Bbt, la data di apertura slitta di un anno: 2027

Però i costi diminuiranno rispetto al preventivo: 8 anziché 10 miliardi di euro. Sui finanziamenti Austria e Germania si sono finalmente allineate all’Italia

di Paolo Campostrini

L’eurotunnel va ma dopo tanto correre si prende una pausa e rifiata, così, giusto per non inciampare proprio all’ultimo: passa infatti da una conclusione lavori prevista fino a ieri nel 2026 a un più rassicurante traguardo spostato nel 2027. “Tuttavia per essere operativi nello stesso anno” dicono i due amministratori delegati a sud (Italia) e a nord (Austria-Germania) Zurlo e Bergmeister. Non ci sarà più confine, spiegano i vertici Bbt, e dunque neppure “scarto” nei sistemi di conduzione. Ergo: ci prendiamo tutti un poco più di tempo per coordinarci e provare l’operatività sulla linea già conclusa tra i due versanti. Ancora dieci anni di attesa. Tanti, ma non un secolo. Comunque, non sono finite qui le sorprese. “Abbiamo risparmiato” annuncia infatti Lamberto Cardia, a capo della commissione interministeriale e del consiglio di sorveglianza della società del tunnel di base. In sostanza: tra appalti mirati, revisioni contabili, tagli ad alcuni passaggi progettuali usufruendo delle sinergie già in atto, si è passati dai quasi 10 miliardi annunciati per non avere sorprese, ad 8. “Solamente negli ultimi mesi sono state effettuate revisioni al ribasso per almeno 800 milioni” spiegano appena conclusa la riunione della commissione intergovernativa a Palazzo Ducale, presente al commissario europeo Pat Cox. Il quale, ricevuto Vito Cusumano, ha distribuito sorrisi perchè, forse, gli succede poche volte in giro per l’Europa di questi tempi di trovare una così compiuta unità di vedute tra Stati membri. Innanzitutto perchè l’Italia è pienamente in regola coi pagamenti, poi perchè anche l’Austria e soprattutto la Germania, fino a poco fa un poco in ritardo, si sono allineate. Poi perchè due Stati, anzi tre, sembrano andare di comune accordo, senza strappi ne ostacoli nazionali. “Tutto procede in perfetta armonia e questa è una delle mie più grandi soddisfazioni” ha detto il commissario del governo dopo aver salutato i suoi ospiti nella grande sala delle feste. Armonia anche nella collaborazione europea. “Fino al 2020 – chiarisce Konrad Bergmeister – l’Unione ha garantito e sottoscritto il finanziamento del 50% delle opere esplorative e del 40% di quelle di scavo, cioè dei tunnel veri e propri”. Anche la Provincia, attraverso la molto attesa e sollecitata a tutti i livelli concessione autostradale farà la sua parte. Daniel Alfreider, parlamentare Svp presente al vertice, conferma che gli accantonamenti effettuati in questi anni sugli utili autostradali saranno destinati, appunto, a sostenere la grande l’opera strategica. “E’ una delle condizioni per la concessione – dice – e 550 milioni saranno erogati appena avremo la sicurezza della gestione. Per l’A22 è essenziale operare sul territorio e farlo anche in previsione di un essenziale spostamento del traffico dalla gomma alla rotaia”. Appunto, al tunnel. Che partirà anche senza il completamento delle tratte d’accesso, visto, come ha rispiegato Bergmeister, il coordinamento tra treni veloci e linea storica avverrà in automatico senza ricadute sull’operatività. Annuisce Ezio Facchin, commissario governativo per la grande opera, esperto di sistemi ferroviari. Nei 125 chilometri della nuova tratta ci sarà convivenza virtuosa tra vecchi e futuri convogli, ognuno in grado di spostarsi alla velocità per cui è stato predisposto, senza pestarsi i piedi. Tutto questo è probabilmente alla base dell’ulteriore anno di attesa che è stato programmato ieri a Palazzo Ducale. Perchè, tra dieci anni, quando la linea farà la sua prima corsa piena di passeggeri e, si spera, di merci, tutto dovrà filare in orario.

Alto Adige/Economia Bolzano – 06.12.2017

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