Trenitalia: puntualità al 90,7% e regolarità al 98,9% sui treni regionali

6 Settembre 2017

Ferrovie dello Stato ha reso noti i dati relativi alla puntalità dei treni nei primo otto mesi del 2017. Risultano essere stati puntuali quasi 91 treni su cento, una corsa cancellata ogni cento programmate e soltanto 4 su 1000 per dirette responsabilità di Trenitalia.

La mobilità regionale gestita in tutt’Italia dalla società di trasporto ferroviario del Gruppo FS fa registrare dati in crescita delle performance industriali registrate negli ultimi due anni. Miglioramento che sembra essere percepito anche dai clienti stando ai risultati delle ultime indagini demoscopiche sulla loro soddisfazioneche, a luglio, ha toccato l’84,5% di soddisfatti del viaggio nel suo complesso (+4.6%, rispetto allo stesso periodo del 2016) e l’82,2% nel valore cumulato dei primi mesi dell’anno. Con un aumento del +10,3% rispetto ai risultati del 2014.

I primi otto mesi del 2017 vedono la puntualità reale (arrivo entro i 5 minuti dall’orario previsto) dei treni regionali attestarsi al 90,7% e l’indice di regolarità (corse effettuate rispetto alle programmate) al 98,9%. Valori che, considerando le sole cancellazioni (0,4%) e ritardi (2,8%) imputabili direttamente a Trenitalia salgono al 97,2% di puntualità e al 99,6% di regolarità. Anche le avarie che determinano stop tecnici alle corse si sono ridotte a 20,7 ogni milione di km percorsi, dimezzando i valori del 2014 (41,6 ogni milione di km).

Confrontando l’identico periodo degli anni precedenti la puntualità cresce di 4 punti percentuali rispetto 2014, di 1,2 p.p. vs 2015 ed è in linea con quella del 2016, la puntualità realizzata dall’impresa ferroviaria , quella che recepisce i soli ritardi imputabili a Trenitalia, migliora di 4 punti percentuali rispetto al 2014, 1,8 sul 2015 e 0,5 sul 2016. Analoghe performance per la regolarità del servizio con un dimezzamento delle cancellazioni rispetto al 2014.

Il bilancio di Trenitalia Regionale dei primi due quadrimestri del 2017 riguarda una mole complessiva di servizi che assomma a 1.380.378 corse, per 103.282.715 km percorsi complessivamente e 294.721.040 passeggeri trasportati.

In fatto di puntualità reale, i treni regionali più virtuosi sono quelli di Bolzano (95,1%), Friuli Venezia Giulia (95%), Trento (94%), Abruzzo (93,7%), Veneto (93,2%), Marche (92,8%), Lazio(92%). I miglioramenti più consistenti rispetto all’anno precedente si sono registrati in Val d’Aosta (+4,8%), Basilicata (+2,1%), Lazio (+1,5%), Bolzano (+1,1%), Liguria (+0,9%), Abruzzo (+0,6%).

Trasporti-Italia.com – 06.09.2017

©  Riproduzione riservata

Ritrovano slancio i traffici marittimi in Italia. I numeri

5 Settembre 2017

Ritrovano slancio i traffici marittimi in Italia nel primo semestre del 2017, con l’eccezione di quelli legati alle rinfuse solide. E il trend delle merci trasportate via mare è in linea con un quadro generale di crescita anche delle altre modalità: strada, ferrovia e aereo. A evidenziare la situazione è Confetra, il cui ufficio studi ha raccolto i dati relativi al periodo gennaio-giugno di quest’anno. Nel periodo, i principali porti italiani hanno registrato un aumento del traffico container pari a +5,4%. In particolare salgono gli scali dell’arco ligure, con Genova che segna, quanto a numero di teu (misura pari a un contenitore da 20 piedi), +7,1% e La Spezia che segna +6,4%. Sempre nel Tirreno, cala Livorno (-4,8%) mentre crescono Napoli (+5,2%) e Salerno (+10,3%). Sul versante Adriatico cresce in particolare Trieste (+22,6%), mentre Venezia resta ferma e Ravenna perde il 2,2%.

