Slitta a settembre il cantiere sul ponte translagunare

31 Marzo 2020

Mentre proseguono i lavori sul ponte sul Brenta, slitterà invece a settembre il cantiere sul ponte delle Trezze, all’interno del ponte translagunare, sulla Romea, come intercorso dal colloquio tenuto dal sindaco Alessandro Ferro con il responsabile della Struttura Territoriale delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia di Anas, Mario Liberatore.

“Anas – ha detto il Sindaco – ha confermato che i lavori sul ponte sul Brenta proseguiranno e nei prossimi giorni verrà installato un semaforo per istituire il senso unico alternato, a causa di un restringimento della carreggiata destra, che dovrebbe durare una decina di giorni. Interventi che effettuati ora, con l’emergenza coronavirus, non dovrebbero causare particolari disagi, visto il traffico molto limitato”.

“Per quanto riguarda il cantiere sul ponte translagunare – precisa Alessandro Ferro – per gli interventi di manutenzione straordinaria, ripristino dei giunti ed il risanamento corticale, si parla invece di settembre 2020, per cui concorderemo una data certa. Il rinvio di questo intervento, come richiesto dalla città, ci fa ben sperare ed i nostri operatori economici non subiranno ulteriori battute d’arresto durante l’estate, quando dovremmo essere usciti dall’emergenza sanitaria”.

Dalle opposizioni una critica arriva dalla Lega. “Ben venga il fatto – dichiara Marco Dolfin – che i lavori del ponte delle Trezze, in Romea, vengano posticipati e vista l’attuale emergenza credo che i tempi ed il futuro siano sicuramente assai incerti. Tuttavia non scordiamo che Anas voleva iniziare i lavori subito, contrariamente alla volontà delle categorie economiche, per lo stato di assoluta precarietà della struttura del ponte e quindi per non mettere a repentaglio la sicurezza di chi vi transita. E allora, a questo punto, c’è da chiedersi se c’è o meno pericolo, ma su questo l’amministrazione tace”.

Chioggia News 24 – 31/03/2020

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Coronavirus, MSC Crociere: stop operatività della flotta fino al 29 maggio

In relazione all’emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19, MSC Crociere prolungare lo stop delle crociere a bordo della propria flotta fino al 29 maggio.

Vista la decisione dei governi di tutto il mondo che hanno ulteriormente rafforzato le misure di sicurezza e di salute pubblica a terra per proteggere i cittadini e contenere la diffusione del virus, MSC Crociere ha deciso di estendere questa straordinaria misura, prevista inizialmente fino al 30 aprile.

Consapevole degli inconvenienti che tale decisione potrà causare a livello organizzativo, la compagnia – riferisce in un comunicato – è a completa disposizione di tutti gli ospiti e degli agenti di viaggio coinvolti, per supportarli ad affrontare l’impatto di questa misura sulle prenotazioni che riguardano le navi in partenza fino al 29 maggio.

MSC Crociere offre agli ospiti interessati da questa misura la possibilità di trasferire l’ntero importo della vacanza annullata, aggiungendo anche un credito a bordo, su un’altra crociera a loro scelta in qualsiasi periodo entro la fine del 2021.

Trasporti Italia – 31/03/2020

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Coronavirus: sospesi altri 4 treni su linea Bolzano-Verona

Due treni saranno sospesi il sabato. Traffico ridotto al 30%

Ulteriore ridimensionamento dei servizi ferroviari in vigore da domani, 1 aprile. Dal lunedì al venerdì saranno infatti sospesi altri quattro treni regionali sulla linea Bolzano-Verona, mentre due treni saranno sospesi il sabato. Con questo provvedimento, considerando la riduzione del trasporto regionale già avvenuta, il servizio ferroviario locale sarà ridotto a circa il 30% di quello effettuato prima dell’emergenza. La decisione, risultato del confronto dei tecnici della Provincia autonoma di Trento con quelli di Trenitalia – informa una nota della Provincia autonoma di Trento – allinea l’offerta ferroviaria locale con quella attualmente presente sul resto del territorio nazionale ed è coerente con le decisioni sulla mobilità adottate per contrastare la diffusione del virus.

