Catullo porta d’accesso alle Dolomiti, accordo tra aeroporto e Trento

30 Giugno 2020

La provincia autonoma trentina hanno stretto un importante accordo di partnership con lo scalo scaligero per promuovere il proprio territorio almeno fino al 2026, anno delle Olimpiadi invernali

La società che gestisce l’aeroporto di Verona e la provincia autonoma di Trento hanno stretto un importante accordo di partnership finalizzato alla promozione del territorio trentino nello scalo scaligero, anche in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Sulla base dell’accordo, a partire dal prossimo ottobre, i passeggeri in arrivo al Catullo vedranno le immagini delle bellezze naturali e paesaggistiche del Trentino. Boschi, montagne e laghi saranno riprodotti attraverso pannelli e vetrofanie realizzati con il supporto creativo e tecnico di Trentino Marketing.

Il Catullo, con 50 compagnie aeree operative per oltre 90 destinazioni (dato del 2019), costituisce l’aeroporto di riferimento per il Trentino che, con oltre 30 milioni di presenze lo scorso anno, rappresenta per ricchezze naturalistiche e culturali una delle più importanti destinazioni alpine, meta privilegiata di turisti sia nazionali che internazionali.

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A sottolineare il legame tra lo scalo e il territorio trentino, sopra la facciata del lato arrivi del terminal che dà sul piazzale aeromobili, verranno collocate due scritte «Trentino – Gateway to the Dolomites», ad evidenziare che lo scalo rappresenta una delle principali porte d’accesso verso le montagne patrimonio dell’Unesco.

La partnership si protrarrà per 6 anni, fino al 2026, e accompagnerà Catullo e Trentino nel loro sviluppo e preparazione all’accoglienza di importanti flussi di visitatori previsti per le Olimpiadi invernali 2026.

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«L’accordo costituisce un forte messaggio positivo dopo mesi di difficile crisi, durante i quali però non ci siamo mai fermati – ha commentato il presidente del Catullo Paolo Arena – Il Catullo sta infatti riprendendo progressivamente e in sicurezza la sua operatività e giornalmente continuano a riattivarsi voli che si erano arrestati. Con i soci di Catullo guardiamo avanti e con positività ci proiettiamo verso la data del 2026, appuntamento fondamentale per il Trentino e per l’intero territorio servito dal nostro aeroporto».

Ed Enrico Marchi, presidente del gruppo Save, che è il socio privato dell’aeroporto ha aggiunto: «La partnership con la provincia autonoma di Trento rappresenta un passo importante nello sviluppo delle relazioni tra l’intero polo aeroportuale del Nordest e un territorio che costituisce un riferimento di eccellenza per il turismo nazionale ed internazionale. La rete dei voli degli aeroporti da noi gestiti, duramente colpita dall’emergenza, si sta progressivamente ricostruendo, attraverso un lavoro di squadra il cui obiettivo è da sempre quello di soddisfare le esigenze del bacino d’utenza. Catullo e Marco Polo insieme hanno ripreso il loro percorso di crescita integrata, secondo una logica di sistema determinante anche per il successo del grande appuntamento delle Olimpiadi invernali 2026».

«Quella olimpionica è una sfida così grande ed avvincente che rende ancora più doveroso il gioco di squadra, dove ciascuno possa mettere in campo i migliori talenti di cui dispone – ha concluso Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento – Ecco allora che la forza dell’identità alpina si unisce alla forza di una rete di collegamenti capace di aprirsi a tutto il mondo».

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Verona Sera – 30/06/2020

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Approvato in Consiglio Regionale il PTRC. Assessore Corazzari: “Nuovo strumento per una nuova urbanistica che mette al centro rispetto per il territorio, coerenza e sostenibilità”

“Da oggi il Veneto dispone di uno strumento di governo dello sviluppo del territorio che non definisce esclusivamente regole rigide e vincolanti, ma delinea dinamiche e strategie che, all’insegna della sostenibilità, si pongono in linea con i tempi e sono frutto di una pianificazione concertata tra tutti gli enti coinvolti, secondo criteri di opportunità e flessibilità”.

Con queste parole l’assessore regionale al territorio, all’urbanistica e alla cultura, Cristiano Corazzari, saluta l’approvazione da parte del Consiglio Regionale del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (PTRC).

