Autovie Venete, l’utile raddoppia a 15 milioni nonostante il calo del traffico

Il risultato è stato frutto di poste straordinarie, del rilascio di precedenti accantonamenti nonché della razionalizzazione e dell’efficientamento delle attività di gestione

Chiude con un utile di 15,2 milioni di euro (6,5 milioni nel 2019) il bilancio 2020 della concessionaria autostradale Autovie Venete. Un anno caratterizzato da un forte calo dei transiti e di conseguenza delle entrate dai pedaggi, attestatasi a circa 50 milioni di euro. Il bilancio è stato approvato dall’assemblea degli azionisti, svoltasi oggi in videoconferenza. Il risultato è stato frutto di poste straordinarie, del rilascio di precedenti accantonamenti nonché della razionalizzazione e dell’efficientamento delle attività di gestione.

Su proposta del socio di maggioranza Friulia – che chiede l’impiego dell’utile a servizio dell’effettuazione di investimenti in PMI del territorio – il 10% dell’utile verrà distribuito tra gli azionisti, mentre la differenza, di quasi 13 milioni, verrà destinata alla riserva straordinaria e 760mila a quella legale. Durante il 2020, la Società ha inoltre proseguito nel piano di realizzazione degli investimenti per un valore di oltre 100 milioni di euro. Specificamente, nel 2020 si è registrato un calo rispetto all’anno precedente dei transiti dei veicoli leggeri pari al 37% e dei mezzi pesanti del 13,5%.

Nordest Economia – 30/04/2021

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L’Italia in pandemia lascia a casa le automobili e viaggia sui mezzi pesanti

I mezzi pesanti sorpassano quelli leggeri. Lo mostrano i dati del Mobility DataLab.

Nel mese di marzo di quest’anno i dati relativi alla mobilità rivelano un aumento della circolazione dei mezzi pesanti del 155% rispetto allo stesso mese del 2020, mentre quella dei veicoli leggeri è scesa del 31%.

A scattare questa fotografia della viabilità in Italia è OctoTelematics, azienda nota soprattutto, per la fornitura di servizi telematici e di soluzioni avanzate di analisi dei dati per il settore assicurativo e la Smart Mobility, attraverso il Mobility DataLab.

Ideato da poco più di un anno, il Mobility DataLab è uno strumento web che rileva in forma anonima le informazioni relative al posizionamento di veicoli leggeri e pesanti, dotati di on board unit, infine le rielabora, per fornire in maniera immediata, attraverso grafici ed informazioni di sintesi, indicazioni relative agli spostamenti su strada di persone e merci.

Un incremento costante della viabilità dei mezzi pesanti

È ancora da un comunicato sul Mobility DataLab che si è potuto osservare che la variazione del traffico dei mezzi pesanti e leggeri di un giorno medio, rispetto al giorno corrispondente nel periodo precedente al lockdown, è stata del 260% in più per i mezzi pesanti e del 15% in meno per i veicoli leggeri. In sostanza il forte incremento della viabilità dei mezzi pesanti si è mantenuto costante dall’inizio dello scorso anno, registrando un vero e proprio picco tra febbraio e marzo 2021, quando i km percorsi dai mezzi pesanti sono balzati da 1.576.689 a 4.425.984.

Un importante mezzo di supporto per conoscere l’evoluzione della mobilità

Nato in piena pandemia, il Mobility DataLab oggi, continua ad essere un importante mezzo di supporto per conoscere l’evoluzione dello stato della mobilità soprattutto per consentire l’attuazione di politiche di mobilità intelligenti.
L’iniziativa porta la firma di Octo Telematics e di Infoblu, quest’ultima nota per le soluzioni di infomobilità, ma alla sua realizzazione hanno partecipato anche altre aziende di settore tra cui QMap, conosciuta nel mondo dei sistemi intelligenti di trasporto (ITS) soprattutto per le sue soluzioni basate su routing e mapping applicate ai Big Data e Tandem che opera nell’ambito dello studio della mobilità nelle sue diverse forme.

Trasporti-Italia.com – 30/04/2021

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Pnrr: al Mims 62 miliardi per mobilità, infrastrutture e logistica. Ecco i principali interventi

Interventi sulle infrastrutture, sulla digitalizzazione, sui porti, sulla logistica, sulla nuova mobilità di presente e futuro: contiene questo e molto altro il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza stilato dal Governo, che ci permetterà, auspicabilmente, di riprenderci dalla crisi profonda innescata dal Covid-19.

