Pedemontana da 3 miliardi parte la caccia ai fondi Ue

Se Bruxelles assegna 100 milioni di euro l’addizionale Irpef sarà congelata

di Albino Salmaso

Il sogno della Pedemontana veneta inizia a Montecchio Maggiore, all’uscita del casello A4 più intasato del Nordest: auto e camion in coda per entrare nella mega-rotonda che porta a Lonigo, Gambellara, Arzignano e Trissino nel distretto della concia e tra i vigneti di Zonin, il padre-padrone della Popolare di Vicenza che ha lasciato sul lastrico centomila famiglie. «Con i soldi “bruciati” da Bpvi ne costruivi due di Pedemontane: devono realizzarla assolutamente» dice sconsolato un camionista fermo al distributore davanti alla «Mosaici Bisazza». Il nastro d’asfalto che taglia la campagna seminata dalle fabbriche rilancia il mito di Vicenza e Treviso, due province che esportano 29 miliardi di euro contro i 25 della Grecia, raccontano le statistiche Cgia.

Soldi, maledetti soldi: quanti ne dovranno mettere le famiglie per circolare su quei 94 km che collegheranno la A4 Brescia-Padova da Montecchio con la A 27 Mestre-Belluno a Spresiano, dopo aver superato la A31 Valdastico? La questione è banale: basterà l’addizionale Irpef da 300 milioni di euro per far ripartire i cantieri? Nell’Italia delle Grandi Opere mai finite, per scongiurare uno scenario da Salerno-Reggio-Calabria, Luca Zaia ha deciso di mettere le mani nelle tasche dei veneti perché non aveva alternative. Ma dopo il calo di popolarità registrato nei sondaggi per la medicina amara, a Palazzo Balbi stanno studiando il piano B, grazie allo staff di manager cresciuti alla scuola di Paolo Costa: ottenere 100 milioni da Bruxelles con i fondi europei di coesione e sviluppo ed evitare così l’addizionale Irpef.

Con Roma il dialogo è chiuso, Letta e Renzi hanno “regalato” 615 milioni di euro e il ministro Delrio è stato chiaro: «Stop, il governo non è un bancomat» ha detto a Vicenza. Dopo il flop della “Brebemi” costata 2,4 miliardi per 64 km mai così sgomberi da auto e camion, meglio stare alla larga dai project faraonici.

La Corte dei conti. Quanto costerà la Pedemontana? La risposta si trova a pagina 81 della relazione della Corte dei conti: 3 miliardi e 101 milioni di euro. Così suddivisi: 2.258 milioni di investimento, 422 mln di Iva, 354 di oneri finanziari capitalizzati del project e 67 di riserva obbligatoria. Cifre che stanno alla base del nuovo patto firmato tra Regione e consorzio Sis che cambia la natura del contratto, tanto che Impregilo ha annunciato ricorso al Tar. Com’è nata la spirale dei prezzi in una stagione di recessione? La vera spada di Damocle è il fattore tempo e si teme che la Pedemontana possa avere una parabola simile a quella del Mose e della Tav Milano-Trieste. Il progetto delle paratoie mobili immerse nel mare alle bocche di porto della laguna di Venezia quando è stato presentato nel 2003 costava 2,4 miliardi di euro: dopo 14 anni siamo a 5,493 mld. Ma si arriverà a 7-8 nel 2021. La Pedemontana veneta, pensata dalla Dc che nel 1990 che aveva disegnato una “tangenziale” per collegare l’alto Vicentino con il Trevigiano, spunta nel 2003 spunta uno studio di fattibilità che vale 895 milioni di euro (vedi tabella), ma il progetto preliminare porta il costo a 1,7 miliardi con un incremento dell’ 87%. L’atto aggiuntivo alla convenzione del 2013 aggiorna i costi a 2,6 miliardi, con un rincaro del 56% che diventa del 190% se confrontato con il 2003. Insomma, l’investimento è triplicato perché la Corte dei conti a pagina 81 della relazione fissa in 3,1 miliardi la spesa globale. E siamo al 18% dell’ opera. Le analogie non finiscono qui: se il Mose è nascosto nelle acque della laguna, con i cassoni a 12 metri di profondità per non bloccare il transito delle navi, anche la Pedemontana sarà a impatto “ambientale zero”: i viadotti sono stati sostituiti dalle corsie in trincea, tunnel e gallerie. Come in Norvegia: la “lezione” dell’architetto De Simone che voleva un grande tunnel per il Passante di Mestre ha fatto scuola. Su 94 km di tragitto (e altri 53 di viabilità accessoria) quasi 50 sono “nascosti” nella campagna e di cemento sono le barriere di protezione costruite dalla Trevi, azienda leader per i pozzi per il petrolio: si tratta di salvare la Pedemontana dai laghi sotterranei delle falde freatiche che zampillano acqua limpida che alimenta gli acquedotti di Padova e Vicenza e i prati verdi per i pascoli di grana padano e Asiago.

L’operaio morto. Il cantiere-clou sta tra Castelgomberto e Cornedo e si chiama galleria di Malo: 8 km tra terra e collina, che corrono accanto alla Poscola, il torrente che qualche km più a valle, a Trissino, è stato avvelenato dai Pfas. Una galleria che costerà 500 milioni di euro: il 15% della spesa totale per coprire l’ 8-9% del tracciato. I lavori del tunnel sono fermi perché il 19 aprile 2016 è morto Sebastiano La Ganga, un operaio di 54 anni di origine messinese: stava lavorando con la gru nella galleria all’imbocco di San Tomio di Malo ed è stato schiacciato da un sasso. Ora la magistratura vuole capire se le misure di sicurezza e i ponteggi rispettano le norme Ue e le ruspe sono bloccate. Che la Pedemontana sia indispensabile per salvare Montecchio, Trissino, Malo, Schio, Thiene, Bassano, Montebelluna e Castelfranco dall’assedio dei camion lo affermano le categorie economiche fin dagli anni Ottanta: l’autostrada serve per collegare le piccole e medie città, quel capitalismo policentrico veneto più efficiente della Germania, che rischia di essere emarginato dalla globalizzazione e invoca infrastrutture efficienti.

L’osservatorio. Resta il problema del boom dei costi e a indicare il percorso è stato Agostino Bonomo, presidente regionale di Confartigianato veneto: «La Pedemontana va realizzata in fretta e avevamo segnalato da subito la necessità di concentrare il sacrificio dell’addizionale Irpef per il solo tempo necessario a soddisfare il fiscal compact con la garanzia che i denari venissero spesi per completare un’opera così necessaria al nostro territorio. L’idea di creare un osservatorio sui costi e i tempi di realizzazione mi sembra giusta» conclude Bonomo.

tribunatreviso.gelocal.it – 20.04.2017

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