“Il Veneto acquisisce un nuovo importante strumento per mettere a sistema, in un’ottica di coerenza e sostenibilità, le principali politiche territoriali che caratterizzano il governo regionale, tra cui il monitoraggio e la sicurezza del territorio, la rigenerazione urbana, il contrasto al cambiamento climatico – prosegue Corazzari -. Il precedente documento del 1992, che ora decade, ha svolto un ruolo determinante nel riconoscere e preservare elementi e spazi importanti, dal punto di vista ambientale e culturale, del nostro territorio. Ma le esigenze nel frattempo sono cambiate e oggi è indispensabile una risposta più adeguata ai tempi e flessibile. Se da un lato, in oltre trent’anni, sono intervenuti con risposte vincolistiche significative altri strumenti legislativi o di pianificazione, dall’altro è cresciuta la necessità di dare risposte a tematiche pressanti come il contenimento dell’uso del suolo, il contrasto al cambiamento climatico, la rigenerazione urbana, il monitoraggio e la sicurezza del territorio. Risposte che richiedono precise strategie condivise e attenzione alla valorizzazione delle straordinarie qualità storico-culturali e paesaggistiche del territorio veneto”.

“Il nuovo PTRC – sottolinea ancora l’assessore – introduce ad una nuova urbanistica che riconosce un Veneto policentrico, dove le funzioni direzionali ed economiche tipiche della grande città non sono concentrate in un unico agglomerato urbano, ma risultano distribuite in più centri, tra loro equilibrati per dimensione e importanza. Questo pluralismo costituisce uno dei principali assi del documento. Il sistema dei rapporti tra i vari enti territoriali non è più ancorato a un’anacronistica gerarchia di livelli, ma organizzato in modo che anche ai piani comunali e provinciali siano riservati obiettivi e scelte di assetto del territorio. Un vero strumento di riferimento per le specifiche competenze di ciascuno”.

“Il lungo e articolato percorso di preparazione e approvazione del Piano – conclude l’assessore Corazzari – ha coinvolto esponenti del mondo della cultura, rappresentanti delle amministrazioni e delle categorie sociali e professionali, operatori economici e del mondo associazionistico. A tutti, ai collaboratori e alle strutture che vi hanno lavorato e ai colleghi del Consiglio regionale, esprimo un doveroso ringraziamento per l’impegno profuso e la qualità dei contributi”.

Regione Veneto – Comunicato n° 950 del 30 giugno 2020

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La ministra De Micheli: “Un piano da 4,8 miliardi per valorizzare il sistema dei porti”

La portualità è uno dei capisaldi del piano #Italiaveloce: da Nord a Sud abbiamo previsto investimenti ingenti, per l’adeguamento infrastrutturale e per l’intermodalità dei nostri scali. Digitalizzazione della logistica, il cosiddetto ultimo miglio, il miglioramento dell’accessibilità marittima, l’efficientamento energetico e ambientale sono le azioni che abbiamo previsto

La centralità dell’Italia nel Mediterraneo deve essere «un fattore competitivo chiave» e «i nostri porti sono una ricchezza, non ancora pienamente valorizzata». Paola De Micheli, ministra delle Infrastrutture e Trasporti, racconta la sua visione sull’economia del mare, facendo il punto sulle partite cruciali della portualità italiana.

Ministra, quali saranno gli interventi sui porti previsti da #italiaveloce?

«La portualità è uno dei capisaldi del piano #Italiaveloce: da Nord a Sud abbiamo previsto investimenti ingenti, pari a 4,8 miliardi, per l’adeguamento infrastrutturale e per l’intermodalità dei nostri scali. Digitalizzazione della logistica, il cosiddetto ultimo miglio, il miglioramento dell’accessibilità marittima, l’efficientamento energetico e ambientale sono le azioni che abbiamo previsto per far compiere un salto di qualità al nostro sistema dei porti».

Parliamo di Genova, prima ancora del lockdown, l’Autorità di sistema della Liguria Occidentale si è trovata in una situazione di grave difficoltà con il crollo del Ponte Morandi e ora è alle prese con l’emergenza del collasso della rete autostradale legata alla manutenzione per la sicurezza delle gallerie.