Ma qual è stato il contributo del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili nella stesura del documento e, soprattutto, quale sarà il suo contributo nell’attuazione?

Il ruolo del Mims nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Con una nota stampa, questa mattina, il Mims ha riassunto i suoi principali interventi, corredati da una dichiarazione del ministro Enrico Giovannini “Il Mims assume un ruolo centrale nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Abbiamo l’occasione di progettare un Paese sostenibile e resiliente con una visione di medio-lungo periodo.
Il Pnrr è solo l’inizio di un processo che prevede investimenti senza precedenti per la costruzione e la riqualificazione di infrastrutture, per la mobilità sostenibile, per rafforzare le imprese e migliorare la qualità del lavoro e della vita delle persone, tutelando gli ecosistemi terrestri e marini”.

Pnrr: 62 miliardi per infrastrutture, mobilità e logistica

Sono 62 i miliardi di euro per gli interventi sulle infrastrutture, sulla mobilità e sulla logistica sostenibili contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una cifra che fa emergere il ruolo centrale del Mims nell’attuazione di progetti determinanti per il rilancio del Paese, basato sulla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Rispetto alle risorse previste a legislazione vigente per gli investimenti di competenza del Mims, il Pnrr aggiunge 47 miliardi di euro. Inoltre, nella versione definitiva del Piano le risorse per infrastrutture, mobilità e logistica sono aumentate di 14 miliardi rispetto alla bozza approvata dal precedente esecutivo il 12 gennaio scorso.

Mims: la ripartizione delle risorse

I progetti del Ministero si finanziano per 41 miliardi con le risorse europee del programma Next Generation Eu (40,7 miliardi) e con quelle del React Eu (313 milioni), cui si aggiungono risorse nazionali per quasi 21 miliardi di euro, di cui 10,6 miliardi dal Fondo complementare e 10,3 miliardi dallo scostamento di bilancio. I fondi nazionali perseguono i medesimi obiettivi di quelli europei, ma in alcuni casi finanziano progetti relativi a un orizzonte temporale più lungo rispetto al termine del 2026 imposto dal Pnrr, come il completamento dell’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Il 56% delle risorse (34,7 miliardi di euro) è destinata a interventi nel Mezzogiorno, segno della volontà del Governo di avviare concretamente politiche per il superamento dei divari tra le diverse aree del Paese.

Pnrr: i progetti di competenza del Mims

I progetti di competenza del Ministero riguardano: l’estensione dell’alta velocità ferroviaria e il potenziamento delle reti regionali; il rinnovo dei treni, degli autobus e delle navi per la riduzione delle emissioni; gli investimenti per lo sviluppo dei porti, della logistica e dei trasporti marittimi; gli interventi di digitalizzazione per la sicurezza di strade e autostrade; la transizione ecologica della logistica; lo sviluppo della mobilità ciclistica e delle strade provinciali per migliorare la viabilità delle aree interne; la qualità dell’abitare e le infrastrutture sociali; la tutela e la valorizzazione delle risorse idriche.
Alcuni progetti verranno realizzati in collaborazione con altri Ministeri (Transizione ecologica, Transizione digitale, Cultura, Giustizia, Dipartimento per il Sud e la Coesione territoriale). Infatti, quattro delle sei ‘missioni’ che compongono il Pnrr prevedono interventi di competenza del Mims: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (493 milioni di euro); rivoluzione verde e transizione ecologica (15,8 miliardi); infrastrutture per una mobilità sostenibile (41,8 miliardi); inclusione e coesione sociale (3,9 miliardi). Accanto agli investimenti, sono previste importanti riforme di carattere ordinamentale, necessarie per accelerare la realizzazione delle opere del Pnrr e di altri interventi infrastrutturali, a migliorare la concorrenza e l’efficienza del sistema economico.