Dal lunedì al venerdì saranno quindi sospesi i treni in partenza da Bolzano verso Verona alle 8.31 (da Trento alle 9.10) e alle 12.36 (da Trento alle 13.33) e, inoltre, i treni in partenza da Verona verso Bolzano alle 12.06 (da Trento alle 13.32) e alle 15.06 ( da Trento alle 16.32). Di sabato saranno sospesi due treni: quello in partenza da Bolzano verso Verona alle 8.31 (da Trento alle 9.10) e quello che parte da Verona verso Bolzano alle 12.06 (da Trento alle 13.32).

Continuano ad essere sospese, fino al termine dell’emergenza da Covid-19, le corse dei treni interregionali sulla tratta fra Brennero e Bologna. È garantita invece – si legge ancora nella nota – una corsa giornaliera da e per Roma, con un Freccia Argento. Il treno per Roma parte da Trento alle 15.41. Quello proveniente dalla capitale arriva a Trento alle 13.15 per poi proseguire verso Bolzano.

Ansa/Trentino A.A. – 31/03/2020

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Una volta finita la pandemia, il trasporto aereo sarà molto diverso

30 Marzo 2020

Il settore aeronautico porterà le cicatrici della pandemia da coronavirus molto a lungo”.

 

di Volodymyr Bilotkach – Associate Professor, Singapore Institute of Technology

 

Giorni fa Qantas ha annunciato che avrebbe lasciato a terra la sua flotta internazionale al completo. American Airlines ha sospeso lunedì tre quarti dei suoi collegamenti internazionali a lungo raggio.

Nel settore aereonautico, i grandi sconvolgimenti nella domanda non sono una novità. Solo in questo secolo ha il settore ha retto alle tempeste provocate dagli attacchi dell’11 settembre 2001 e alla pandemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) tra il 2002 e il 2004.

Ma mai prima di adesso abbiamo assistito a uno shock di queste proporzioni colpire tutto il mondo per quello che si profila come un periodo davvero molto lungo.

Allora, riuscirà il settore aereo a risolvere questa situazione? Che ruolo giocheranno e dovrebbero giocare i governi? E, quando tutto ciò sarà finito, cosa sarà cambiato per sempre?

Molte linee aeree non possono sopravvivere come sono

In questo momento la cosa fondamentale, non solo per le linee aeree ma per la maggior parte delle aziende, è la liquidità: avere entrate regolari.

Un’impresa altrimenti solvibile che non riesce ad assicurare liquidità sufficiente per coprire i suoi costi correnti può essere costretta a dichiarare bancarotta, e la situazione di estrema incertezza non aiuta.

Anche se il settore aereo ha passato un decennio complessivamente buono, concludendo ognuno degli ultimi dieci anni in attivo, i suoi margini di profitto restano bassi, e la differenza di profittabilità tra le regioni e tra i vettori sono abbastanza nette.

La maggior parte delle linee aeree ha abbastanza riserve di denaro per coprire i propri costi fissi (costi che devono essere sostenuti indipendentemente dal fatto che i loro aerei stiano volando) per alcuni mesi.

Tre opzioni

Le dinamiche della diffusione della malattia indicano che il grande sconvolgimento cui stiamo assistendo ci accompagnerà per molti mesi.

I governi dovranno prendere decisioni difficili.

In sostanza, le opzioni sono tre:

  • lasciare fallire le linee aeree in difficoltà
  • offrire liquidità per aiutarle a superare la tempesta
  • nazionalizzarle, come il governo italiano ha già fatto con Alitalia

Mi aspetto che i governi le usino, nel bene e nel male, tutte e tre, con una quantità significativa di piccole linee aeree (e potenzialmente anche di medie dimensioni) che falliranno durante il processo.

L’argomento principale che verrà impiegato per evitare che le linee aeree falliscano sarà che i collegamenti rappresenteranno un’importante spinta per la ripresa del dopo-crisi.

