Pedemontana, fondo australiano rileva il 65% del bond più a rischio

Westbourn Capital ha sottoscritto 225 milioni della tranche da 350 milioni al tasso dell’8%. Il veicolo europeo Marguerite ha investito altri 40 milioni: «Fieri di aver contribuito al successo»

di Eleonora Vallin

A pochi giorni dalla chiusura dei due bond da 1,571 miliardi della Pedemontana veneta, entrambi oggi quotati e scambiati sull’Irish stock exchange, fioccano i primi nomi dei sottoscrittori. Si scopre così che accanto a Marguerite, un fondo paneuropeo dedicato a trasporti, energia e infrastrutture green, dove partecipa Cdp assieme a omologhe istituzioni di Francia, Germania, Polonia e Spagna, compaiono anche gli australiani di Westbourne Capital. Marguerite ha sottoscritto 40 milioni, Westbourne 225 milioni della tranche subordinata da 350 milioni, la più rischiosa al tasso dell’8%. Gli australiani hanno quindi rastrellato quasi il 65% di uno dei due bond che coprono 1,571 miliardi su un costo complessivo di 2,566 miliardi dell’opera che sarà consegnata alla Regione Veneto a fine 2019 per la tratta dall’A31 all’A27. Poi resterà l’ultima “impresa”, la Galleria di Malo (6 km), per ultimare i 94 km del tracciato.

I fondi, in una nota, spiegano che «il bond è uno dei più grandi in Europa». «La superstrada Pedemontana veneta ha utilizzato un’innovativa soluzione finanziaria per garantire la copertura del progetto. Westbourne Capital è lieta di supportare lo sviluppo di questa infrastruttura strategica per il Veneto» ha sottolineato David Ridley, managing director Westbourne Capital.

«Siamo onorati di aver contribuito al successo di uno dei più importanti finanziamenti “Tent-T greenfiel project” in Europa al fianco di altri investitori istituzionali» ha detto Michael Dedieu, partner di Marguerite. Il fondo, al fianco di F2i, a metà luglio aveva rilevato il 94,12% di Infracom, la società Ict con sede a Verona messa in vendita da Abertis. Pochi giorni fa è stato lanciato Marguerite II dove Cdp ha investito 100 milioni su 700 totali. Il primo fondo aveva raccolto 710 milioni, di cui Cdp ne aveva sottoscritti cento. Così, indirettamente, Cassa Depositi e Prestiti ha deciso di sostenere la Pedemontana. Cdp ha però anche concesso 300 milioni di finanziamento alla Regione Veneto a maggio 2017, per finanziare il nuovo contributo in conto costruzione concesso dalla Regione al concessionario Sis; più 270 milioni di fido massimo messo a disposizione del concessionario da Sace Fct per «anticipo finanziario pro soluto» di circa 520 milioni di contributi pubblici della Regione Veneto a cui si aggiungono 44,5 milioni di «anticipo contratto» concesso al concessionario.

Il nuovo assetto convenzionale (post revisione delle stime di traffico) adottato a maggio 2017 ha permesso alla Regione di risparmiare circa 8 miliardi rispetto al precedente contratto. Con il primo contratto, infatti, fanno notare oggi gli esperti, la Regione Veneto sarebbe stata chiamata sostanzialmente a garantire, tramite procedura di riequilibrio, i ricavi da traffico previsti dal piano economico-finanziario, per 20,1 miliardi lungo tutto l’arco della concessione. Con la modifica, il canone di disponibilità garantito dalla Regione Veneto al Concessionario ammonta a 12,1 miliardi. Otto in meno.

La Tribuna di Treviso/Nordest Economia – 06/12/2017

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