Pnrr: i principali interventi

Essenziale per favorire la transizione ecologica è la “cura del ferro” per agevolare lo shift modale: si stima un abbattimento di 2,3 milioni di tonnellate annue di emissioni di CO2. In particolare, saranno realizzati 700 chilometri di ferrovia tra sviluppo dell’alta velocità e linee regionali, 216 chilometri di nuove linee tranviarie, metropolitane e di filobus, oltre all’acquisto di nuovi treni. Per migliorare la sostenibilità ambientale, inoltre, saranno acquistati 3.200 autobus elettrici e a idrogeno per le aree urbane e 2.000 autobus a metano per il trasporto extraurbano, sarà potenziata la sperimentazione dell’idrogeno per le ferrovie non elettrificate (in Val Camonica e al Sud) e saranno realizzati 1.800 chilometri di ciclovie turistiche e urbane.

Estensione dell’alta velocità ferroviaria e potenziamento delle reti regionali – Per lo sviluppo delle linee ferroviarie ad alta velocità/alta capacità sono previsti investimenti per 25 miliardi, mentre 5,45 miliardi sono destinati al potenziamento delle reti regionali e l’elettrificazione, con una particolare attenzione al Mezzogiorno, e al miglioramento dei collegamenti ferroviari con porti e aeroporti. Per il programma di potenziamento dei nodi ferroviari nelle aree urbane sono previsti circa 3 miliardi, mentre 700 milioni serviranno per la riqualificazione di 30 stazioni strategiche dal punto di vista trasportistico e turistico.

Nell’alta velocità/alta capacità ferroviaria gli interventi di maggior rilievo riguardano la realizzazione dei principali lotti funzionali della linea Salerno-Reggio Calabria (11,2 miliardi),  il completamento della Napoli-Bari (1,4 mld), ulteriori lotti funzionali della Palermo-Catania-Messina (1,4 mld). Per la Brescia-Padova sono previsti l’attraversamento di Vicenza e la progettazione definitiva del lotto da Vicenza a Padova (4,6 mld). Sulla linea Liguria-Alpi gli interventi riguardano il completamento del Terzo Valico del Giove (4,0 mld) e sulla Verona-Brennero è previsto in particolare l’attraversamento di Trento (0,9 mld). Le opere permetteranno di ridurre i tempi di percorrenza, soprattutto nelle tratte del Sud, di aumentare il traffico merci su rotaia e migliorare le connessioni con i porti, agevolare il collegamento delle linee del Nord con il resto dell’Europa. Una volta completata la linea ad alta velocità, il tempo di percorrenza tra Roma e Reggio-Calabria si ridurrà di circa un’ora, da 5 a 4 ore, adeguandosi al tempo necessario per spostarsi in treno da Roma a Torino, tratta di pari lunghezza. Interventi di velocizzazione ed efficientamento interesseranno le cosiddette ‘connessioni diagonali’, come la Roma-Pescara (0,6 mld), la Orte-Falconara (0,5 mld), la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia (0,4 mld).

Tra gli interventi di potenziamento delle ferrovie regionali figurano investimenti sulle linee Roma-Venafro-Campobasso-Termoli e Sibari-Catanzaro lido-Reggio Calabria (Ionica). Saranno poi effettuati interventi sul nodo di Catania, sarà elettrificata la Barletta-Canosa. La linea Codogno-Cremona-Mantova sarà raddoppiata, così come la Albairate-Abbiategrasso. Ulteriori investimenti riguarderanno il collegamento con il porto di Augusta e per i collegamenti ferroviari con gli aeroporti di Olbia e Brindisi. Gli investimenti previsti nella mobilità su ferro prevedono anche la realizzazione del programma ‘Percorsi nella storia’, con interventi nelle ferrovie storiche nazionali e il treno verde della Sardegna.

Rinnovo dei treni, degli autobus, delle navi per riduzione delle emissioni – Risorse pari a 8,4 miliardi sono destinate al trasporto locale ‘green’ e al trasporto rapido di massa. Rientrano in questo ambito il rinnovo del parco autobus (con l’acquisto di mezzi per rendere full electric le città di Milano, Roma, Napoli) e dei treni per il trasporto pubblico locale e degli Intercity al Sud, il rinnovo di materiale rotabile per il trasporto delle merci e l’acquisto di nuove navi ‘ecologiche’ anche da destinare ad un collegamento più veloce e sostenibile nello Stretto di Messina.