Questo più ampio beneficio economico sarà enfatizzato dai governi che scelgono di salvare o nazionalizzare i loro vettori.

Le grandi linee aeree potranno contare sugli aiuti, anche se sono fragili

Mi aspetto che i vettori più grandi riceveranno un trattamento di riguardo da parte dei governi in base al fatto che forniscono maggiori collegamenti, a volte indipendentemente dalla loro sostenibilità di lungo periodo.

Ciò significa che una volta finita la pandemia,  i viaggiatori troveranno probabilmente un mercato delle compagnie aeree più concentrato, con meno vettori in azione; con una proporzione maggiore di proprietà statale.

Tanto per iniziare, la frequenza dei voli sarà minore e gli aerei potrebbero essere più vuoti, a seconda del mix di flotta che le linee aeree impiegheranno.

Se i prezzi saranno più alti o più bassi, dipenderà dal rapporto tra domanda e offerta.

Meno linee aeree e meno voli dovrebbero portare a tariffe più elevate, mentre una domanda minore e il più basso prezzo del carburante in seguito a quella che sembra preannunciarsi come una recessione globale dovrebbero abbassarle.

L’effetto netto è ancora da vedere. Mi aspetto anche un’accelerazione della scorporazione delle voci (cibo, bevande, franchigia bagaglio e così via venduti separatamente), soprattutto se la ripresa è lenta e le linee aeree sopravvissute saranno sotto pressione per tagliare i costi.

Per concludere, dovrei accennare che non è una questione solo di linee aeree. Aeroporti, produttori di areoplani e fornitori di servizi di navigazione aerea saranno anche loro in difficoltà finanziarie con il crollo della domanda.

La pandemia da COVID-19 sarà uno stress-test per tutto il settore dell’aviazione civile, e quando sarà finita i passeggeri troveranno, almeno nei primi mesi e forse per anni, un settore cambiato.

 

La Repubblica/Business Insider Italia – 30/03/2020

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Coronavirus, EasyJet mette a terra tutta la flotta

Più di 600 voli rimpatrio, oltre 45mila persone riportate a casa.

EasyJet ha, oggi, messo a terra la sua intera flotta di aerei a seguito delle restrizioni di viaggio – senza precedenti – imposte dai Governi in risposta alla pandemia del Coronavirus e dell’implementazione di regimi di confinamento in molti Paesi europei. Negli ultimi giorni – si legge in una nota – la compagnia ha lavorato alacremente per il rimpatrio di numerosi passeggeri, operando oltre 650 voli di rimpatrio e riportando a casa più di 45.000 persone. Gli ultimi voli di rimpatrio sono stati effettuati ieri.

Ansa/Economia – 30/03/2020

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Coronavirus: porti Venezia e Chioggia, stop a canoni demanio

Atto per alleviare le difficoltà di lavoratori e aziende.

L’Autorità di Sistema Portuale ha provveduto ad emanare una circolare rivolta a tutte le aziende concessionarie dei porti di Venezia e di Chioggia al fine di comunicare la possibilità di sospendere il pagamento dei canoni demaniali fino al 30 settembre, come previsto dall’art. 92 co. 2 del D.L 18/2020. Il presidente AdSP MAS Pino Musolino dichiara in proposito: “In questo periodo di emergenza, gli amministratori pubblici sono chiamati a fare uno sforzo in più per alleviare le difficoltà di lavoratori e aziende e per sostenere il sistema produttivo nel suo complesso. Il provvedimento rappresenta una delle prime azioni messe in pratica per concedere un sostegno alle imprese, che si trovano in queste settimane a dover far fronte ai costi addizionali delle misure di sicurezza per il personale e a una flessione dei traffici e degli ordinativi, e, conseguentemente, per salvaguardare i posti di lavoro”.

“Nonostante le difficoltà – aggiunge Musolino – i porti veneti non hanno, fino ad ora, mai smesso di operare garantendo l’approvvigionamento di prodotti e materie prime per la nostra economia e per le esigenze dello sforzo sanitario nazionale.

