Fs-Anas, con firma al Mef nasce gruppo da 11 miliardi di fatturato

di Alessandro Arona

Perfezionata oggi l’operazione di assorbimento di Anas nel Gruppo Fs, nasce gruppo che nel 2018 prevede 11,2 miliardi di euro di fatturato e 8 miliardi di euro di investimento (108 miliardi di investimento in dieci anni nelle previsioni del Piano industriale 2017-2026). Dopo l’ok dell’Antitrust all’incorporazione, arrivato ieri, oggi è stato firmato presso il Ministero dell’Economia l’atto notarile di conferimento delle azioni Anas, detenute dallo stesso Mef, nel capitale sociale di Fs spa, detenute anch’esso al 100% dallo Stato.

Con firma Mef nasce gruppo da 11 mld
L’atto, firmato dall’ad di Fs Renato Mazzoncini, su delega dell’assemblea di Fs che il 29 dicembre scorso ha deliberato l’aumento di capitale, perfeziona l’operazione di assorbimento di Anas spa all’interno del Gruppo Fs. Il valore delle azioni conferite da Anas è di 2,863 miliardi di euro, in base al valore del patrimonio netto stimato da perizia esterna del settembre scorso, e il capitale sociale di Fs sale così da 36,34 a 39,2 miliardi (Anas, dunque, vale in termini di capitale sociale il 7,8% di Fs). Gli 11,2 miliardi di fatturato sono la somma dei circa 9 miliardi di euro di ricavi consolidati del Gruppo Fs e dei circa due miliardi del “valore della produzione” Anas (voce che comprende la spesa per investimenti, i costi operativi e quelli per manutenzione ordinaria, oneri che Anas sopporta in gran parte grazie ai trasferimenti statali).

Escluso trasferimento a Fs del rischio su contenzioso Anas
«Il conferimento di azioni – ha confermato Mazzoncini – non comporta nessun effetto, né in positivo né in negativo, per la finanza pubblica». Il senso dell’operazione è esclusivamente industriale – hanno spiegato Mazzoncini e il presidente e Ad dell’Anas Gianni Vittorio Armani (il primo confermato fino al 2020 dal Cda di Fs pochi giorni fa, il secondo in scadenza di mandato triennale nel maggio prossimo). Mazzoncini ha fra l’altro escluso categoricamente che dietro l’operazione ci sia la volontà di trasferire dallo Stato a Fs il rischio sui 10 miliardi di euro di contenzioso pregresso dell’Anas con le imprese di costruzione: «Il rischio resta allo Stato per le opere future, e per il pregresso i 700 milioni di euro messi dal decreto legge 50/2017 sono stati attestati come sufficienti dalla perizie esterna che ci ha chiesto lo stesso Dl” (in media – ha detto Mazzoncini – le imprese ottengono dai giudici meno del 10% di quanto richiesto).

Cinque obiettivi strategici dell’integrazione
Sono cinque, in sintesi, gli obiettivi strategici dell’integrazione Anas-Fs, cinque aree nelle quali Anas lavorerà in stretta integrazione con le altre società del gruppo Fs (soprattutto Rfi, gestione e sviluppo della rete ferroviaria, e Italferr, progettazione): 1) pianificazione integrata delle infrastrutture («per evitare sovrapposizioni o altre assurdità – ha detto Mazzoncini – come la stazione Av di Afragola che non ha la bretella stradale di collegamento alla superstrada»); 2) progettazione e realizzazione coordinata di strade e ferrovie; 3) integrazioni operative nella gestione e manutenzione (con efficienze nei costi stimate in 40 milioni di minore spesa all’anno); 4) innovazione tecnologica (smart roads, strade elettrificate e veicoli senza conducente); 5) progetti infrastrutturali all’estero («Stiamo ripartendo con l’Iran – ha detto Mazzoncini – dopo la costituzione del fondo Invitalia per il sostegno finanziario delle operazioni»). «Avevamo previsto tutto questo – ha detto Mazzoncini – già nel Piano industriale presentato a settembre 2016, poi i tempi tecnici e burocratici hanno portato all’operatività solo oggi».

In dieci anni risparmi per 800 milioni
Mazzoncini ha spiegato che l’integrazione comporterà in dieci anni risparmi di costi per 800 milioni di euro. «Almeno 40 milioni all’anno – ha detto il manager bresciano – derivano da efficienze gestionali, dall’ottimizzazione dei costi operativi e manutentivi», dalle sinergie nelle varie attività (progettazione, manutenzione, vigilanza) che oggi vedono sovrapposizioni tra Anas e altre società del gruppo come Rfi e Italferr. «Altri 400 milioni circa – ha aggiunto Mazzoncini – sempre in dieci anni, derivano dal nuovo contratto Anas, che prevede una riduzione dei costi delle opere di oltre il 3%, il che rispetto al piano di investimenti Anas vuol dire 400 milioni in meno». Mazzoncini si riferisce all’abbassamento delle «somme a disposizione» dal 12 al 9% (del valore dell’opera) concordato nel contratto, in cambio del fatto (che riduce i rischi per Anas) che il costo (e dunque la copertura statale) vengono fissati sul progetto definitivo approvato.

Il Sole 24 Ore – 18/01/2018

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