Assegno da 117 milioni per cancellare 84 passaggi a livello

Accordo tra Regione e Rfi: una svolta per la mobilità veneta. Decisivo il ruolo di Net Engineering che ha le chiavi del Sfmr

di Nicola Brillo

Dopo 40 anni di promesse, trova una soluzione il problema dei passaggi a livello ferroviari, che hanno messo a dura prova i nervi degli automobilisti veneti e non solo. Con un investimento di 117 milioni verranno soppresse 84 intersezioni tra sede stradale e ferroviaria. L’investimento è stato possibile grazie (anche) all’accordo firmato a fine anno tra la Regione Veneto e Net Engineering, società padovana che chiedeva la corresponsione di 80 milioni di euro per prestazioni professionali legate al Servizio ferroviario metropolitano regionale, l’Sfmr inventato nel 1990 da Carlo Bernini, allora ministro dei Trasporti, dopo aver guidato la giunta regionale del Veneto. A raccogliere l’eredità sono stati Franco Cremonese e poi Giancarlo Galan e Renato Chisso, che hanno avviato un braccio di ferro con Giovan Battista Furlan, deus ex machina di Net Engineering. Una questione che si trascinava da 18 anni chiusa con la giunta Zaia in cambio dell’assegnazione di 28,5 milioni per il triennio 2017-2019 per progettare gli interventi necessari alla realizzazione della rete metropolitana.

Sarà dunque la società di Monselice, multinazionale di progettazione infrastrutturale attiva in 35 Paesi, ad occuparsi della realizzazione della progettazione degli interventi, per la realizzazione di collegamenti veloce e ad alta frequenza estesi all’intero territorio regionale veneto.

«E’ una svolta per il futuro delle infrastrutture nel Veneto» ha commentato il governatore del Veneto Luca Zaia «con l’accordo con Rfi verranno risolti anche i punti neri per la viabilità legati ai passaggi a livello con una risposta forte alle necessità locali». L’accordo è stato sottoscritto ieri a Venezia dal presidente della Regione del Veneto con l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana–Rfi, Maurizio Gentile, che stabilisce anche la ripartizione degli investimenti: 72 milioni sono in capo a Rfi e i rimanenti 45,6 arrivano dalla Regione (oltre agli oneri di progettazione). I fondi saranno così scadenzati: nel 2017 la Regione riconoscerà a Rfi l’importo di 24,5 milioni euro, 6,1 milioni (2018), 10,35 milioni (2019), 4,25 milioni (2020) e 400mila euro (2021).

I primi interventi riguarderanno i passaggi livello di Mestre in via Gazzera, Castelfranco Veneto, Noale, Verona e Rovigo.

«Il lavoro paga sempre» ha commentato il governatore Zaia, «tanto che rispetto al 2010 abbiamo affrontato con successo importanti sfide: la soluzione del problema Sfmr con la sottoscrizione del lodo, il rinnovamento del materiale rotabile con l’entrata in servizio di molti nuovi treni, l’orario cadenzato che ci ha portato a una puntualità del 98% entro i cinque minuti, l’avvio della realizzazione del Treno delle Dolomiti, l’elettrificazione delle tre tratte pedemontane e dell’anello basso del bellunese, un nuovo accordo con Trenitalia che è in corso di definizione».

I numeri del progetto Sfmr, la “metro” del Veneto, comprendono 1100 km di rete esistente elettrificata, 180 km di nuove linee ferroviarie, 407 passaggi a livello eliminati, 162 stazioni e fermate ferroviarie da ristrutturare, 37 nuove fermate e stazioni ferroviarie e 120 nuovi treni da adibire al servizio Sfmr. Insomma, di strada da percorrere ce n’è ancora tanta: si spera solo che i passaggi a livello vengano davvero eliminati entro il 2021: le auto e i camion da 40 anni sono in coda ogni mattina e la pazienza è davvero finita.

La Tribuna di Treviso – 02.08.2017

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