«Le azioni condivise dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il concessionario Autostrade per l’Italia prevedono verifiche più rapide sullo stato di sicurezza delle gallerie, anche attraverso tecniche non invasive, nessuna chiusura dell’A26 e prime aperture a partire dal 3 luglio. A partire dal 3 luglio verranno progressivamente liberate le arterie stradali dai cantieri con l’obiettivo di arrivare al 10 luglio garantendo su tutta la rete viaria ligure due corsie aperte.Collegare meglio il porto di Genova, attraverso una viabilità alternativa in grado di ridurre l’impatto sulla città, è l’obiettivo del Programma straordinario delle opere stradali che interessano le aree di Sampierdarena e di Pra’-Voltri: un nuovo sistema di gestione dei flussi che cambierà la qualità della vita alle persone. Il rilancio di una delle capitali del Mediterraneo e della sua economia non poggia naturalmente soltanto sulla ricostruzione del Ponte Morandi, ci sono tanti progetti e tante risorse stanziate, voglio ricordare quelle per la realizzazione del ribaltamento a mare del cantiere navale di Sestri. È particolarmente significativa l’imminente ripresa dei lavori del nodo ferroviario di Genova, dopo l’accordo sottoscritto tra RFI e il Consorzio COCIV (general contractor dei lavori del Terzo valico) per un importo di 120 milioni di euro. Con questo intervento si assicura il collegamento di ultimo miglio tra il Terzo valico dei Giovi e il porto di Genova. È stata inoltre contrattualizzata la variante alternativa allo shunt di Novi, che riduce di 7 chilometri la nuova linea: la project review comporta una riduzione di costi e una minore occupazione di suolo».

Per quanto riguarda il porto di Livorno, invece, a che punto siamo con gli iter relativi agli investimenti previsti per Darsena Europa e Microtunnel?

«I progetti che potenzieranno lo scalo toscano procedono. Tra maggio e giugno sono state effettuate alcune simulazioni di manovra per valutare gli aspetti di sicurezza e di navigazione del progetto Darsena Europa. Test positivi dai quali sono arrivate indicazioni importanti per la prosecuzione di un’opera strategica per il porto di Livorno. Anche i lavori per il microtunnel sono in ripresa nell’arco dell’estate. Proprio in questi giorni, essendo stato assegnato al Mit il fondo infrastrutture, potremo anche completare il finanziamento della Darsena Europa».

Venezia è stata una delle aree maggiormente colpite dalla crisi sanitaria. Resta aperto per il porto la questione della crocieristica, cui si somma uno scontro sul bilancio e attorno alla figura del presidente Pino Musolino.

«La crisi causata dall’epidemia ha fermato momentaneamente le crociere ma non il lavoro che abbiamo avviato per una soluzione strutturale allo spostamento delle grandi navi dalla Giudecca. È un progetto che richiede investimenti importanti e che può essere ricompreso in un piano più ambizioso per il potenziamento dello scalo di Marghera. È uno di quei progetti, per portata finanziaria e strategicità, per i quali intercettare le risorse del Recovery Fund. Quanto alla vicenda del bilancio del Porto di Venezia, ho incaricato la competente direzione ministeriale di compiere approfondimenti sulla correttezza dei rilievi del comitato di gestione. Attenderemo l’esito delle verifiche per muoverci».

Sul porto di Trieste è invece in corso una querelle riguardo la sentenza di Anac che ha stabilito la decadenza del presidente Zeno D’Agostino. A che punto siamo?

«Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha seguito con grande attenzione la vicenda di Trieste. Con il conferimento dell’incarico di commissario straordinario a Mario Sommariva abbiamo garantito la continuità all’azione amministrativa dell’Autorità di Sistema Portuale impedendone la paralisi. Ho confermato la mia fiducia nell’operato del presidente Zeno D’Agostino, motivo per il quale il mio ministero, per mezzo dell’Avvocatura generale dello Stato, si è costituito nel giudizio proposto dal presidente a difesa del provvedimento di nomina. È stato presentato inoltre un emendamento, in sede di conversione del DL Rilancio, diretto a meglio definire le cause di incompatibilità tra gli incarichi pubblici e quelli privati».

E per quanto riguarda gli investimenti, Porto Vecchio e il nuovo polo dell’ormai ex Ferriera?

