Tav veneta, il ministro fa il conto delle penali per rescindere il contratto

Toninelli (M5S), critico verso l’Alta velocità, rimette in discussione la Brescia-Verona: «Sia sostenibile» Le reazioni Miller (Confindustria): «Cantieri in partenza, quanto sta succedendo ha dell’incredibile»

di Alessio Corazza

Una breve nota del Ministero delle Infrastrutture diramata ieri «in merito al vivace dibattito in corso sulla tratta AV/AC Brescia-Verona» cambia in modo radicale anche se non del tutto imprevisto i destini della Tav veneta.

Che il ministro Danilo Toninelli del Movimento Cinque Stelle fosse da annoverare tra i critici dell’opera lo si era già ben compreso quando aveva annunciato un’«analisi dei costi/benefici» come condizione per proseguire con i lavori, già finanziati, autorizzati e di ormai prossima cantierizzazione. Ora dalla nota si apprende già di un passo in più, visto che «è in corso un esame dell’analisi trasportistica già fatta, che aveva escluso l’ipotesi del potenziamento della linea esistente». Si tratta dell’ipotesi di Tav «low-cost» già studiata per la Venezia-Trieste, con tanto di lodi della Corte dei Conti Europea, che per il resto ha definito la Tav e in particolare la Milano-Venezia, tra le tratte più costose d’Europa. Allo stesso modo «si stanno rivedendo pure le Conferenze dei servizi e la Valutazione di impatto ambientale» e «si porrà la massima attenzione a tutti i vincoli in termini di sostenibilità». Ma è il passaggio successivo della nota che suona come un vero e proprio attraversamento del Rubicone. «Inoltre – scandisce il Mit – stiamo vagliando con precisione l’entità delle eventuali penali di rescissione».

All’inizio di giugno, con il governo da poco insediato, era arrivata la firma del contratto tra Rete Ferroviaria Italiana e il Consorzio Cepav 2 per la realizzazione del primo lotto costruttivo della Brescia-Verona, per un valore di 1,6 miliardi di euro. La notizia era stata commentata con subitaneo entusiasmo dal governatore Luca Zaia, che intendeva così far capire con chiarezza da che parte stava la Lega, che aveva promesso di difendere le infrastrutture venete, dalla Tav alla Pedemontana. Ma quella firma aveva fatto infuriare l’ala dura del Movimento Cinque Stelle, come la deputata veronese Francesca Businarolo, che ha il suo ufficio parlamentare a casa di un espropriando Tav.

Che adesso il governo, pur di fermare il progetto di Tav tra Brescia e Verona i cui cantieri sono programmati per partire entro poche settimane e comunque entro l’anno, sia disposto a valutare il pagamento di penali (sicuramente milionarie), apre scenari del tutto nuovi, oltre che segnare un de profundis sui progetti ancora a venire, tra cui la Verona-Vicenza-Padova. Franco Miller, che segue la partita della Tav per Confindustria Veneto da molti anni, è a dir poco scioccato. «Non ho parole, non so che dire – commenta – Le parole della nota sono allarmanti. Non riesco a capire come si possa arrivare a seguire una strategia così antistorica». Miller per altro conferma che i cantieri sono praticamente in partenza. «Sono stato anche recentemente al consorzio Cepav 2, tutto funzionava perfettamente, sono in piena attività per procedere all’apertura dei cantieri. Quanto sta succedendo è incredibile». Da capire, adesso, come reagirà la Lega che pare voler nominare un manager di provata fiducia come Giuseppe Bonomi (già presidente di Sea, la società aeroportuale di Milano-Malpensa) al vertice delle Ferrovie, al posto di Renato Mazzoncini.

Ieri Toninelli si è sottoposto al suo primo question time al Senato, dove sulla Tav è stato incalzato dal senatore veronese del Pd Vincenzo D’Arienzo, membro della commissione Infrastrutture. «I grillini sono una iattura. La loro impostazione ideologica porterà solo danni alla nostra economia ed allo sviluppo che l’alta velocità porterebbe con se. Fermare la Brescia-Verona significa affossare tutto il corridoio ferroviario 5 ed anche il percorso verso il Brennero. Per il futuro della logistica veronese sarebbe la morte. Auspico che tutto il territorio reagisca a questo triste scenario è non faccia finta che nulla stia accadendo. Il loro sogno del “governo del cambiamento” per Verona e per il Veneto sarà un incubo». Ma per il Mit si sta semplicemente lavorando «per dare la soluzione migliore ai cittadini e al territorio».

Corriere del Veneto – 13/07/2018

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