Cortina 2021 e Tav Brescia-Padova: «Strada spianata ad appalti veloci»

Il ministro Toninelli: i cantieri dell’alta velocità saranno più snelli e sostenibili. Le critiche di Cantone.

Il ministro Delrio ha lasciato in eredità a Toninelli un master plan con 150 miliardi di investimenti nelle grandi opere e con il decreto “sblocca cantieri” possono decollare appalti per 2,5 miliardi. Per il Veneto in ballo c’è la Tav Brescia-Padova che vale quasi 8 miliardi, ferma tra Lonato e Peschiera sul Garda.

E poi la nuova viabilità per le statali bellunesi Alemagna e Carnica in vista dei mondiali 2021 di Cortina: un conto di 240 milioni, stanziati con il decreto 50 del 2017.

Il cambio di rotta

Briciole, come dice l’Ance? Il cambio di rotta sul piano legislativo-burocratico è radicale e le polemiche sollevate dall’Anac di Cantone scavano un fossato tra il governo gialloverde e quello precedente del Pd. Toninelli non replica. Né a Raffaele Cantone, che ha chiesto di rientrare nei ranghi della magistratura visto che il suo ruolo rischia di esser superfluo, né a Luca Zaia che ieri ha trasformato in un comizio anti-M5S l’inaugurazione della pista ciclabile Ostiglia.

A Roma, il ministro delle Infrastrutture è alle prese con il “caso Siri”: il sottosegretario della Lega indagato per corruzione si è visto ritirare le deleghe che Toninelli intende tenere per sé. Gli attacchi di Zaia non lo preoccupano perché ha già chiarito in un faccia-a faccia che la competenza sulla Pedemontana Veneta appartiene in toto alla Regione e al suo commissario Corsini.

Il ministro delle Infrastrutture con un video su Fb ha spiegato che «siamo di fronte a un grande piano di rilancio degli investimenti pubblici e il decreto è solo una tessera del mosaico. Il nostro Paese ha bisogno di opere utili per avvicinare cittadini e comunità e le imprese hanno bisogno di una rete infrastrutturale efficiente e competitiva».

Ma cosa c’è nello “sblocca cantieri” firmato dal presidente Mattarella? Si tratta di una colossale riforma del codice degli appalti: 81 correzioni ai 216 articoli del codice del 2016. Si passa da 5 a 30 articoli e tra le novità più importanti c’è pure il giro di vite contro chi evade: chi non ha pagato le tasse e i contributi previdenziali sarà escluso dalle gare.

Ciò che preoccupa Cantone è la norma che consente di alzare da 150 a 200 mila euro l’affidamento dei lavori con procedura negoziata e riduce da 10 a 3 gli operatori da consultare. Una sforbiciata alla burocrazia che l’Anac osserva con timore, alla pari della norma che aumenta dal 30 al 50% il subappalto: «L’idea che i soggetti già coinvolti nella gara possano diventare subappaltatori si presta a rischio di intese», ha detto Cantone nel corso dell’audizione in commissione.

Ma Toninelli dopo un mese di “limature giuridiche” ha tirato dritto. L’eterna grande incompiuta dal 1990 si chiama Tav Milano-Venezia-Trieste, i cui lavori procedono così a rilento da chiedersi se i governi e le ferrovie non abbiano firmato un patto segreto col diavolo per consentire alle autostrade di incassare sine die i pedaggi sull’arteria più trafficata d’Italia.

Il nodo Alta velocità

Toninelli annuncia una svolta nelle procedure anche per la Tav Brescia-Padova e all’orizzonte si profila la nomina di un commissario: «La tratta Brescia-Verona si fa senza rallentamenti nei cantieri ma con migliorie e maggiore sostenibilità», spiega il ministro che rinvia i dettagli alla pubblicazione dell’analisi costi-benefici affidata al professor Ponti.

Ultima questione: la viabilità del Bellunese, in vista dei mondiali 2021. Gli appalti delle statali 51 Alemagna e 52 Carnica sono nelle mani di Ennio Cascetta, presidente dell’Anas, che dovrà ora scegliere un commissario veramente operativo: le nomine saranno decise con un dpcm di Palazzo Chigi.

I tempi sono legati alla tenuta del governo, Toninelli vuole bruciare le tappe ma prima va sciolta la lite Di Maio-Salvini sulla richiesta di dimissione di Siri. A Cortina si può essere ottimisti? Pare di no. «Nel decreto 50 che ha stanziato le risorse per i mondiali 2021 ci sono le norme di semplificazione mai utilizzate, la commissione Via non si è ancora espressa. Il governo deve trovare il coraggio di votare una delibera che accorci davvero la procedura», spiega l’onorevole De Menech.

La Nuova di Venezia – 22/04/2019

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