«Sono stati raggiunti negli ultimi giorni risultati importanti per il futuro del porto: penso alla firma dell’accordo di programma per la Ferriera di Servola e all’intesa con gli ungheresi che verranno ad insediarsi con un grande investimento nell’area Teseco, lo sviluppo di uno degli scali italiani più importanti non si è mai fermato».

La logistica è stato un elemento strategico e nei mesi di emergenza ha manifestato le sue potenzialità. Qual è la visione di sistema sugli interporti?

«Gli interporti sono snodi cruciali per la crescita della logistica nella direzione che auspichiamo. Abbiamo pubblicato un bando di 45 milioni di euro di risorse da assegnare fino al 2022 ed entro agosto ci aspettiamo progetti interessanti da selezionare sulla base di rigorosi criteri e finanziare con risorse immediatamente disponibili».

Nordest Economia – 30/06/2020

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Per il post-Covid cresce la propensione all’utilizzo dell’auto, di proprietà o a noleggio

Anche a giugno l’auto si conferma il principale strumento di mobilità degli italiani. Permane la diffidenza verso i mezzi pubblici. Complice anche la crisi economica, solo 3 italiani su 10 sono disposti ad acquistare un’auto in contanti, metà è propensa a richiedere un finanziamento e l’11% si dice pronto a esplorare la formula del noleggio a lungo termine. Sta cambiando il processo di acquisto: 3 automobilisti su 10 si dicono disponibili ad avviare la trattativa online e a utilizzare piattaforme come WhatsAPP o Skype, dedicando tutto il tempo necessario ad acquisire informazioni utili anche nel proprio tempo libero (nel prime time o durante il weekend).

Sono questi i principali trend che emergono dalla survey mensile “Come cambiano le tue abitudini degli italiani ai tempi del Covid”, condotta a cavallo tra i mesi di maggio e giugno dall’azienda di consulenza Areté per fotografare i cambiamenti in atto nel mondo della mobilità.
Lo scenario determinato dall’emergenza Covid-19 resta ancora molto fluido con quasi il 67% degli italiani intenzionato a utilizzare l’auto per gli spostamenti abituali quando la situazione sarà tornata alla normalità. Solo l’11% si dichiara pronto a salire sui mezzi pubblici, mentre il 7% (in calo dall’11% dello scorso mese) utilizzerà la bici. Connessa a questa scelta, è interessante osservare che 4 italiani (erano 5 nella rilevazione di maggio) su 10 scelgono l’auto per ragioni di sicurezza, al fine evitare eventuali contagi, mentre altri 4 l’hanno sempre utilizzata.

La survey, come nelle precedenti edizioni, offre spunti interessanti sui cambiamenti in atto nelle modalità di acquisto delle vetture. Alla domanda come preferiresti acquistare un’auto, solo il 31% si dice intenzionato a farlo in contanti, quasi la metà con un finanziamento e l’11% ricorrendo a formule innovative come il noleggio a lungo termine, con un canone mensile e costi fissi, evitando l’immobilizzo di ingenti capitali.

Il dato più significativo riguarda il processo di acquisto dell’auto: il 30% del campione è favorevole ad avviare la trattativa online, il 70% preferisce andare in concessionaria. Tra i “digital addicted” quasi la metà vorrebbe utilizzare WhatsApp per fornire e acquisire informazioni ed entrare in contatto con il dealer, 1 su 4 preferirebbe utilizzare Skype. Dallo studio emerge con chiarezza l’ampia disponibilità dei potenziali acquirenti a condividere informazioni sull’auto con i venditori, soprattutto nella fascia pomeridiana (il 56%), mentre una quota crescente è favorevole anche a contatti nel tempo libero: il 17% nel prime time, il 43% il sabato o la domenica.

Capitolo test drive: 6 su 10 sono favorevoli alle prove a domicilio con dispositivi individuali di protezione, il 30% preferisce farlo presso la concessionaria.

