Trenitalia assume addetti alla sicurezza, i primi 50 sulle tratte dei pendolari veneti

La Regione: cancelleremo 300 passaggi a livello

Sveglia alle cinque. La doccia, il caffè, il gilet rosso d’ordinanza e la corsa in stazione. Alle sei il binario è già trafficato. E se il pendolare non è informato del ritardo del treno ci pensano loro. Se non trova il suo posto nel vagone ci pensano loro. Se durante il viaggio gli rubano il portafogli si attivano loro. E se viene aggredito in corsa da un malintenzionato ci pensano ancora loro, che hanno un filo diretto con le forze dell’ordine. Dall’alba di domani li troveremo tutti in stazione. Saranno gli «angeli dei pendolari». Amati, e forse anche un po’ odiati, perché oltre a guardare le spalle del passeggero gli controlleranno pure il biglietto.

La casacca rossa

Sono 52 giovani dall’inconfondibile casacca rossa, freschi di reclutamento da parte di Trenitalia. A loro il compito di attivare, per la prima volta in Europa, l’assistenza ai pendolari «sul campo». Faranno ciò che fanno i colleghi steward negli stadi, solo dentro i vagoni. «Squadre itineranti a supporto del capotreno» le definisce Fs, che si daranno da fare in 7 stazioni, 80 treni regionali e 200 corse settimanali in tutto il Veneto. Li vedremo soprattutto nelle tratte più battute. Venezia-Verona e Venezia-Bologna. Dovranno conoscere ogni destinazione e coincidenza, per dirottare su due piedi il pendolare che cambia programma all’ultimo momento. In 36 si occuperanno di assistenza e in 16 di sicurezza. Dalle 6 del mattino alle 9 di sera (e anche oltre, quando la durata del tragitto avrà la meglio). Due settimane di preparazione e simulazioni in aula. Ora la prova sul campo. E la maggior parte di loro non ha ancora soffiato sopra le venti candeline. Per alcuni è il primo vagito professionale. Per altri l’ennesimo lavoretto interinale che porta a casa quanto basta per campare. «Ma c’è l’orgoglio di diventare il primo vero servizio per assistenza e sicurezza ai cittadini – li ha motivati tutti ieri, alla stazione veneziana di Santa Lucia, l’ad di Trenitalia Orazio Iacono -. Per ora sono interinali, sì, ma se lavoreranno bene, gradualmente, li assumeremo».

Di certo non resteranno fermi, considerato che sopra le rotaie venete sfrecciano ogni giorno 150 mila passeggeri e 700 treni regionali. Non a caso, entro gennaio 2020 e in accordo con la Regione, dal cappello di Trenitalia usciranno 78 nuovi treni per il Veneto, 47 di questi a doppio piano. Viaggeranno a 1,1 metro al secondo quadro, interamente progettati in Italia. «Ce li chiedono anche austriaci e francesi, sono il meglio che c’è in europa per comfort, tecnologia e sicurezza» si è vantato l’ad. E assieme ai vagoni nascerà il biglietto unico e moriranno i passaggi a livello: «Saremo la prima Regione d’Italia a introdurre questo biglietto. Poi elimineremo tutti i 300 passaggi a livello rimasti nel nostro territorio» ha promesso ieri l’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti. Che alle richieste dei pendolari di resuscitare i diretti Padova-Bologna e Venezia-Bologna rassicura subito: «Torneranno anche quelli. Se solo ripenso a quando il governatore Luca Zaia mi ha mi ha dato l’incarico. Mi ha detto: “I trasporti non funzionano, vedi di farli funzionare”. Ma non pensavo fosse così tragica. Ora posso solo dire che quando leggo le mail dei pendolari se non ci trovo lamentele tiro un sospiro di sollievo».

Corriere del Veneto – 17/11/2018

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