfacimento delle condizioni di adesione alla parziale alternativa in Azioni e delle condizioni generali di adesione minima descritte nel prospetto.

La Tribuna di Treviso – 13.10.2017

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Atlantia esce dall’aeroporto di Venezia: ceduto il 22% di Save

I Benetton decidono nell’ultimo giorno utile di aderire all’opa e escono lasciando il pacchetto ad Agorà controllata da Enrico Marchi e i fondi Deutsche e Infravia. Ora il delisting è possibile

Atlantia cede la propria partecipazione in Save nell’ambito dell’OPA da promossa Agorà Investimenti.

Il Consiglio di Amministrazione del gestore autostradale ha infatti deliberato di aderire all’offerta pubblica di acquisto obbligatoria per l’intera quota del 22,1% detenuta nel capitale dell’azienda che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso. La decisione avviene nell’ultimo giorno utile. Stasera si chiude l’opa totalitaria.

Avendo aderito all’offerta, Atlantia ritira la propria lista di candidati per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Save che aveva presentato poche settimane fa.

Al netto di Atlantia, nell’ambito dell’Offerta Pubblica di Acquisto (Opa) promossa da Agorà Investimenti, società che fa capo a Finint, sul 39,32% del capitale di Save sono state presentate fino a ieri adesioni 6.062.726 adesioni, pari al 27,85% circa dei titoli oggetto di offerta. Partita il 18 settembre, l’Opa totalitaria sull’azienda che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, è finalizzata al delisting del titolo. L’offerta si concluderà oggi 13 ottobre, mentre il prezzo è pari a 21 euro per azione, cui il titolo si è già allineato da tempo.

All’offerta ha già aderito il Comune di Treviso conferendo il suo 2,21%, città metropolitana di Venezia e Fondazione di Venezia che ha ceduto la sua quota pari all’1,53 per cento.

La Nuova di Venezia/Nordest Economia – 13.10.2017

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I porti di Venezia, Trieste e Koper hanno avviato un progetto europeo nel settore della sicurezza portuale

12 Ottobre 2017

Stanziato un co-finanziamento al 100% pari a 1,3 milioni di euro

Si è tenuto oggi a Trieste presso la Torre del Lloyd, sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, l’incontro di lancio del progetto europeo SECNET “Cooperazione istituzionale transfrontaliera per il rafforzamento della security portuale”, co-finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia, che ha visto vincitori i porti dell’Alto Adriatico di Venezia, Trieste (capofila) e Koper con l’obiettivo migliorare la cooperazione transfrontaliera nel settore della sicurezza portuale, un tema particolarmente rilevante visto il forte impatto sulla protezione degli scali (legata alla forte instabilità geopolitica e i rischi di attentati terroristici) e sulla competitività dei tre porti.

Il progetto SECNET, che avrà una durata di 18 mesi, ha stanziato un co-finanziamento al 100% pari a 1,3 milioni di euro (di cui 250mila per il solo porto di Venezia) con l’obiettivo di rafforzare la capacità istituzionale e la governance transfrontaliera nella security portuale. L’iniziativa sarà portata avanti dai porti di Venezia (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale), Trieste (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale) e Capodistria (Luka Koper) con la collaborazione dell’Università degli Studi di Trieste e del segretariato esecutivo dell’Iniziativa Centroeuropea (INCE).

Spesso le misure aggiuntive e non coordinate di security si traducono in una più lenta movimentazione della merce e quindi in una minore attrattività dei porti, a discapito dello sviluppo economico dei territori. SECNET accrescerà le competenza dei porti in questo specifico settore con l’ausilio di innovativi sistemi informatici e fornendo competenze tecniche e specialistiche comuni a livello transfrontaliero.