Ringrazio tutte le oltre 1.200 aziende insediate a Venezia e a Chioggia e gli oltre 21.000 lavoratori che gravitano attorno ai nostri scali per la professionalità e lo spirito di sacrificio che dimostrano quotidianamente. Avremo bisogno di tutte le nostre risorse quando, al termine del lockdown, dovremo contribuire a rimettere sulle sue gambe e poi far correre il sistema industriale italiano”.

Ansa/Mare – 30/03/2020

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Smart Roads: innovazioni SMA Road Safety per una guida sicura e interconnessa

La Smart Roads diventa sempre più realtà. Il Decreto Ministeriale n.168, denominato Smart Roads, ha proprio l’obiettivo di sviluppare infrastrutture stradali più sicure, promuovendo lo scambio di informazioni tra il conducente del veicolo e i dispositivi installati su strada. L’interconnessione continua consentirà una notevole riduzione degli incidenti e accelererà al contempo le procedure di soccorso.

L’Italia che si innova

L’Italia vanta una delle aziende più apprezzate del settore, SMA Road Safety, dai cui stabilimenti produttivi di Marcianise sono usciti attenuatori d’urto e barriere laterali impiegate in progetti di grande rilevanza come l’Eurasia Tunnel di Istanbul o sul ponte che attraversa la baia del Kuwait, 4° al mondo per lunghezza.

Tra i prodotti di punta dell’azienda Andromeda, la prima barriera laterale/spartitraffico interattiva. Certificata secondo Normativa Europea EN 1317 e presto anche secondo lo standard Americano MASH, si tratta della prima barriera longitudinale fornita già assemblata e cablata in moduli di 6 o 12 metri lineari che richiedono il solo ancoraggio al suolo, garantendo procedure e tempistiche di messa in opera – ma anche di sostituzione – estremamente ridotte. Il sistema di illuminazione integrato in Andromeda migliora inoltre la guida notturna o in caso di scarsa visibilità dovuta alla nebbia. Grazie a particolari sensori, il sistema è capace di allertare autonomamente e in tempo reale i soccorsi mostrando la posizione esatta dell’incidente, al contempo avvisando anche gli automobilisti diversi km prima che raggiungano il luogo dello scontro.

Gli attenuatori ed i terminali di barriera prodotti da SMA sono dotati di un tag NFC che collegandosi agli smartphone tramite apposita App, da un lato guida gli operatori nelle fasi di installazione e manutenzione, e dall’altro permette al Gestore o Concessionario di gestire l’inventario dei prodotti installati sul proprio tratto stradale.

Segue “Geronimo”, il sistema di monitoraggio prodotto e brevettato da SMA che in caso di impatto contro la barriera cattura il video dell’incidente, registra la targa del veicolo e allerta immediatamente i soccorsi.

Ultimi nati in casa SMA sono Ermes e Taurus. Il primo è un dispositivo di ritenuta redirettivo ideato per proteggere la parte terminale di guardrail e barriere spartitraffico, e che grazie a brevetto esclusivo consente il corretto assorbimento dell’urto senza creare ingombri sulla carreggiata. Taurus è invece il primo attenuatore d’urto redirettivo appositamente ideato per rendere più sicuri i cantieri stradali. Consente infatti di proteggere i New Jersey temporaneamente disposti lungo la carreggiata durante i lavori in corso.

Trasporti Italia – 30/03/2020

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Covid19: crolla il traffico al Brennero

Riduzione fino al 70 per cento dei mezzi pesanti e traffico auto annullato. Ecco i dati riferiti ai transiti alla frontiera del Brennero dopo l’introduzione delle restrizioni causa la pandemia di coronavirus.

Dal 12 marzo il traffico leggero è decisamente scomparso e la riduzione di mezzi è prossima al 100 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo del transito dei mezzi pesanti oscilla tra il 30 e il 70 per cento. Il crollo dei dati è iniziato il 7 marzo.

