Interporto, il terminal sarà svizzero

Appaltata alla Hupac la gestione del traffico merci dai camion alla rotaia che sarà operativo da gennaio 2019. Nuovi binari e polo logistico: lavori in corso fino a fine anno. I futuri servizi del centro richiederanno circa 250 nuovi addetti

di Davide Lisetto

I grandi lavori all’Interporto di Pordenone stanno proseguendo senza soste. E il cantiere-madre – quello che vedrà la realizzazione del terminal ferroviario attraverso il collegamento in entrata e in uscita dalla linea ferrata Venezia-Udine – dovrebbe terminare nel gennaio 2019. Salvo intoppi dovuti a situazioni meteo. Ma per accelerare sui tempi Interporto ha già affidato l’appalto della gestione complessiva del futuro terminal. Ad aggiudicarsi la gara – vi hanno partecipato tre società, tra le quali una tedesca e una mista italo-tedesca – è stata la Hupac spa, con sede a Busto Arsizio (Varese) controllata dalla casa madre che ha sede a Chiasso in Svizzera. L’avvio del terminal richiederà un indotto di circa 250 addetti. Tra operatori al trasporto e amministrativi (la Dogana raddoppierà l’organico) Interporto passerà dai circa mille attuali a 1.250 addetti.

L’ACCORDO
L’intesa per l’appalto della gestione del terminal è stata siglata ieri tra l’amministratore delegato di Interporto Giuseppe Bortolussi e il direttore amministrativo di Hupac spa Roberto Paciaroni. Ma che cosa dovrà fare la società italo-svizzera rispetto al bando? Hupac dovrà occuparsi dell’intera gestione del terminal e dell’acquisizione di traffico merci. Dovrà dunque trasferire le merci dalla gomma alla rotaia: portare i treni e il traffico di Tir a Pordenone – e in questo la vicinanza all’autostrada e la nuova bretella in via di costruzione sono cruciali – e trasferire il traffico su rotaia. In sostanza, togliere i camion dalla strada e dare la possibilità alle aziende del sistema manifatturiero non solo regionale ma anche veneto (l’Interporto più vicino è quello di Padova) di trasportare le merci in tutta Europa, sia verso nord ma anche verso est. Un passaggio fondamentale per Interporto che – anche grazie al fatto che la linea ferroviaria è ora predisposta per l’alta capacità, cioé per il trasporto merci in maniera performante – potrebbe fare diventare Pordenone uno snodo fondamentale per la logistica di una grande area produttiva verso i mercati internazionali. Il collegamento diretto dalla linea ferrata Ve-Ud con i binari del terminal abbattono anche i costi di manovra nella movimentazione dei treni che non dovranno più raggiungere la stazione di Pordenone per cambiare direzione di marcia.

LA SCOMMESSA
La Hupac spa (fondata nel 1967) gestisce da tempo l’interporto di Busto Arsizio-Gallarate, uno dei maggiori poli logistici europei, ha deciso di puntare su Pordenone. «Crediamo che quest’area imprenditoriale – ha sottolineato il direttore Paciaroni – presenti una realtà consolidata nel manifatturiero e nella logistica. Per noi si tratta di cogliere un’opportunità importante per dare un servizio innovativo a una grande area industriale che esporta moltissimo. Inoltre, teniamo a sottolineare quali potrebbero essere i vantaggi in termini ambientali dal passaggio dalla gomma alla rotaia: i dati parlano di un risparmio di Co2 pari al 90%». Un treno merci completo arriva a caricare fino a 40 Tir: tra andata e ritorno dalle destinazioni sono 80 camion in meno sull’asfalto. E con l’autostrada A-4 che registra un traffico di mezzi pesanti di 14 milioni annui l’impatto non sarebbe indifferente. «L’importante novità di questo accordo – sottolinea Bortolussi – è che la Hupac farà arrivare i treni movimentandoli e dando certezza 365 giorni all’anno attraverso un servizio completo e puntuale al mondo imprenditoriale in un territorio friul-veneto che registra un export del valore di oltre 31 miliardi di euro per merci che vanno e vengono da tutta Europa». Insomma, potrebbe essere la vera svolta a 25 anni dall’inaugurazione di Interoporto.

Gazzettino/Pordenone – 13/07/2018

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