«La sfida di oggi nel settore marittimo – ha sottolineato presidente dell’AdSP del Mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, aprendo la riunione – è garantire al massimo livello gli standard di sicurezza per persone, merci e strutture portuali, individuando nuove politiche che non incidano sull’operatività dello scalo e sulla catena logistica a terra». «La cooperazione in ambito transfrontaliero su un tema così cruciale – ha aggiunto – è una sfida importante che potrà dare ottimi frutti. SECNET ci sta particolarmente a cuore per altri due motivi: rappresenta il primo progetto in cui Trieste diventa capofila di partenariato ed è un forte segnale di collaborazione anche nell’ambito del NAPA».

Spetterà ai tre porti partner del progetto sperimentare un piano d’azione congiunto che mira a potenziare la difesa delle reti informatiche (cyber security) e la difesa delle aree portuali dall’accesso di soggetti non autorizzati. Nel concreto il progetto prevede un check-up completo delle architetture di rete per valutare i possibili rischi, l’adeguamento informatico dei sistemi di controllo per l’accesso in porto ma anche l’acquisto di sistemi di videosorveglianza all’avanguardia.

Riferendosi al tema del progetto, il presidente del porto di Venezia, Pino Musolino, ha ricordato che recentemente l’ente portuale veneziano ha avuto una visita d’ispezione del dipartimento security della Commissione Europea. «L’esito – ha sottolineato Musolino – è stato più che positivo tanto che i membri del gruppo ispettivo proporranno a Bruxelles che alcune procedure già in uso nei terminal del porto di Venezia vengano adottate come buone pratiche anche da altri scali europei. Da questa esperienza – ha aggiunto – abbiamo imparato molto e metteremo la nostra expertise a disposizione prima degli altri porti adriatici e poi di quelli europei. Il progetto SECNET, inoltre, ci darà l’opportunità di implementare nuove tecnologie per essere all’avanguardia anche nell’affrontare possibili cyber attacchi. Assieme agli altri porti, sulla scorta dei risultati del progetto SECNET e nel ritrovato spirito dell’associazione NAPA, sigleremo un protocollo congiunto per l’attuazione della strategia transfrontaliera per la security portuale. Potremo così armonizzare le politiche in questo settore in tutto l’Alto Adriatico, limitare al massimo le lungaggini burocratiche e garantire al contempo la massima sicurezza dei nostri porti».

InforMare – 12.10.2017

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L’addio allo shunt porta il treno per Montichiari: ecco il progetto

11 Ottobre 2017

Rfi investirà 250 milioni di euro per raddoppiare ed elettrificare la linea, i binari fino al centro fiera

di Davide Bacca

L’addio allo shunt porta in dote il collegamento ferroviario tra Brescia e Montichiari, nuovi binari su cui sviluppare un servizio suburbano tra il capoluogo e la Bassa orientale. Un servizio ritenuto «fondamentale» per intercettare un bacino d’utenza di oltre 50mila persone, offrendo una valida alternativa all’auto. «Con questo intervento si chiude un cerchio» spiega l’assessore alla Mobilità di palazzo Loggia Federico Manzoni. Se da un lato Brescia diventerà uno snodo dell’alta velocità, dall’altro la «cura del ferro» porterà a valorizzare le linee regionali a beneficio del trasporto pubblico, con vantaggi per il traffico, l’ambiente e le tasche dei cittadini.

L’opera. Lo scorso 7 agosto il Cipe ha approvato il nuovo contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e Rfi, la società del Gruppo Ferrovie dello Stato responsabile della rete ferroviaria nazionale. Lì dentro sono previsti investimenti per circa 13,3 miliardi di euro: c’è anche l’alta velocità Brescia-Verona, con lo stralcio dello shunt e il quadruplicamento dei binari in uscita dalla città (costo 555 milioni), così come prescritto dallo stesso Cipe il 10 luglio scorso. Tra gli interventi «prioritari» per la valorizzazione delle reti regionali c’è anche la riqualificazione della Brescia-Parma, sfruttata per realizzare un servizio suburbano tra Brescia, San Zeno, Montirone e Ghedi con prolungamento fino a Montichiari. Un treno metropolitano cadenzato, una corsa ogni mezz’ora, che in 26 minuti porterà dal Centro Fiera del Garda, dove è previsto il nuovo capolinea, alla stazione di Brescia.