Trasporti Italia – 30/03/2020

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Corsie preferenziali per merci strategiche. Alla crisi si risponde con sistemi smart

29 Marzo 2020

Relazioni e contatti per velocizzare l’individuazione, il posizionamento e la consegna dei prodotti più delicati di alcuni container a Venezia. «Nelle crisi si nascondono minacce ed opportunità»

di Antonella Gasparini

Si chiama Psa (Port of Singapore Authority) Venice Vecon, dal 1988 cura il terminal container di Venezia come impresa portuale privata che opera nel porto commerciale. Grazie a canali relazionali che la società ha saputo creare con le compagnie di trasporto e gli spedizionieri, grazie al sostegno degli agenti marittimi, degli spedizionieri doganali, dei trasportatori e con il patrocinio dell’Autorità portuale del mar Adriatico settentrionale, sono state individuate corsie preferenziali per le merci strategiche, al fine di assicurarne una loro rapida consegna, separandole da quelle bloccate ed in progressivo accumulo nei piazzali, per via del fermo delle attività predisposto dal Dpcm del 22 marzo scorso.

Organizzazione “speciale”

Un’organizzazione “speciale” in una fase legata alla pandemia da coronavirus. «In tutte le crisi si nascondono minacce ed opportunità», spiega Psa Venice Vecon. «Cambiare modalità di gestione del business diventa necessario per supportare la catena logistica in questo momento di difficoltà», afferma il neo amministratore delegato Alessandro Becce. In anticipo rispetto all’attivazione della procedura, prevista dal oggi, lunedì 30 marzo, già 60 contenitori con elevata probabilità di ritiro sono stati identificati prima dello sbarco, confermando l’importanza del gioco di squadra e della collaborazione degli attori coinvolti, parti sociali comprese. Lo sforzo richiesto aiuterà tutta la filiera, migliorando la qualità del servizio, riducendo i tempi di attesa per i trasportatori e gestendo in maniera più efficiente le operazioni portuali. Al momento comunque sono escluse problematiche di mancanza di spazio sui piazzali per i container, anche se molti rimangono fermi.

Le informazioni

«Riusciamo ad avere in anticipo quelle informazioni necessarie per evitare che la merce, specie quella di cui c’è bisogno subito, venga depositata in modo casuale nei piazzali del porto – spiega la compagnia – Un accesso a una dislocazione più ordinata fa guadagnare tempo. Si pensi ai prodotti deperibili o a quelli medicali che devono arrivare rapidamente a destinazione. Il porto di Venezia non ha dimensioni tali da avere bisogno di coordinamento perché i numeri sono piccoli, però è chiaro che in un momento di emergenza dove ci sono aziende che lavorano e altre no, meglio evitare disservizi. E questo si può fare solo sapendo in anticipo la merce che arriva: gli spedizionieri che hanno la necessità che i container vengano ritirati subito, ci mandano una mail con la sigla dei contenitori e la nave che deve arrivare, così si riescono a liberare gli spazi in tempo. Sono contatti e canali informativi che potranno essere utilizzati anche dopo questa fase, perché si tratta di iniziative che producono un beneficio generale».

Venezia Today – 29/03/2020

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Emergenza coronavirus, Cgia: «Opere ferme per 115 miliardi»

28 Marzo 2020

Il centro studi di Mestre ha evidenziato, tra le altre, anche la Alta velocità Verona-Padova.

Tra i debiti commerciali non ancora onorati (53 miliardi di euro) e la mancata apertura di tantissimi cantieri relativi a infrastrutture strategiche e a opere pubbliche minori distribuite lungo il Paese (per un valore di 62 miliardi), la nostra Pubblica Amministrazione (PA) blocca complessivamente 115 miliardi di spesa che sarebbero indispensabili per fronteggiare l’attuale situazione economica. La denuncia è sollevata dalla CGIA.