Investimenti per lo sviluppo dei porti, della logistica e dei trasporti marittimi – Sono previsti oltre 3,8 miliardi per interventi per l’ammodernamento e il potenziamento dei porti, la realizzazione del Piano nazionale del Cold ironing, che permette alle navi di sostare al porto eliminando le emissioni inquinanti, le infrastrutture per le Zone Economiche Speciali  (Zes) e per agevolare l’intermodalità con la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario nei porti di Venezia, Ancona, Civitavecchia, Napoli, Salerno.

Interventi di digitalizzazione – Gli investimenti ammontano a 4,8 miliardi in diversi settori, tra cui quello della logistica e del trasporto pubblico locale per favorire lo sviluppo del modello Mobility as a service e l’uso integrato delle diverse modalità. Sono previsti interventi per la messa in sicurezza e il monitoraggio delle autostrade A24 e A25 e di ponti e viadotti e gallerie stradali e autostradali attraverso l’impiego di tecnologie di ultima generazione. Un importante investimento è quello relativo allo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (Ertms), con l’introduzione di tecnologia per l’aumento della sicurezza, della velocità e della capacità delle infrastrutture. Importanti innovazioni riguarderanno anche i sistemi di controllo del traffico aereo per ottimizzare l’uso delle piste evitando ulteriore consumo di suolo.

Transizione ecologica della logistica – Gli interventi per circa 1,4 miliardi riguardano, tra l’altro, le colonnine per le ricariche elettriche, la sperimentazione del trasporto ferroviario a idrogeno in Val Camonica, nel Salento e in altre reti, lo sviluppo della smart mobility.

Sviluppo della mobilità ciclistica – Per questo insieme di interventi sono previste risorse per quasi 1 miliardo di euro, in particolare per la realizzazione delle piste ciclabili urbane e turistiche e per connettere le strade provinciali con le principali direttrici di trasporto.
Qualità dell’abitare e le infrastrutture sociali – Gli interventi di competenza del Mims sono pari a oltre 5,2 miliardi. Si tratta di risorse indirizzate a progetti per la rigenerazione urbana e l’housing sociale. In particolare, sono previsti investimenti per il programma innovativo “Qualità dell’abitare” (2,8 miliardi) per l’efficientamento delle cittadelle giudiziarie, per la riqualificazione dell’edilizia penitenziaria e il miglioramento degli spazi nelle strutture minorili di riabilitazione.

Tutela e valorizzazione delle risorse idriche – Sono previsti investimenti per complessivi 3,2 miliardi. Si tratta di interventi sulle infrastrutture idriche primarie (2 miliardi per dighe, invasi e acquedotti) e sulle reti di distribuzione (1,2 miliardi per eliminare dispersioni e sprechi).

Trasporti-Italia.com – 30/04/2021

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Crociere, dal primo Maggio riparte Costa e Msc raddoppia

29 Aprile 2021

Mentre nel corso dell’estate nel Mediterraneo orientale partiranno la Costa Deliziosa (dal 26 giugno da Venezia) e la Costa Luminosa (dal 16 da Trieste)

Prove di normalità per il mondo delle crociere dal primo maggio, con la Liguria grande protagonista della ripartenza. Msc si prepara al raddoppio con la Seaside, che salperà sabato da Genova per crociere nel Mediterraneo occidentale. Con l’ammiraglia Msc Grandiosa il gruppo ha continuato a solcare il ‘Mare nostrum’ dall’agosto 2020, salvo lo stop natalizio. Ritorna invece in navigazione sabato per la prima volta nel 2021 Costa Crociere, con la ripartenza da Savona dell’ammiraglia Costa Smeralda. A stretto giro il gruppo raddoppierà nel Mediterraneo occidentale con la Costa Firenze (da Savona dal 4 luglio). Mentre nel corso dell’estate nel Mediterraneo orientale partiranno la Costa Deliziosa (dal 26 giugno da Venezia) e la Costa Luminosa (dal 16 da Trieste).