“La nostra nuova rilevazione mensile evidenzia uno scenario fluido della mobilità degli italiani, sempre più legati al bene auto e diffidenti verso i mezzi pubblici – ha spiegato Massimo Ghenzer, presidente di Areté –. In una fase critica per il mercato dell’auto, pur essendo in costante diminuzione i timori legati al possibile contagio, nuove prospettive di sviluppo si aprono grazie agli strumenti digitali di cui i potenziali acquirenti sono intenzionati a servirsi anche nel processo di acquisto della vettura. Questi ultimi sono inoltre disponibili a riservare all’acquisizione delle informazioni utili sull’auto da comprare tutto il tempo necessario, anche durante il tempo libero o nel corso del weekend. Un segnale chiaro di quanto l’acquisto dell’auto costituisca anche oggi per l’italiano un momento importante della propria vita, sia dal punto di vista emozionale che razionale”.

Trasporti-Italia.com – 30/06/2020

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Energia: sotto terra linea alta tensione nel Meranese

29 Giugno 2020

Siglato accordo a Tel

Trentino A.A. – 29/06/2020

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Aerei “fantasma”, la rabbia dei passeggeri «Venduti biglietti per voli inesistenti»

di Laura Berlinghieri

Tre voli al giorno per Parigi, quattro per Londra, due per Berlino e uno per Amsterdam, con partenza dall’aeroporto Marco Polo. Tutti in vendita dal primo giugno sul sito di EasyJet, a confini ancora sigillati. Peccato che la low cost svizzera riprenderà a volare da Venezia solo mercoledì prossimo, tra l’altro con due collegamenti nazionali. Ma, in questa pratica, EasyJet era in buona compagnia. Ad esempio, il 12 maggio, collegandosi sul sito di Volotea era possibile prenotare un volo diretto a Olbia con partenza il 29 maggio e uno per Lampedusa, in programma il giorno successivo. E dieci giorni dopo la musica non cambiava, con una serie di aerei pronti a decollare dal Marco Polo già dal 12 giugno. Bizzarrie di una compagnia tornata a volare solo quattro giorni dopo. E aerei, infatti, sistematicamente svaniti nel nulla, visto che la low cost ha ripreso i collegamenti da e per l’aeroporto di Venezia solo il 18 giugno, con i voli per la Sicilia, la Sardegna e la Puglia. E lo stesso ha fatto Wizz Air, che il 12 maggio prometteva due voli, uno per Bucarest e uno per Chisinau, per il 19 maggio, così come un aereo per Skopje per il 21 maggio. Cancellati nel giro di pochi giorni, ma intanto i biglietti erano stati venduti.

Aerei fantasma

Abbiamo ripetutamente contattato EasyJet e Volotea per avere informazioni su questi voli, tutti in vendita sul web, ma la risposta era sempre la stessa: la ripartenza delle loro compagnie, in particolare per il traffico con il Marco Polo, non era ancora stata programmata. Eppure i viaggi c’erano, ben visibili nei siti internet delle rispettive compagnie aeree. C’erano le coordinate: il numero del volo, gli aeroporti coinvolti, l’orario di partenza e quello di arrivo. In vendita, acquistabili e, difatti, acquistati dai malcapitati di turno. Per poi venire cancellati nel giro di 48 ore, con una comunicazione con una frase come «Il volo è stato cancellato. Puoi prenotare una nuova data a partire dal prossimo mese, intanto ti forniamo il voucher in sostituzione dei biglietti aerei». E a quel punto inizia la corsa a ostacoli, fatta di e-mail, call center a pagamento con operatori irraggiungibili e una pazienza che spesso “salta”. Tutto per ottenere il “sacro Graal”, vale a dire un voucher da riutilizzare entro 12 mesi dalla sua emissione, per un volo della stessa compagnia aerea che ha organizzato il viaggio saltato. E quindi tutto da riprogrammare: le ferie da chiedere al lavoro, gli incastri con quelle dei colleghi, le giornate libere che devono combaciare con quelle ottenute dagli amici, dal marito, dalla fidanzata. E a volte la risposta più semplice: alzare bandiera bianca. La pratica è diffusa, pur conoscendo delle importanti eccezioni come evidenzia Valter Esposito, che aveva prenotato due viaggi aerei, entrambi saltati.«Dal 27 aprile al 2 maggio per Oslo con Norvegia Airlines. Voli cancellati e soldi riaccreditati immediatamente». Ah, i Paesi nordici. Il rimborso del secondo viaggio è invece tramite voucher. «Dal 2 al 9 giugno a Samos, in Grecia, con Volotea. Viste le restrizioni, abbiamo chiesto di usufruire della disdetta del volo a fine aprile e la compagnia ci ha risposto che avremmo potuto utilizzare un voucher di pari valore entro un anno. Probabilmente, senza la disdetta, Volotea avrebbe aspettato l’ultimo momento per cancellare i voli». Gli aerei cancellati da Venezia sono decine e non per le restrizioni nei viaggi, venute meno dal 3 giugno per i voli nazionali e in area Schenghen. Con alcune eccezioni, come la Spagna, che ha riaperto le frontiere solo il 21 giugno. La pratica è arcinota, tecnicamente è conosciuta come “blank sailing”, e ha visto schierarsi anche Enac, che ha annunciato che procederà a sanzionare le compagnie aeree che rimborseranno i propri clienti con dei voucher, in seguito a cancellazioni senza motivo.