«Le piccolissime imprese – sottolinea il segretario Renato Mason – spesso si appoggiano alle banche del territorio che indicativamente hanno poche risorse e quindi mi aspetto che anche nei prossimi mesi saranno più severe nel valutare le garanzie per concedere i finanziamenti. Per questo andrebbero cambiate le regole europee, introducendo il principio di proporzionalità. Ovvero, non si possono seguire gli stessi criteri di valutazione, lo stesso rating, per imprenditorialità diverse. I lavoratori autonomi, ad esempio, non possono essere valutati come le imprese strutturate o le grandi società di capitali. La richiesta di garanzie andrebbe modulata in base alla dimensione dell’ impresa. Invece, tutti sono trattati allo stesso modo, con il risultato che a subire il credit crunch sono in particolar modo i piccoli. E il combinato disposto tra mancati pagamenti della PA e poco credito erogato dalle banche alle piccole imprese rischia di far chiudere definitivamente tantissime attività».

Secondo la Banca d’Italia i debiti della PA sono 53 miliardi

Secondo i dati riportati nella “Relazione annuale 2018”, presentata il 31 maggio 2019 dalla Banca d’Italia, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra PA sarebbe pari a circa 53 miliardi di euro, metà dei quali ascrivibili ai ritardi di pagamento.
L’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che il periodico monitoraggio condotto dai ricercatori di via Nazionale si basa su indagini campionarie condotte sulle imprese e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza.
Le principali cause che hanno dato origine a questa cattiva abitudine tipicamente italiana sono la mancanza di liquidità da parte del committente pubblico e i ritardi intenzionali; l’inefficienza di molte amministrazioni a emettere in tempi ragionevolmente brevi i certificati di pagamento; le contestazioni che allungano la liquidazione delle fatture.
A queste ragioni ne vanno aggiunte almeno altre due che, tra le altre cose, il 28 gennaio 2020 hanno indotto la Corte di Giustizia europea a condannarci. Esse sono la richiesta, spesso avanzata dalla PA nei confronti degli esecutori delle opere, di ritardare l’emissione degli stati di avanzamento dei lavori o l’invio delle fatture; l’istanza rivolta dall’Amministrazione pubblica al fornitore di accettare, durante la stipula del contratto, tempi di pagamento superiori ai limiti previsti per legge senza l’applicazione degli interessi di mora in caso di ritardo.

Opere pubbliche ferme per 62 miliardi di euro

Stando al monitoraggio realizzato dall’ANCE attraverso il sito sbloccacantieri.it, sarebbero quasi 750 le opere pubbliche ferme nel nostro Paese che non consentono di investire 62 miliardi di euro. Oltre a scuole, strade, ospedali ci sono anche una trentina di grandi opere infrastrutturali strategiche, la quasi totalità già finanziate, che non decollano a causa degli intoppi burocratici relativi alle procedure amministrativo-progettuali richieste, alle guerre giudiziarie in atto tra le imprese o a seguito del tira e molla in corso tra la politica centrale e quella locale.
Se da un lato questa situazione di impasse non consente l’ ammodernamento del Paese, dall’altro non dà alcun contributo alla crescita della domanda interna che mai come in questo momento dovrebbe essere supportata. Alcune di queste infrastrutture strategiche ancora ferme ai blocchi di partenza sono:
Tav Torino-Lione (8,6 miliardi di euro);
Tav Messina-Catania-Palermo (costo 8 miliardi di euro);
Gronda di Genova (5 miliardi di euro);
Av Verona-Padova IRICAV 2 (4,9 miliardi di euro);
Terza corsia A11 Firenze-Pistoia (3 miliardi di euro);
Autostrada Roma-Latina (2,8 miliardi di euro);
Autostrada Pedemontana Lombarda (2 miliardi di euro);Tav Napoli-Bari lotto Irpinia-Orsara/tratta Orsara Bovino (2 miliardi di euro);
Autostrada regionale Cispadana (1,3 miliardi di euro).

L’auspicio, concludono dalla CGIA, è che il “modello Genova” – adottato per la costruzione del ponte sopra il Polcevera progettato da Renzo Piano – venga esteso a tutte le principali grandi opere già finanziate ma non ancora avviate, attraverso la tanto agognata nomina dei commissari.

VenetoVox/Economia – 28/03/2020

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