Ancora Msc nel Mediterraneo orientale schiererà la Orchestra (il 5 giugno da Venezia), la Splendida (il 12 giugno da Trieste) e la Magnifica (il 20 giugno da Trieste). Un’accelerazione per il comparto crocieristico dopo lo stop del Covid, che segna un’importante ripresa economica su tutto il territorio, considerato tutto l’indotto legato alle crociere: dalle agenzie di viaggio, ai cantieri, ai fornitori di beni utilizzati a bordo, ai servizi escursioni ai servizi portuali. Non va dimenticato poi l’impatto diretto del turismo dei crocieristi nei singoli scali, per quanto ‘protette’ siano le visite in era covid. Entrambe le ‘big’ delle crociere hanno sviluppato e rodato protocolli di sicurezza contro i contagi covid.

Collegamento Cortina-Alleghe-Arabba, parla l’assessore Caner

Alla fine, l’assessore regionale al Turismo e alla Montagna, Federico Caner, si è deciso a parlare della vicenda relativa al progetto di collegamento tra Cortina, Alleghe e Arabba, in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026, chiarendo che allo stato attuale non esiste alcun progetto di collegamento.

Dopo un silenzio lungo e protratto sull’argomento, Caner, nel corso delle audizioni convocate da Alessia Rotta, presidente della commissione Ambiente alla Camera, ha spiegato, “siamo ancora nella fase della raccolta dei documenti e non è stato dato alcun incarico ad alcun professionista”.

L’assessore ha poi voluto sottolineare che non sarà possibile realizzare i progetti di impianti proposti da un gruppo di imprenditori bellunesi, perché “la Regione ha ben chiaro che si tratta di tracciati non percorribili dal punto di vista ambientale”. L’idea, più volte citata dal presidente Luca Zaia, come possibile fiore all’occhiello per il rilancio dell’economia del territorio bellunese, sarebbe quella del collegamento tra Cortina e i comprensori sciistici del Civetta e del Sellaronda.

Un confronto con le province di Bolzano e Trento, c’è stato, ha spiegato l’assessore: “Hanno dato il loro assenso ad un piano complessivo di riordino della mobilità dell’area, teso alla riduzione del traffico automobilistico, soprattutto sui passi. E per questo stiamo immaginando una mobilità alternativa, sostenibile, all’interno dell’area delle Dolomiti, basata essenzialmente su impianti a fune. Siamo insomma alla definizione dell’obiettivo generale, nulla di più. Una volta raccolta la documentazione necessaria, si potrà procedere con l’affidamento dell’incarico ai professionisti”.

L’assessore Caner ha quindi confermato l’esistenza di un progetto “messo a punto da un gruppo di impiantisti di Arabba”, (che tanto aveva fatto preoccupare la Fondazione Dolomiti, l’ente che vigila sulle montagne venete), escludendo però che possa venire preso in considerazione, perché “ non rispetta i vincoli imposti dalla legge Pecoraro Scanio.

Contestualmente è stato ascoltato dalla commissione anche Enrico Vicenti, segretario generale della commissione nazionale  italiana per l’Unesco, che ha avvertito: “Occorre estrema cautela, perché è difficile immaginare che la realizzazione di ampliamenti dei comprensori sciistici già esistenti, della dimensione ventilata, possa essere compatibile con la tutela dell’integrità del sito Patrimonio dell’Umanità. Il rischio per il sito potrebbe essere quello di venire iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale in pericolo, con il conseguente forte danno di immagine per il territorio, ma anche per l’intero Paese. Dunque i progetti devono essere resi pubblici e consultabili dalle parti interessate”.

Alessia Rotta ha concluso le audizioni sostenendo la necessità di un tavolo unico di confronto tra Stato, Regioni, Province, Comuni e Fondazione Unesco, finalizzato alla realizzazione degli impianti a fune.

Veneto Report – 29/04/2021

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Infrastrutture: Pizzimenti, Regione attenta su linea Trieste-Venezia

“Sono in corso il potenziamento tecnologico e la velocizzazione della linea ferroviaria Trieste-Venezia, che è sempre all’attenzione della Regione: nel merito sono attivi numerosi tavoli di confronto territoriali coordinati dalla stessa Amministrazione. Si tratta di un progetto di interesse nazionale ed è una delle 57 opere pubbliche per le quali di recente il Ministro delle infrastrutture e alla mobilità sostenibile ha individuato i commissari straordinari. Per il progetto della Trieste Venezia, che è compreso nel Contratto di programma Mims-Rfi, il commissario è l’ingegner Vincenzo Macello”.

