Battisti: Tav a Vicenza in nove anni

30 Marzo 2019

Il manager Fs al Festival Città Impresa:«In sette anni alle porte del capoluogo, poi altri due per attraversarla».E a Verona lo scalo merci diventerà un parco di 50 ettari.

di Gianmaria Collicelli

Sette anni per portare l’alta velocità-alta capacità ferroviaria a Verona e nove per arrivare fino a Vicenza. Il tutto in un’ottica di «sviluppo dei grandi corridoi europei» e ridefinire il futuro del collegamento Milano-Venezia, una delle tratte ferroviarie più frequentate d’Italia e che Ferrovie dello Stato guarda con interesse speciale: «Ridurre i tempi di collegamento tra gli aeroporti di Milano e Venezia è uno dei nostri obiettivi principali». Le parole dell’amministratore delegato della società ferroviaria, Gianfranco Battisti, risuonano nella sala convegni del Cuoa, la business school di Altavilla, ieri, in uno dei primi dibattiti del Festival città impresa, la rassegna sui temi economico-sociali promossa da ItalyPost e curata da Dario Di Vico, in corso fino a domani a Vicenza. L’incontro con Battisti è ruotato intorno alla Tav Brescia-Padova, dove la situazione dei progetti è frastagliata. La tratta fino a Verona è in fase di progettazione esecutiva e la scorsa estate sono iniziate le procedure di esproprio dei terreni necessari al raddoppio dei binari, mentre l’attraversamento di Verona attende l’ok definitivo al progetto preliminare, come la tratta che passa per il cuore di Vicenza; da Verona a Vicenza si va verso la progettazione esecutiva mentre da Vicenza a Padova l’opera è ancora tutta da scrivere (e disegnare). Ma Battisti si è detto ottimista: «Secondo il cronoprogramma prevediamo di completare il collegamento da Brescia a Verona e da Verona a Vicenza entro il 2026, mentre per l’attraversamento di Vicenza puntiamo al 2028». Rimane però l’incognita dei pareri del governo, che ha annunciato l’analisi costi-benefici anche sulla tratta veneta, sul modello dello studio sulla Torino-Lione: «Non abbiamo avuto nessun veto – afferma Battisti – quindi noi andiamo avanti. Vediamo che avanza tutto e questa rientra tra le sei grandi opere infrastrutturali che stiamo portando avanti». Ferrovie preme sull’acceleratore anche perché la strategia, dietro ai cantieri è precisa: «Per i prossimi dieci anni – osserva Battisti – in Europa ci si aspetta 500 milioni di nuovi turisti ogni anno e di questi una buona fetta arriveranno in Italia. Quale miglior occasione per proporre un sistema di trasporto integrato che metta in collegamento rapido ed efficiente, per esempio, gli aeroporti di Venezia e Milano con un servizio ad alta velocità?». Ma al Cuoa non si è parlato solo di Tav. È arrivata la conferma dell’intervento da 50 milioni di euro per riqualificare l’ex-scalo merci di Verona, dopo un incontro l’altra sera: «Quella è un’area gigantesca – spiega Battisti – oggi in disuso e proprio in queste ore stiamo lavorando con il Comune per la riqualificazione ambientale che crei i l Central Park di Verona, un’enorme area verde tra la zona della fiera e la stazione, in centro». Il progetto riguarda un’area di 50 ettari e rappresenta un sogno nel cassetto dell’attuale giunta veronese, lanciato nel 2017 dall’allora candidato – e ora sindaco – Federico Sboarina. Ma sui tempi l’ad di Ferrovie non si sbilancia: «Non è un intervento molto complicato: si tratta di bonificare una zona e metterla a verde. Dobbiamo solo accordarci con il Comune. Sarebbe un modello da replicare in molte altre città italiane, dove ci sono molte aree in disuso da destinare a verde». «Il Central park cambierà il volto di Verona. Sarà un’altra città», ha commentato per parte sua ieri sera proprio Sboarina. «Sto facendo l’impossibile perché si realizzi. Per questo sono soddisfatto delle parole di Battisti. Ci siamo sentiti ieri, ci vedremo presto. Il Central park – ha aggiunto – sta diventando realtà, lo so dalle carte che stiamo mettendo a punto. Certo, ci vorrà tempo; ma per i residenti di Verona sud sarà un’altra vita e non solo per loro. Sono contento di aver convinto le Fs a realizzare la più grande opera di rigenerazione urbana della storia della nostra città».