Il Sole 24 Ore/Infodata – 05.09.2017

© Riproduzione riservata

Alta Velocità, ora le Ferrovie accelerano sugli espropri

Incontro chiesto da Rfi. Sarà anche realizzato nuovo ponte sull’Adige L’obiettivo è terminare i lavori con dieci anni di anticipo, nel 2026

di Enrico Giardini

Si stringe sugli espropri di case e terreni. Sprint per il progetto dei treni superveloci Tav sulla linea del Brennero, nel tratto Pescantina-Parona-San Massimo e fino alla stazione di Porta Nuova. Nel territorio comunale di Verona sono sei chilometri e 300 metri. Rete ferroviaria italiana accelera per il quadruplicamento della linea – due binari per l’alta velocità-alta capacità, due per i treni normali, il tutto sia per passeggeri che per merci – nel cosiddetto “nodo di Verona”. Con tratti interrati, in galleria, nella zona dell’aeroporto di Boscomantico. Si prevede anche un nuovo ponte sull’Adige, tra la località Nassar, in Comune di San Pietro in Cariano, e Settimo di Pescantina.

È QUANTO HANNO comunicato, in municipio, tecnici di Rfi all’assessore a urbanistica, edilizia privata e ambiente, Ilaria Segala. L’obiettivo della società è concludere i lavori con 10 anni di anticipo rispetto a quanto previsto, cioè nel 2026 rispetto al 2036. Rfi chiede così di rivedere la progettazione, puntando a una maggiore rapidità nei cantieri. Un piano unico, per le due linee, la storica e quella Tav. Certo, siamo nel 2017 e sentir parlare di 2026 invece che di 2036 potrebbe non suscitare particolari entusiasmi, nei sostenitori della nuova infrastruttura. Invece, considerandone l’entità, anticipare un fine-opera di un decennio significa davvero voler andare più rapidi.

LA MODIFICA principale al progetto riguarda la cantierizzazione, che Rfi intende anticipare, in particolare in relazione agli espropri di abitazioni e terreni privati situati lungo la futura linea Tav da costruire, in affiancamento a quella storica. Come riferisce la Segala dopo l’incontro con Rfi, sono 30 i fabbricati da abbattere – per totali 55 unità abitative tra San Massimo-corso Milano e Chievo La Sorte – su 160mila metri quadrati. È una questione complessa, a cui si aggiunge la necessità di individuare zone alternative per fare in modo che gli espropriati possano avere una nuova area in cui trovare o far costruire un’abitazione. «In queste zone che verranno toccate dal passaggio delle nuove linee Tav, affiancate a quelle storiche, ci vorrà una particolare attenzione per chi verrà espropriato», dice la Segala. «C’è chi vive in condominio, chi ha una villa con piscina, chi altre tipologie di residenze». Perciò il Comune intende avere disponibile un piano degli espropri, con tutti i nominativi degli interessati – e il comitato di residenti Tac C1 ha chiesto e ottenuto che il Comune si faccia carico delle loro situazioni – da presentare a Rfi in una nuova riunione, in municipio, il 16 ottobre. Rfi, spiega l’assessore, «intende procedere in un unico cantiere con l’interramento della linea storica e la costruzione della linea Tav. Sottolineo che, dal punto di vista urbanistico, avere tratti in galleria significa ricucire con i quartieri adiacenti e avere nuovi spazi per creare piste ciclopedonali».

PARTICOLARE attenzione – fa notare la Segala, andrà posta ad alcune zone lungo il tracciato, tra cui soprattutto in prossimità del cavalcavia ferroviario in corso Milano, lato Croce Bianca, da allargare per fare posto alla linea Tav. «Qui», precisa l’assessore, «si dovrà valutare bene l’aspetto viabilistico, durante i cantieri». E poi ci sarà il nuovo ponte, come previsto dal tracciato di indirizzo allegato al protocollo d’intesa sottoscritto nel 2013, tra Comune e Rete ferroviaria italiana.

IL PROGETTO preliminare della linea Tav tra Verona e Pescantina è pronto, dunque – e c’è già il via libera al primo lotto di lavori della Brescia-Verona – mentre è più avanzato l’iter nel tratto a est della città, a San Michele, vicino a Villa Buri. La Regione ha dato l via libera al progetto e il Cipe al finanziamento. «Noi puntiamo però a trattare con Rfi anche il tema dell’ex Scalo Merci di Santa Lucia, la cui riqualificazione per la nostra Amministrazione è un punto fondamentale». Si parla di un «Central Park», con annessi spazi per sport e piste ciclabili. Ora, però, corsa contro il tempo per il piano degli espropri.