Lo ha rilevato l’assessore alle Infrastrutture e al territorio, Graziano Pizzimenti, rispondendo a una interrogazione in sede di Consiglio regionale.

“La nostra Regione – spiega Pizzimenti – in considerazione della rilevanza delle opere previste aveva infatti proposto e condiviso con altre Regioni la necessità che le strutture commissariali coinvolgano i territori nella fase progettuale e nella individuazione di dettaglio della localizzazione delle nuove opere o varianti ai tracciati esistenti delle opere ferroviarie e stradali”.

“Tale proposta – precisa l’assessore – era stata fatta propria dalla Conferenza delle Regioni e inviata al Parlamento nel contesto dell’esame dei provvedimenti governativi per la individuazione delle strutture commissariali”.

In particolare, per le opere sostitutive che interessano i Comuni di Monfalcone e Ronchi dei Legionari è stato attivato nel novembre 2020 uno specifico tavolo di lavoro coordinato dalla Regione e finalizzato a favorire la interlocuzione tra RFI e i due enti civici interessati, e ad accompagnare la fase progettuale.

“Finora – puntualizza Pizzimenti – si sono tenuti tre incontri del Tavolo tecnico e un sopralluogo, sempre con la Regione in un ruolo proattivo e in tale contesto sono state formulate da parte dei due Comuni le proposte alternative presentate dagli stessi alla stampa, che sono al momento all’esame delle strutture tecniche di Rfi; a conclusione di questa fase sarà nuovamente convocato il tavolo di confronto”.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – 28/04/2021

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Recovery: Assoporti, gli investimenti ci sono, grazie Giovannini

Presidente Rossi, ‘3 miliardi per sostenibilità ambientale’

L’Associazione dei Porti Italiani “accoglie con favore l’ultima bozza del PNRR che andrà in Parlamento, dove sono stati inseriti diversi investimenti per il settore portuale. Nello specifico, la tabella contenente la proposta a valere sulla programmazione complementare prevede una serie di stanziamenti per la sostenibilità ambientale nei porti”.

In una nota, l’associazione indica gli obiettivi: “Si va dallo sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici, agli interventi per l’aumento selettivo della capacità portuale e per l’ultimo e il penultimo miglio stradale e ferroviario. E ancora, sono previsti fondi per l’efficientamento energetico, per l’elettrificazione delle banchine e, infine, per la generale sostenibilità ambientale dei porti (c.d. Green Ports). Si tratta di una somma di oltre 3 miliardi di euro complessivi proposte dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili per il comparto”.

Il presidente di Assoporti, Daniele Rossi, ha voluto subito evidenziare: “Il nostro ringraziamento va al Ministro Enrico Giovannini e alla sua struttura per l’ottimo lavoro svolto.

Siamo stati sentiti nelle scorse settimane e prendiamo atto che le infrastrutture portuali sono state inserite nella programmazione. Ricordo ancora una volta che il settore portuale ha svolto un ruolo cruciale nel periodo dell’emergenza sanitaria per assicurare l’approvvigionamento dei beni essenziali per il Paese. Per tale motivo è necessario che sia tenuto nella giusta considerazione. Adesso, andiamo avanti con le riforme di alcune norme per la realizzazione delle opere infrastrutturali.”

Ansa/Mare – 28/04/2021

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Interporto Padova, altri 7 milioni per crescere: quinta gru elettrica e guida da remoto

27 Aprile 2021

La società archivia un 2020 da record grazie all’implementazione dei collegamenti ferroviari per semirimorchi

di Matteo Marian

Nemmeno un giorno di stop in un anno abbondante di pandemia valgono un 2020 con numeri record. Ma guai a semplificare. «Interporto Padova cresce in virtù di scelte strategiche fatte prima dell’avvento del Coronavirus» sottolinea Roberto Tosetto, direttore generale della società che gestisce il polo logistico padovano e (caso unico nel panorama nazionale) ha il controllo delle strutture terminalistiche e del software di gestione. Scelte che guardano alla sostenibilità e all’innovazione.

