Tav-Tac: il nodo è la galleria Rovereto

Non ci sono invece problemi idrogeologici per bypassare Trento con 12 km di tunnel

 

C’è un inciampo per il progetto del Tac-Tav, linea di accesso sud alla galleria di base del Brennero. Riguarda il lotto 3, la circonvallazione ferroviaria di Trento e Rovereto. Nel caso del bypass del capoluogo, non vi sono particolari problematiche di tipo geologico-idrogeologico. Che ci sono, invece per il superamento in galleria di Rovereto.

Sono, erano, problemi noti, essendo la zona carsica. Ma ora sono resi ufficiali dagli approfondimenti fatti da Rfi e presentati lunedì al Comitato tecnico scientifico istituito dalla Giunta provinciale nel settembre 2015 a supporto dell’Osservatorio per il Corridoio del Brennero, presenti il commissario governativo Ezio Facchin, il dirigente del Dipartimento infrastrutture e mobilità della Provincia, Raffaele De Col, e Giuseppe Romeo, responsabile del team progetti di Rfi.

Il lotto 3 si sviluppa su 36 km di nuova linea, di cui 32 in sotterraneo. Non vi sono, dal punto di vista progettuale, novità rispetto allo schema e alle linee su carta (non si tratta infatti di un progetto preliminare) presentate da Romeo lo scorso marzo al Comitato tecnico scientifico. L’ipotesi è quella di una galleria naturale di 12 km per bypassare Trento, con innesto a nord all’altezza del ponte di Nassiriya, con un primo tratto su rilevato a valle dell’ex scalo Filzi. Sono inoltre previste una galleria naturale sotto lo Zugna per l’aggiramento di Rovereto e due gallerie artificiali: una 1,1 km per l’imbocco a nord di Trento e una di 700 metri per l’imbocco sud sotto lo Zugna. Già nella riunione di marzo, erano emerse preoccupazioni, oltre che per l’ingresso a sud della galleria Zugna (essendo prossima alle abitazioni), anche per gli aspetti idrogeologici. Era stato il geologo Luigi Frassinella a evidenziare le problematiche riguardanti la sorgente di Spino di Rovereto e le sorgenti di Besenello e Acquaviva.

Gli approfondimenti di Rfi sviluppati negli ultimi mesi, basati anche sui contestati (dai No Tav) sondaggi realizzati a Mattarello e a Marco, confermano le preoccupazioni del geologo. Nella sostanza, sulla galleria del capoluogo, nullaosta: il terreno è «attraversabile» con una lunga galleria tra Trento nord a Matterello sud. Non è così per Rovereto, dove il tracciato in galleria intercetterebbe sorgive e la nutura carsica del versante rende più complicato il bypass in galleria. È la ragione per cui il rappresentante del Comune di Rovereto, Andrea Larcher, ha chiesto se c’è la possibilità di rivedere il progetto. Il Commissario governativo, Facchin, ha spiegato che sì, lo si potrà fare, perché, se la soluzione del bypass di Trento è consolidata, tutto il resto è aperto a modifiche. Concetto che vale anche per il passaggio in Rotaliana, per il quale l’ingegner Facchin ha spiegato che si sta analizzando una serie di soluzioni alternative. Resta però da capire quanto gli avanzamenti progettuali – lo sbocco a sud in Bassa Atesina del lotto 2-circonvallazione di Bolzano e il bypass di Trento – vincoleranno il resto della progettazione.

C’è un’altra questione, sollevata dall’ingegner Tobia Zordan, esperto designato nel Comitato dalla minoranze del Consiglio provinciale: c’è sì, ora, un quadro geologico del territorio; manca, invece, una valutazione di impatto ambientale della grande opera su infrastrutture, edifici, agricoltura, fauna, etc. Nella seduta del Comitato, sia Facchin che De Col hanno insistito affinché Rfi, nell’ambito del bypass di Trento, prenda in considerazione, approfondendolo, il progetto di interramento della ferrovia dalla zona ex scalo Filzi a via Monte Baldo che l’Amministrazione comunale ha riscoperto negli ultimi mesi. L’ingegner Romeo non ha dato certezze – né poteva darle perché la partita si gioca su altri tavoli – né sulla priorità dell’interramento (per Rfi), né sulle risorse finanziarie per finanziarlo.

L’Adige – 29.11.2017

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