La Nuova di Venezia – 29/06/2020

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Un “libro blu”, le proposte dell’economia del mare

Al via il Blue economy summit

Un “libro blu” che possa racchiudere tutte le proposte al paese che, partendo dal “modello Genova” possa velocizzare su infrastrutture e riforma della governance portuale, per promuovere la “blue economy”, che rappresenta come indotto il 3,5% del pil nazionale. È questo il messaggio che parte dal Blue Economy Summit, la manifestazione organizzata da Comune di Genova e dall’Associazione Genova Smart City che, come ha spiegato l’assessore allo Sviluppo economico portuale Francesco Maresca “rappresenta un segnale di ripartenza, un’occasione per farci sentire anche a livello nazionale e aiutare la filiera marittima a fronteggiare la crisi causata dall’emergenza”.

“Si riparte rimboccandoci le maniche con un po’ di ottimismo – ha spiegato Augusto Cosulich, ad della Fratelli Cosulich – anche perché i problemi che il covid ha esasperato, come le autostrade e i costi non competitivi, esistevano anche prima”.

Dello stesso avviso Mario Mattioli, presidente di Confitarma, che si dice scettico anche su quanto fatto fino ad ora.

“Pre-covid avevamo il 46% delle aziende che avevano problemi finanziarie – sottolinea – e il decreto sulla liquidità di fatto non ha semplificato il ricorso a questi aiuti, dimostrando che siamo uno Stato con scarse risorse”. Per Luca Becce, Presidente di Assoterminal, da questa situazione si può uscire in un solo modo: “Semplificando, applicando le norme in modo chiaro e definendo i poteri. Se il modello Genova significa semplificare i modelli, renderli più trasparenti e meno tortuosi allora può aiutare”.

Il messaggio, comunque, è stato anche quello di guardare al futuro, a quelle opportunità che da questa crisi sono emerse con forza. In Italia negli ultimi 5 mesi siamo passati da 27 a 29 milioni di utilizzatori dell’e-commerce, ha ricordato Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti , una modalità che necessita di una catena logistica diversa da quella del passato. “Nel nostro paese manca una vera logistica dell’ultimo miglio che sarà compensata da chi saprà avere idee in tal senso”. Infine il tema delle infrastrutture sulle quali, come ha ricordato il presidente di Confetra, Alessandro Laghezza, bisogna prendere decisioni. “Non si può bloccare una regione come la Liguria in un momento così importante, si deve prendere una decisione sul tema delle concessioni e vanno individuati i responsabili dei danni che superano di molto i 10 milioni quantificati per il crollo del ponte Morandi”.

Ansa/Mare – 29/06/2020

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Traffico nel porto di Ravenna in calo del -25,7% a maggio

Nei primi cinque mesi di quest’anno la flessione è stata del -18,8%

A maggio si è acuito ulteriormente l’impatto sull’attività del porto di Ravenna delle misure assunte per contenere la pandemia di coronavirus. Lo scorso mese i volumi di merci movimentati dallo scalo sono stati pari a 1,64 milioni di tonnellate, con una flessione del -25,7% sul maggio 2019. Nel solo settore delle merci varie sono state movimentate 186mila tonnellate di carichi containerizzati (-1,0%), 104mila tonnellate di rotabili (-27,4%) e 332mila tonnellate di altre merci (-40,2%). Nel segmento delle rinfuse liquide i prodotti petroliferi sono ammontati a 164mila tonnellate (-18,4%), i prodotti chimici a 68mila tonnellate (-10,6%) e le derrate alimentari e i mangimi a 122mila tonnellate (-4,5%). Le rinfuse solide hanno totalizzato 662mila tonnellate (-27,6%).