Interventi. Il programma di Rfi prevede 250 milioni di euro per portare a termine l’operazione. A disposizione ve ne sono già 10, utili per la progettazione, mentre il resto delle risorse sarà stanziato tra il 2020 e il 2021. Tre gli interventi previsti: il raddoppio della Brescia-San Zeno, ora a binario unico, così da superare il collo di bottiglia all’innesto con la Brescia – Cremona; l’elettrificazione della ferrovia fino a Ghedi, ora a trazione diesel; la realizzazione ex novo di un raccordo ferroviario dalla stazione di Ghedi a Montichiari, in tutto una decina di chilometri, cinque fino all’aeroporto (la fermata sarà a sud dell’ingresso), altrettanti fino al Centro fiera, così da servire non solo il polo espositivo ma arrivando fino all’ingresso del paese. «In questo modo – spiega Manzoni – si risponde a una duplice esigenza: da un lato si riqualifica una linea, la Brescia-Parma, il cui stato di degrado è sotto gli occhi di tutti. Dall’altro si serve un bacino importante, come quello di Ghedi e Montichiari, che in questi anni ha visto crescere la domanda di mobilità verso la città, arrivando a due milioni di spostamenti l’anno». Dal 1991, infatti, gli spostamenti lungo l’asse della Brescia-Parma (Remedello, Calvisano, Ghedi) sono cresciuti del 54%. Forte l’incremento anche lungo l’asse cremonese (Verolanuova, Manerbio, Bagnolo), con un più 44%. Ma il treno non ha saputo intercettare questa domanda. Anzi, sulla Brescia-Cremona i passeggeri sono calati del 7%, sulla Brescia-Parma del 30%. Ora, con il treno metropolitano, si punta a invertire la tendenza. L’intervento, inoltre, eliminerà una dozzina di passaggi a livello tra Brescia e Ghedi.

L’iter. Il parere del Cipe dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Poi il Contratto di programma arriverà in parlamento. «Sarà uno degli ultimi atti di questa legislatura – spiega Manzoni – ci auguriamo che la conclusione dell’iter approvativo sia la più sollecita possibile». In modo che poi possano partire i lavori.

Il disegno. Il treno Brescia-Montichiari (in tutto 25 km) sarà il più grande investimento sulla rete storica fatto in territorio bresciano. Un’operazione, sottolinea il consigliere delegato della Provincia Diego Peli, che si inserisce in un quadro più ampio: lo sviluppo del servizio suburbano sulle linee regionali. «Il collegamento tra Brescia e Montichiari – spiega Peli – sostituisce lo shunt: ora l’aeroporto avrà una fermata vicino all’ingresso, non a 3 km e mezzo, e la linea arriverà fino alla fiera». Sarà un servizio suburbano centrale anche per il nuovo trasporto pubblico: a Ghedi e Montichiari potranno attestarsi le corse dei bus extraurbani, in modo che in città il Tpl entri solo tramite «il ferro», o quasi. Una ricetta che partirà dalla Brescia-Iseo, dove dal 2019 partirà il servizio cadenzato (un treno ogni mezz’ora). Ma il disegno complessivo prevede treni metropolitani anche verso Rovato, Palazzolo, Verolanuova, Desenzano. Con il tassello strategico di Montichiari.

Giornale di Brescia – 11.10.2017

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Interscambio su del 19% fra Italia e Slovenia

Nel primo semestre del 2017 l’interscambio economico tra Slovenia e Italia è aumentato del 19%, a 3,5 miliardi di euro. Sono cresciuti gli investimenti italiani diretti in Slovenia, oggi pari a poco più di un miliardo di euro. E Lubiana con Roma condivide «molte sfide in comune», in testa quella per stabilizzare a lungo termine i Balcani e per rafforzare le istituzioni Ue.