L’Arena – 05.09.2017

© Riproduzione riservata

Porto di Trieste: l’infrastruttura ferroviaria alla base del flusso merci

di Andrea Coen Tirelli

Una delegazione dell’Autorità nazionale per la regolamentazione dei Trasporti (Art), guidata dal suo presidente Andrea Camanzi, ha visitato ieri le aree del porto di Trieste di specifico interesse ferroviario, tra le quali il terminal contenitori e lo snodo di Campo Marzio. A riceverli al Molo VII di Trieste è stata la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani insieme al presidente dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale Zeno D’Agostino.

“La visita al porto di Trieste dell’Autorità per la regolamentazione dei Trasporti è un segnale importante perché l’Autorità ha potuto toccare con mano la realtà di uno scalo che ha anticipato azioni e accordi sull’implementazione dell’infrastrutturazione ferroviaria le quali costituiscono una buona prassi a livello nazionale” ha dichiarato Debora Serracchiani.

Camanzi ha avuto modo di osservare da vicino le caratteristiche delle ramificazioni ferroviarie dello scalo, assistendo all’arrivo al Molo VII  di uno dei 44 treni che ogni settimana transitano per quel terminale. Lo scalo triestino ambisce, nel suo complesso, a raggiungere nel 2018 un flusso ferroviario di poco inferiore agli 800mila teu equivalenti. Nel corso dell’ultimo biennio a Trieste sono stati messi in atto alcuni interventi migliorativi tra cui l’introduzione da gennaio 2016 della manovra unica, che ha permesso un significativa riduzione dei tempi di transito delle merci e dei costi, la manutenzione di buona parte dei 9 chilometri di binari al Porto franco nuovo, la revisione generale dei locomotori di manovra, l’apertura del varco 4 ferroviario al porto nuovo e l’introduzione, nello stesso porto nuovo, dell’orario continuato di manovra h 24.

Il tema del traffico su ferro negli scali è di particolare l’interesse per Art in vista dei prossimi impegni sul tema della regolazione ferroviaria dei porti, fa sapere la presidente Serracchiani che ha ringraziato per la visita l’Autorità. Tra i compiti più importanti di Art vi è, oltre alla definizione di criteri per fissazione di tariffe, canoni e pedaggi, quello di garantire l’efficienza produttiva delle gestioni e il contenimento dei costi per gli utenti, le imprese e i consumatori e condizioni di accesso eque alle infrastrutture e alla mobilità dei passeggeri e delle merci.

Trasporti-Italia.com – 05.09.2017

© Riproduzione riservata

Ferrovia, schiaffo dalla Regione

3 Settembre 2017

di Alberto Comisso

No all’elettrificazione della linea ferroviaria Casarsa-Portogruaro. La Regione ha alzato il disco rosso nei confronti dell’Uti Tagliamento che aveva chiesto 100mila euro per avviare la progettazione. La Casarsa-Portogruaro è l’unico collegamento della Destra Tagliamento alla linea ferroviaria ad alta-capacità VeneziaTrieste (che è parte del Corridoio 5 di trasporto europeo, Lisbona-Kiev). In termini logistici un elemento fondamentale per la nostra economia. Disponendo inoltre di un’efficiente linea ferroviaria si potrebbe considerare di sgravare, sposando su di essa, il soffocante trasporto su gomma lungo la Pontebbana. «Al di là dell’aspetto economico – attacca Andrea Canzian, capogruppo di Casarsa Liberale – lo schiaffo è di quelli pesanti, che confermano ancora una volta come alla Regione del nostro territorio non interessi nulla. La scelta di non far neppure partire il progetto è un segnale evidente della mancanza di volontà di creare sviluppo in zona. L’implementazione logistica, legata alla linea ferroviaria di collegamento al Corridoio Lisbona-Kiev, infatti, avrebbe potuto essere uno degli elementi determinanti per l’economia futura di Casarsa, magari unita a una profonda rivisitazione urbanistica dell’intera area che circonda la stazione. Questa amministrazione regionale – continua Canzian – negando persino i modesti fondi per la progettazione dell’elettrificazione ci ha chiaramente fatto capire che per il futuro della nostra economia non ha alcun interesse. Sulla questione ci saremmo aspettati una dura presa di posizione da parte del sindaco Clarotto o del vicesindaco Agrusti, quantomeno a stigmatizzare la cancellazione del contributo spiegando l’importanza del progetto. Invece silenzio assoluto. Purtroppo avevamo ragione – sentenzia il consigliere comunale – quando ci rammaricavamo del fatto che nei precedenti cinque anni a guida Clarotto-Agrusti Casarsa avesse perso ogni ruolo politico. Ora questo ulteriore schiaffo, unito al successivo imbarazzante silenzio dell’amministrazione, non fa presagire nulla di buono per il futuro della nostra comunità». A farne le spese non sarà soltanto Casarsa. La tratta ferroviaria, per quanto riguarda il sanvitese, interessa anche San Vito al Tagliamento e Cordovado.

