Porto di Pila: la Regione Veneto ci mette la faccia

Per non penalizzare attività ittiche e acquacoltura impegni ben precisi presi dall’assessore regione Giuseppe Pan, al via i dragaggi a Porto Levane e Pila

Una programmazione complessiva degli interventi di dragaggio, di ripascimento dei litorali  e di ripristino delle vie di navigazione, che tenga conto già in fase progettuale delle specifiche esigenze delle attività di pesca e di acquacoltura. E l’avvio ad aprile dei lavori di scavo della bocca a mare del Porto di Pila. Sono i due impegni presi oggi dall’assessore regionale all’agricoltura  e pesca Giuseppe Pan con la consulta per la pesca professionale e l’acquacoltura, l’organismo che rappresenta le organizzazioni professionali della pesca e dell’acquacoltura, la direzione marittima e le Capitanerie di porto, la Guardia di Finanza, i consorzi di bonifica, i geni civili e i responsabili degli uffici pesca degli enti locali del litorale veneto.

“Ad aprile Sistemi Territoriali riprenderà i lavori di scavo del canale di accesso al porto di Pila – ha assicurato Pan –  per migliorare la navigabilità e la sicurezza delle imbarcazioni che escono ed entrano al porto di Pila, tra i più importanti del panorama nazionale per quanto riguarda il pesce azzurro”.

Al centro del confronto tra Regione Veneto e consulta della pesca c’erano le attività di dragaggio sotto costa previste per la ricomposizione ambientale dei litorali veneti, in particolare alle foci del Sile  – per ripristinare le spiagge di Jesolo Pineta e di Cortellazzo – e alle foci dell’Adige e del Brenta, per le spiagge di Rosolina e di Isola verde, nonché il dragaggio del tratto terminale di Porto Levante per garantire l’uscita a mare di una nave in  costruzione nei Cantieri Visentini e quello del canale di accesso al porto peschereccio di Pila.

“Il mondo della pesca professionale e dell’acquacoltura ha ribadito l’esigenza che si proceda prima con la caratterizzazione biologica preventiva dei litorali e delle superfici interessate dagli interventi di dragaggio al fine di analizzare la presenza di risorse ittiche e dei molluschi presenti e di valutarne il recupero e la valorizzazione – commenta Pan – Si tratta di una esigenza vitale per un settore  che conta circa 3700 imprese, un fatturato di oltre 200 milioni di euro l’anno, una flotta di 660 pescherecci e che assicura lavoro e reddito a migliaia di famiglie”.

L’assessore si è pertanto di fatto garante di un nuovo approccio progettuale, destinato a diventare strutturale nella realtà veneta, per gli interventi di dragaggio. L’obiettivo è coinvolgere e coordinare sin dalle fasi iniziali della progettazione i Geni civili, le direzioni Infrastrutture e Tutela del territorio della Regione e la divisione Navigazione della società Sistemi territoriali prevedendo in modo sistematico il monitoraggio preventivo delle risorse biologiche interessate.

“In coerenza con tale approccio progettuale – conclude l’assessore – la Regione ha ritenuto di accogliere la richiesta di sospensiva sui lavori di scavo nel Po di Levante”. I diversi soggetti decisionali in campo si sono riservati di approfondire  meglio  l’intervento e di studiare la soluzione migliore per salvaguardare la presenza di risorse ittiche prima di dare il via libera ai lavori di escavazione del canale deltizio.

RovigoOggi.it – 11/03/2019

© Riproduzione riservata