I dati sono stati forniti ieri a Brdo, dove il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha copresieduto i lavori della sessione plenaria del Comitato dei ministri di Italia e Slovenia, iniziativa che quest’anno celebra il suo venticinquennale e che rimane un foro privilegiato per discutere, sulla direttrice tra Roma e Lubiana, di politica estera, economia, infrastrutture. L’Italia è il secondo partner economico della Slovenia, e oggi si vuole rafforzare la dimensione istituzionale di questa relazione. Alfano ha annunciato uno sforzo istituzionale per una «maggiore crescita», e in questo senso sarà organizzato in Italia un forum economico per promuovere ulteriormente le due economie.

Molti, al di là della sessione plenaria, i temi di cui si è discusso. In prima fila quello di infrastrutture e trasporti. Le infrastrutture sono state all’ordine del giorno in particolare tra il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini e il ministro delle Infrastrutture sloveno, Peter Gaspersic. Come spiegato in una nota del ministero dei Trasporti italiano, Nencini ha garantito in particolare «l’impegno italiano nell’attuazione delle misure volte ad adeguare, modernizzare e potenziare la linea transfrontaliera di trasporto merci Trieste-Divaccia». Per quanto riguarda la parte italiana, secondo fonti informate sul progetto, si tratta di una sorta di “upgrading” della linea esistente e della sua modernizzazione sul fronte tecnologico. Il «potenziamento della linea esistente è coerente con la strategia di revisione dei progetti infrastrutturali attuata dal ministero attraverso il documento nazionale “Connettere l’Italia”», ha illustrato il dicastero. Ma non c’è solo la Trieste-Divaccia. I tecnici di Roma stanno infatti lavorando anche allo studio di fattibilità per il collegamento su rotaia tra Venezia e Lubiana, essenziale per aumentare i flussi turistici e a miglioramenti tecnici del collegamento su ferro Gorizia-Nova Gorica.

Se il viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova ha sottolineato come «molte aziende italiane già presenti in Slovenia» sono interessate a effettuare ulteriori investimenti», la sottosegretaria all’Istruzione Angela D’Onghia ha annotato la richiesta dell’Italia alla Slovenia «di sostenere in sede europea la richiesta di moltiplicare in modo significativo gli stanziamenti Erasmus+», il programma di mobilità studentesca, «favorendo l’estensione del programma anche agli studenti delle scuole superiori».

Sul piano più politico, Alfano ha parlato anche della minoranza italiana, parlando di «rapporto eccellente» confermatogli dai rappresentanti delle associazioni «con autorità governative e col popolo sloveno», assicurando «reciprocità». Da parte sua, Erjavec si è congratulato con l’Italia «per la gestione delle problematiche» relative alla crisi migratoria. Nell’occasione Erjavec ha ribadito anche la posizione «negativa» di Lubiana in merito al «progetto del rigassificatore di Zaule».

Il Piccolo – 11.10.2017

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Porti: Delrio, vicini alla meta della Riforma del settore

“Da parte del Governo c’è la massima apertura ad apportare integrazioni al decreto sulle autorità portuali, ma ci sembra ormai vicina la meta”. E’ quanto dichiarato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ai senatori della commissione Lavori Pubblici del Senato nel corso di un’audizione sul tema.
Delrio ha fatto presente che il settore, dopo aver subito una crisi negli anni precedenti, ora invece sta vivendo una ripresa significativa, come dimostrato anche dal Salone di Genova. Il responsabile del dicastero dei trasporti ha ricordato come la nautica svolga un ruolo “importante sia per l’industria che per il turismo”.