Il Gazzettino/Pordenone – 03.09.2017

© Riproduzione riservata

Save, tesoro per Manildo in arrivo 25 milioni

1 Settembre 2017

L’Opa (obbligatoria) di Marchi giunge prima della riforma Madia e dei suoi effetti Il Comune venderà il 2,21% fra un mese, una manna per le casse dell’ente

di Andrea Passerini

Venticinque milioni per Ca’ Sugana. Una somma ghiotta, ghiottissima, per il comune capoluogo che come tutti gli enti locali fa i conti con i tagli dei fondi.

Anche perché potrebbero arrivare presto, molto presto, nella casse del Comune. Fra un mese, al massimo due.

E’ il controvalore delle azioni Save detenute dal Comune di Treviso, il 2,21% del pacchetto azionario complessivo. Ogni azione vale 21 euro, anche se in Borsa la quotazione è leggermente scesa.

E questo perchè entro fine settembre,al massimo ai primi di ottobre, Enrico Marchi formalizzerà l’opa obbligatoria, l’offerta pubblica di acquisto totalitaria di Save, impostagli dalla legge dopo il cambio di governance per l’entrata dei partner tedeschi e francesi e la liquidazione del partner e amico Andrea De Vido. Un riassetto che vede ora la nuova creatura Milione al livello più alto, poi sotto Agorà controllata al 100% e quindi Save. L’operazione di Marchi, come è stato più volte ribadito, vale 457 milioni di euro. «Non è condizionata al raggiungimento di una soglia minima di adesione»; «l’intenzione è quella di non ripristinare il flottante», ed è confermata la volontà di uscire dalla borsa, il cosiddetto delisting.

A Ca’ Sugana il sindaco Giovanni Manildo ha il dossier sulla scrivania da qualche settimana. E non solo quello, perché l’applicazione della riforma Madia dopo le deroghe impone ora ai comuni, entro il 30 settembre prossimo, di compiere una ricognizione sulla proprie partecipazione azionarie, dismettendo quelle partecipazioni e inutili, non rispondenti a funzioni essenziali e istituzionali proprie dei comuni.

E prima di ogni discussione, su Save è arrivato il treno dell’Opa di Marchi. Manildo ne ha discusso con l’assessore alla finanze, Alessandra Gazzola e con la sua maggioranza, e l’idea è quella di conferire la quota, andando ad incassare i 25 milioni. E altri 400 mila euro peraltro, arriveranno dalla cessione delle quote di AerTre, il 2,629% (dovrebbe comperarle Camera di Commercio, che punta a consolidare la sua presenza nell’aeroporto di Treviso).

Ca’ Sugana ha deciso quindi di non volare più e di fare cassa. Ma la decisione è stata praticamente imposta. Fosse arrivata la legge Madia, si sarebbe dovuto dimostrare che il trasporto aereo rientrava fra gli importi essenziali del Comune, e anche nel caso in cui la riforma non fosse per le quotate (lo è a Ascopiave, mentre non lo è Ascholding, la sua controllante, per citare un altro caso illustre della Marca, che in questi giorni sta facendo i conto con la riforma Madia). E in ogni caso, all’uscita di Save dalla Borsa come nei piani futuri di Marchi, la questione della Madia si sarebbe ripresentata. Piuttosto, al dossier di Ca’ Sugana sull’Opa di Save manca un secondo fascicolo, che tanto preme al sindaco e alla giunta. Si potranno spendere subito, i 25 milioni portato in cassa dal conferimento azionario?