LA SVOLTA

Proprio a inizio 2020, infatti, Interporto Padova ha istituito nuovi collegamenti ferroviari giornalieri con gli interporti tedeschi e olandesi (Colonia e Geleen) per traffico di semirimorchi (non container marittimi quindi) che hanno permesso alle aziende venete di continuare a esportare in Europa. «Una decisione, questa di puntare anche sui semirimorchi, che è stata presa nel 2018» spiega Tosetto «e che per tempo abbiamo implementato. È un po’ come aver completato il catalogo prodotti. Differenziando la nostra offerta siamo riusciti a intercettare una domanda crescente e questo rende la società più solida. Oggi il traffico dei semirimorchi pesa per il 10-15% sulla movimentazione complessiva. Grazie a questo e a una collaborazione strategica principalmente con le Ferrovie italiane, ma comunque con vari operatori intermodali e ferroviari nazionali ed europei, è stato raggiunto il record storico di traffico intermodale nella storia di Interporto Padova Spa».

I NUMERI

Lo scorso anno, Interporto Padova ha movimentato 6,2 milioni di tonnellate di merce. Parliamo di 360.580 Teu (misura standard di volume nel trasporto container) movimentati nel sistema terminalistico con un aumento del 13,75% rispetto all’anno precedente. Complessivamente nel 2020 sono stati 7.180 i treni merci arrivati e partiti da Padova Interporto. I principali porti e località connessi via ferrovia sono La Spezia, Genova, Livorno, Trieste, Capodistria, Milano, Bari, Catania, Rivalta Scrivia, Germania (Colonia), Olanda (Geleen). I ricavi, nel bilancio 2020 prossimo all’approvazione, sono saliti oltre quota 34 milioni di euro (32,2 milioni nel 2019) con un utile netto balzato – secondo le prime indicazioni – oltre i 2 milioni di euro dal milione registrano nel corso 2019.

AUTOMAZIONE

La prossima assemblea dei soci, oltre all’approvazione del bilancio 2020, sarà chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione e a nominare il nuovo presidente al posto di Sergio Gelain. Il futuro, tuttavia, è delineato: quinta gru elettrica a portale e ulteriore spinta all’automazione del terminal. «Dopo l’installazione delle prime quattro gru a portale, la quinta è in fase avanzata di montaggio ed entro la prima metà di maggio entrerà in funzione» aggiunge Tosetto. «Parliamo di un investimento da 4,5 milioni di euro, ma non è il solo. Per la fine del 2022 contiamo di finalizzare il piano per la guida da remoto delle gru attraverso un secondo investimento da 2,5 milioni. È il primo progetto italiano in tal senso e uno dei primi in Europa per i terminal interportuali non marittimi» conclude Tosetto. Sullo sfondo la partita del progetto dell’Alta velocità ferroviaria da Vicenza a Padova che chiama in causa anche il futuro del traffico merci. Due le ipotesi sul tavolo e in attesa della definizione complessiva dell’intervento: un bypass ferroviario che porti i treni merci all’Interporto senza passare dalla stazione centrale o l’adeguamento (con raddoppio) della linea merci attuale stazione-Interporto.

LA SOCIETA’

Interporto Padova Spa è nata nel 1973 per iniziativa degli Enti pubblici locali padovani (Comune, Provincia e Camera di commercio) e Ferrovie dello Stato. È uno dei nove “interporti di primo livello” italiani, previsti dalla legge 4 agosto 1990 n. 240. Il capitale sociale è di 36 milioni di euro (Camera di commercio 33,3%, Comune 19%, Provincia 15,5%, Aps Holding 9,7%, Consorzio Zip in liquidazione 6,3%). La società ha in proprietà più di un milione di metri quadri fondiari di aree (superficie netta, escluse le strade e le opere di urbanizzazione). Negli ultimi 15 anni, Interporto ha investito circa 200 milioni di euro e oggi è proprietaria di 280.000 metri quadri coperti di magazzino (di cui 20.000 a temperatura controllata) oltre a uffici e una grande struttura intermodale di circa 240.000 metri quadrati. Anche il terminal di FS-Logistica Spa è dato in locazione a Interporto Padova che lo gestisce in un tutt’uno omogeneo con il proprio (70.000 metri quadrati). Al suo interno sono insediate circa 150 aziende impegnate nel mondo della logistica e dell’e-commerce che impiegano complessivamente 3.000 addetti.

Nordest Economia – 27/04/2021

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