Nei primi cinque mesi di quest’anno lo scalo portuale ravennate ha movimentato complessivamente 8,88 milioni di tonnellate di merci, con una diminuzione del -18,8% sul corrispondente periodo del 2019. Le merci containerizzate si sono attestate a 932mila tonnellate (-8,5%) e sono state realizzate con una movimentazione di container pari a 81mila teu (-8,5%). I rotabili sono calati del -19,4% a 528mila tonnellate e le altre merci varie del -29,1% a 2,16 milioni di tonnellate. Il traffico petrolifero è stato di 835mila tonnellate (-16,2%) e quello delle altre rinfuse liquide di 802mila tonnellate (-4,7%). Le rinfuse secche hanno totalizzato 3,62 milioni di tonnellate (-17,2%).

InforMare – 29/06/2020

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Nel comprensorio della Ferriera un polo logistico a servizio del porto di Trieste

Siglato l’accordo di programma per l’attuazione del progetto di riconversione industriale

Sabato a Trieste è stato firmato l’accordo di programma per l’attuazione del progetto di riconversione industriale del complesso siderurgico della Ferriera di Servola, nel quale lo scorso aprile è stato avviato lo smantellamento dell’area a caldo. L’intesa mira a rilanciare il comprensorio industriale dove sorgeva l’altoforno, spento nei mesi scorsi dopo 123 anni di attività. Obiettivo è quello di far nascere al suo posto un polo logistico a servizio del porto di Trieste e dell’economia del territorio.

Il nuovo assetto dei terreni sarà formato dal consolidamento dell’investimento del gruppo Arvedi nel laminatoio a freddo per la parte industriale e dallo smantellamento e riconversione dell’area a caldo in un terminal portuale e ferroviario, collegato allo sviluppo della nuova Piattaforma Logistica, guidata dal gruppo Icop-PLT. Si tratta in sostanza – ha spiegato l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale – di due aree equivalenti: quella privata, gestita attualmente da Arvedi, viene demanializzata e assegnata all’authority giuliana, con successiva concessione dei terreni a Icop-PLT, mentre quella attualmente pubblica viene ceduta ad Arvedi. In un’ottica di sviluppo portuale – ha precisato l’AdSP – va rilevato che sull’ex area a caldo si svilupperà il raccordo ferroviario della stazione di Servola, che potrà accogliere treni completi da 750 metri, nonché uno snodo autostradale diretto sulla Grande viabilità, ponendo le basi per il successivo avvio dei lavori del Molo VIII, previsto dal Piano Regolatore Portuale approvato nel 2016.

Gli interventi previsti dalla Icop, socia di Piattaforma Logistica Trieste, si concentreranno prevalentemente sulla bonifica e messa in sicurezza del perimetro, e verranno realizzati in tre fasi, non appena saranno portate a termine da Arvedi le attività di smantellamento di tutti gli impianti e i materiali ferrosi. A fronte di una concessione di 26 anni da parte dell’AdSP, l’investimento complessivo di Icop-PLT sarà di circa 127 milioni di euro. L’acquisto dei terreni di Arvedi da parte di Icop-PLT, avrà un valore di circa 21 milioni di euro. Gli anni previsti per la riconversione sono cinque, con una suddivisione in tre fasi distinte, e un valore di 98 milioni. Il nuovo terminal logistico verrà dotato di due gru e di altre attrezzature di banchina, con un investimento di sette milioni di euro.

L’AdSP ha evidenziato le prospettive per l’occupazione: al termine dei lavori di messa in sicurezza permanente dell’area a caldo della Ferriera – ha spiegato l’ente – saranno più di 100 le persone utilizzate nell’attività di sviluppo logistico del comprensorio. Gli addetti dell’attività logistica per la siderurgia potranno essere impiegati immediatamente per lo svolgimento di operazioni e servizi portuali conto terzi per l’approvvigionamento di materia prima (rottame, ghisa, minerali di ferro), sia a servizio del gruppo Arvedi, sia per la spedizione via mare dei prodotti finiti destinati al Mediterraneo e Medio Oriente. L’AdSP ha specificato che, inoltre, gli eventuali step successivi del progetto, che includono la realizzazione del Molo VIII, prevedono l’impiego di altre centinaia di addetti, rappresentando una delle prospettive di lavoro più rilevanti per il futuro della città di Trieste.