Nessuno si sbilancia, l’assessore alle Finanze Alessandra Gazzola e il suo staff, con il sindaco, stanno esaminando le norme della finanza pubblica. Ma è chiaro che il tesoretto, a pochi mesi dalle urne, diventa strategico nel primo semestre del prossimo anno, quello che porta alle elezioni di primavera 2018.

In ogni caso, che siano utilizzabili subito, o che possano essere usati per investimenti pluriennali, o che in parte debbano restare a disposizione del prossimo sindaco, per la casse di Ca’ Sugana è una manna.

E visto che si parla di conti, ne vanno fatti un paio: le azioni Save arrivarono nel concambio delle azioni Aertre, 10 anni fa, al centro di furenti polemiche. Operazione sempre difesa dall’assessore Fulvio Zugno, che allora conservò le azioni (scese da 12,5 a meno di 5 euro) non vendendole.

Ebbene, verranno vendute a 21 euro, con un guadagno secco, complessivo, di 10 milioni per Ca’ Sugana.

Cui vanno aggiunti i 3,7 milioni risparmiati di aumento di capitale di AerTre, e i dividendi. Certo, non arriveranno più gli utili, saliti negli ultimi anni a quasi 2 milioni l’anno.

La Tribuna di Treviso – 01.09.2017

© Riproduzione riservata

Trasporto merci: fatturato in crescita nel primo semestre del 2017

Confetra ha pubblicato la Nota Congiunturale sul Trasporto Merci con i dati raccolti ed elaborati dal Centro Studi Confetra relativi al periodo gennaio-giugno. Il documento presenta periodicamente i risultati dell’indagine sull’andamento del mercato del trasporto merci italiano, indicandone le variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il trend è rilevato in termini sia di traffico che di fatturato. Vengono quindi rilevati i valori di alcuni indicatori relativi al rischio di credito (tempi medi di incasso epercentuale di insolvenze rispetto al fatturato), nonché le aspettative degli operatori nel breve periodo.

L’indagine, svolta intervistando un panel di centinaia di imprese tra le più rappresentative dei vari settori, tuttavia non può essere considerata totalmente rappresentativa poichè “manca – fanno sapere – la componente delle piccole imprese, settore sottoposto ad un severo processo di razionalizzazione”.

I dati relativi al traffico del primo semestre 2017, confrontati con quelli dell’analogo periodo del 2016, sono nettamente positivi. Fa eccezione il trasporto delle rinfuse solide che ha registrato un calo generalizzato in vari porti (-11,2%). I dati relativi al fatturato sono tutti di segno positivo, evidenziando un buon recupero dei margini anche per i comparti delle spedizioni internazionali via mare (+5%) e via aerea (+4,9%) che nell’ultimo anno avevano mostrato sofferenza.

Gli express courier continuano ad avere le performance migliori, sia per il numero di consegne (+6,5%) che per il fatturato (+6,0%), coerentemente con la crescita costante dell’e-commerce. Rallenta il recupero del trasporto ferroviario che segna un +1,7% rispetto al +3,8% del primo semestre 2016. Trend positivo a doppia cifra (+11,7%) per il trasporto aereo che è oramai ben oltre i livelli pre-crisi. Anche l’autotrasporto, sia nazionale che internazionale, ha registrato un buon andamento nei traffici (rispettivamente +4,9% e +5,2%) e nel fatturato (rispettivamente +4,7% e +3,8%). Discreti i risultati dei corrieri nazionali che si mantengono in una crescita oltre al 3% sia in termini di traffico che di fatturato.

Nel comparto marittimo, al di là del calo nelle rinfuse solide, l’andamento è stato particolarmente brillante nel traffico RO-RO (+9,8%). Il traffico TEU vede un aumento generalizzato del +5,4%. Il transhipment cala nei porti di pure transhipment (Gioia Tauro -8,8%), mentre in alcuni porti di destinazione finale la quota di transhipment è stata più elevata rispetto al passato (es. Genova e La Spezia). Per le spedizioni internazionali si registra, oltre all’aumento dei fatturati, un discreto recupero dei traffici, in linea con la crescita degli scambi internazionaliattestata dall’Istat nel primo semestre 2017 rispetto al primo semestre 2016.

In generale i dati mostrano come la ripresa nel settore si stia consolidando e che la crisi sia oramai alle spalle. Le aspettative della maggioranza degli operatori si confermano ottimiste anche per il prossimo semestre.

Trasporti-Italia.com – 01.09.2017

©  Riproduzione riservata