Riguardo al decreto correttivo sui porti ha spiegato “siamo alla fase conclusiva della riforma portuale, punto di forza delle riforme del Governo, e abbiamo bisogno di qualche correttivo: c’e’ necessità di affinare alcuni argomenti, come ulteriore tassello utile alla riorganizzazione portuale”. Si punta, ha aggiunto , ad un ruolo dell’Italia come “grande molo del Mediterraneo”.
E le misure in questione mirano a dare più “efficienza, sviluppo economico e occupazione”. Riguardo allo schema di decreto per la revisione ed integrazione del codice della nautica da diporto, Delrio ha ricordato la necessità di tutelare molteplici interessi pubblici generali.

Sull’imminente scadenza della delega Delrio ha affermato che è necessario un confronto ampio, costruttivo ma soprattutto risolutivo. “Lo schema di decreto è teso a perseguire obiettivi di semplificazione amministrativa – ha insistito il ministro – nelle sue diverse espressioni. Il provvedimento, inoltre, mira anche a favorire il riconoscimento della possibilità di ampliare l’ambito di utilizzo delle unità da diporto, valorizzando, in maniera crescente, la destinazione agli scopi commerciali, in linea con le previsioni vigenti che hanno già introdotto la categoria del ‘diporto commerciale’.

Delrio ha poi fatto presente che “ci si pone nell’ottica di favorire il potenziamento degli strumenti di tutela di essenziali interessi pubblici generali quali la protezione dell’ambiente marino, la sicurezza della navigazione e la salvaguardia della vita umana in mare, stimolare la promozione tra le nuove generazioni della cultura del mare e dell’educazione marinara, incentivando anche l’inclusione di persone diversamente abili”.

Trasporti-Italia.com – 11.10.2017

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Atlantia trova supporter per l’opa su Abertis

I fondi gestiti da TCI Fund Management, che complessivamente detengono un quota del 2,7% di Abertis, hanno deciso di sostenere l’Opas di Atlantia, partita ieri e che terminerà il 24 ottobre.

I fondi gestiti da TCI Fund Management, che complessivamente detengono un quota del 2,7% di Abertis, hanno deciso di sostenere l’Opas di Atlantia, partita ieri e che terminerà il 24 ottobre.

Secondo fonti di mercato inoltre ci sono buone possibilità che l’operazione ottenga l’approvazione della Commissione europea, attesa entro il 13 ottobre. Nel frattempo, Abertis ha confermato le voci di stampa che parlavano di una manifestazione d’interesse di Red Electrica per la controllata Hispasat, società partecipata al 90% che gestisce la comunicazione satellitare, un settore strategico per il governo spagnolo. Abertis ha precisato che si tratta per ora di una proposta non vincolante, ma questa offerta potrebbe cambiare le carte in tavola e comportare un nuovo intervento della Cnmv, la Consob spagnola, che potrebbe richiedere nuovi chiarimenti rispetto all’Opas. Secondo gli esperti però l’offerta di Red Electrica per i satelliti non farà che spianare la strada ad Atlantia, alleviando le tensioni in corso con Madrid. Resta però sullo sfondo il rischio di una possibile controfferta da parte del gruppo di costruzioni spagnolo Acs (deadline 19 ottobre).

In tal caso Atlantia sarebbe costretta a rilanciare l’offerta messa sul piatto di 16,50 euro per ogni azione Abertis.

La Tribuna di Treviso – 11.10.2017

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Ad agosto il traffico delle merci nel porto di Trieste è aumentato del +12,6%