«L’accordo di programma per la Ferriera di Servola – ha sottolineato il commissario dell’AdSP dell’Adriatico Orientale, Mario Sommariva – deve essere inteso come il passaggio epocale verso una fase di nuova industrializzazione del nostro territorio. Trieste dimostra di essere una moderna città proiettata verso uno sviluppo avanzato e sostenibile, poiché porto e industria sono un binomio inscindibile. Non è possibile pensare ad una prospettiva di sviluppo e crescita dell’occupazione se entrambi i settori non si sviluppano contestualmente. L’authority giuliana con questa operazione riesce nello scopo di salvaguardare integralmente i lavoratori, risanando l’ambiente e creando nuove prospettive per le generazioni future».

«Remando tutti nella stessa direzione – ha evidenziato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga – siamo riusciti a sbloccare una situazione ferma da oltre vent’anni, garantendo la salute dei cittadini, tutelando l’occupazione e offrendo opportunità di sviluppo in ambito logistico. La chiusura dell’area a caldo, che è il primo passo per la riqualificazione del sito e segna l’avvio di una era per Trieste, non avrebbe potuto concretizzarsi senza un’azione a difesa del lavoro e una prospettiva industriale rivolta al futuro».

InforMare – 29/06/2020

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Da Monaco a Verona Porta Nuova: giunto il primo treno dalla Germania dopo il lockdown

27 Giugno 2020

«L’arrivo di questo treno ha un significato importante, è il simbolo della vera ripartenza del turismo estero», ha detto il sindaco di Verona Federico Sboarina presente in stazione

Binario 8, lancette sulle 15.10, locomotiva rossa in arrivo. Ieri pomeriggio, alla stazione di Porta Nuova, si è fermato il primo treno proveniente dalla Germania, dopo la riapertura delle frontiere. Da mesi, infatti, il collegamento ferroviario era stato sospeso a causa dell’emergenza Coronavirus. Decine le persone che sono scese, valigia in mano. Assieme a loro l’amministratore delegato di DB Bahn Italia Marco Kampp. Ad attenderlo sulla banchina il sindaco Federico Sboarina e il direttore generale di Fondazione Arena Gianfranco De Cesaris.

«È una bella giornata. L’arrivo di questo treno ha un significato importante, – ha detto il sindaco – è il simbolo della vera ripartenza del turismo estero, in concomitanza con l’inizio dell’estate. I visitatori tedeschi da sempre arrivano numerosi in città, ma anche sul lago e sulle nostre colline. E rappresentano la percentuale più alta degli stranieri che visitano Verona. Aver ristabilito il collegamento ferroviario è un segnale importante per il nostro territorio. Dopo settimane di turismo di prossimità, siamo pronta a riaccogliere i visitatori dall’estero in tutta sicurezza».

«Finalmente anche noi ripartiamo offrendo l’opportunità di viaggiare con i treni DB-ÖBB Eurocity che collegano Germania-Austria e Italia. – ha aggiunto Kampp – Seguendo tutte le attuali norme di sicurezza siamo in grado di garantire un viaggio confortevole fino al raggiungimento della città di Verona. Tre treni al giorno, di cui 2 fino a Bologna e uno fino a Rimini. Contiamo di ripristinare il pieno regime di 5 coppie al giorno in tempi brevi».

Saranno tre i treni in andata e altrettanti quelli di ritorno che, tutti i giorni, passeranno da Porta Nuova. Nel giro di qualche settimana i collegamenti dovrebbero tornare ad essere 5. È di circa 300 persone la capienza massima di ogni treno, nel rispetto del distanziamento di sicurezza. I biglietti sono disponibili dall’Italia alla Germania partire da 27,90 euro, dall’Italia all’Austria a partire da 19,90 Euro* e per i collegamenti in Italia a partire da 9,90 euro. Informazioni e prenotazioni treni su www.megliointreno.it, tramite le biglietterie e agenzie di viaggio partner DB, ÖBB e Trenitalia, il Call Center DB-ÖBB 02 6747 9578.

Verona Sera – 27/06/2020

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