9 Ottobre 2017

Nei primi otto mesi del 2017 la crescita è stata del +2,8%

Lo scorso agosto il porto di Trieste ha movimentato 5,2 milioni di tonnellate di merci, con una crescita del +12,6% rispetto a 4,6 milioni di tonnellate nell’agosto 2016. L’incremento è stato generato da un rialzo del traffico registrato in tutti i principali segmenti merceologici. Nel settore delle merci varie sono state movimentate 1,3 milioni di tonnellate (+19,0%), di cui 637 mila tonnellate di merci containerizzate (+40,9%), 641 mila tonnellate di rotabili (+2,4%) e 62 mila tonnellate di altre merci varie (+27,8%). Nel comparto delle rinfuse liquide il totale è stato di 3,7 milioni di tonnellate (+9,9%), di cui 3,6 milioni di tonnellate di petrolio grezzo (+9,2%), 111 mila tonnellate di prodotti petroliferi raffinati (+44,9%) e 5 mila tonnellate di altre rinfuse liquide (-37,3%). Le rinfuse solide sono state 135 mila (+31,2%), di cui 98 mila tonnellate di prodotti metallurgici (+100,0%), 28 mila tonnellate di carbone e lignite (+100,0%), 6 mila tonnellate di minerali, cemento e calce (-93,3%) e 2 mila tonnellate di altre rinfuse secche (-12,4%).
In aumento anche il traffico dei crocieristi che è stato di 18 mila persone (+7,1%), mentre i passeggeri dei traghetti e delle linee marittime locali sono diminuiti del -63,7% scendendo a 4 mila unità.
Nei primi otto mesi del 2017 il porto ha movimentato complessivamente 40,3 milioni di tonnellate di merci, con una progressione del +2,8% sul periodo gennaio-agosto dello scorso anno. Le merci allo sbarco sono ammontate a 34,7 milioni di tonnellate (+1,8%) e quelle all’imbarco a 5,5 milioni di tonnellate (+9,8%). Globalmente le merci varie si sono attestate a 10,9 milioni di tonnellate (+12,7%), di cui 4,6 milioni di tonnellate di merci in container (+27,2%) realizzate con una movimentazione di contenitori pari a 402.899 teu (+22,0%), 5,8 milioni di tonnellate di rotabili (+3,9%) e 465 mila tonnellate di altre merci varie (+5,5%). Il volume totale delle rinfuse liquide è stato pari a 28,3 milioni di tonnellate (+0,7%), 27,6 milioni di tonnellate di petrolio grezzo (0%), 588 mila tonnellate di prodotti petroliferi raffinati (+31,4%), 34 mila tonnellate di prodotti chimici (-19,9%) e 149 mila tonnellate di altre rinfuse liquide. Il traffico delle rinfuse solide è risultato complessivamente in calo del -24,2% essendo stato pari a 1,0 milioni di tonnellate, di cui 393 mila tonnellate di minerali, cemento e calce (-32,9%), 266 mila tonnellate di carbone e lignite (-31,2%), 211 mila tonnellate di prodotti metallurgici (-1,6%), 110 mila tonnellate di cereali (-11,8%) e 32 mila tonnellate di altre rinfuse solide (+33,5%).
Nei primi otto mesi di quest’anno i crocieristi sono stati 67 mila (-19,3%), di cui 23 mila come home port (-45,5%) e 44 mila in transito (+7,9%), e i passeggeri dei traghetti e servizi locali 16 mila (-64,7%).

InforMare – 09.10.2017

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Sì all’opa Atlantia su Abertis dalla Cnmw spagnola

La Consob di Madrid ha autorizzato stamani l’offerta lanciata dai Benetton di Atlantia al colosso delle infrastrutture Abertis il 15 giugno scorso a 16,50 euro ad azione

La Cnmv, la commissione spagnola che vigila sulla Borsa, ha dato il via libera all’opa lanciata dall’italiana Atlantia su Abertis. Lo comunica la stessa Consob spagnola in una nota. Intanto Atlantia ha allungato il passo a Piazza Affari. I titoli, poco mossi in mattinata, salgono ora dello 0,6%.

L’offerta di Atlantia è stata presentata il 15 giugno 2017 per un valore complessivo di 16 miliardi.

La holding controllata dalla famiglia Benetton punta al 100% del gruppo catalano offrendo 16,5 euro per azione o, in parziale alternativa, lo scambio di 0,697 azioni per ogni azione Abertis. L’obiettivo è concludere entro fine anno.

La Tribuna di Treviso/Nordest Economia – 09.10.2017

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