Corriere del Veneto/Economia – 30/03/2019

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La fibra ottica arriverà a Bottrighe, Bellombra e Baricetta

Entro l’anno partiranno i cantieri per fornire il servizio anche nelle tre frazioni adriesi permettendo di navigare fino ad 1 gigabit al secondo sfruttando i vari servizi ultra tecnologici.

“La fibra ottica arriverà a Bottrighe, Bellombra e Baricetta, grazie a un progetto promosso e finanziato dal ministero dello Sviluppo economico ”. A darne notizia il sindaco Omar Barbierato nel corso del consiglio comunale del 29 marzo.

A rendere possibile la realizzazione della rete di fibra ottica per la banda ultra larga nelle tre frazioni, la convenzione tra il Comune di Adria e Infratel Italia spa.

“Si tratta di  un progetto a livello nazionale – afferma il consigliere comunale con delega alle Reti tecnologiche e Servizi informativi, Simone  Donà, all’indomani della seduta pubblica – Un’iniziativa che porterà la fibra ottica nelle aree bianche del paese, (aree al momento non redditizie per le societá di telecomunicazioni) portando la fibra a 6.753 comuni, interessando 9,3 milioni di unità immobiliari e 500mila sedi di impresa e pubbliche amministrazioni”.

Nel Veneto il piano Bul prevede di cablare 579 comuni, raggiungere  circa 1.000.000 di abitazioni e di realizzare 11.000 chilometri di rete fibra ottica per un investimento economico di circa 400 milioni di euro finanziato dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Regione Veneto.

La rete ultra veloce verrà progettata, costruita e mantenuta da Open Fiber spa è realizzata in modalità Fiber to the home, letteralmente “fibra fino a casa” spiega nei dettagli Donà.

L’intera tratta dalla centrale all’abitazione del cliente sarà infatti realizzata completamente in fibra ottica. Ciò consentirà di ottenere il massimo delle performance con velocità fino a 1 gigabit al secondo.

Una rete “a prova di futuro”, in grado di supportare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie che arriveranno nei prossimi anni in linea con i fondamenti della Gigabit Society (La Commissione europea ha fissato nuovi obiettivi al 2025, 1 gbps per il 100% di stazioni ferroviarie, aeroporti, aziende e le principali pubbliche amministrazioni; 100 Mbps per il 100% delle abitazioni europee, incluse quelle nelle aree rurali, con possibilità di upgrade fino a 1 Gbps).

“Il progetto definitivo è già stato realizzato e quello esecutivo sarà prodotto entro 90 giorni – conclude il consigliere comunale – A valle di questo entro l’anno si partirà con i cantieri”.

RovigoOggi.it – 30/03/2019

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L’Europa aiuta la logistica

29 Marzo 2019

Promosse 14 opere italiane per migliorare infrastrutture e trasporti, tra cui E-bridge, proposto dal porto di Genova dopo il crollo di ponte Morandi

di Nicola Capuzzo

Nell’ambito dell’ultima tornata (anno 2018) del programma comunitario Connecting Europe Facility, la Commissione Europea propone di investire un totale di 421 milioni di euro da destinare a 69 progetti che miglioreranno la mobilità per i cittadini e le imprese. Tutti i progetti selezionati mirano in particolare a promuovere la digitalizzazione, a rendere le strade più sicure e a promuovere collegamenti multimodali in linea con le iniziative ‘Europa in movimento’. Per quanto riguarda in dettaglio l’Italia, sono stati sottoposti a Bruxelles 29 progetti, equivalenti a una richiesta di co-finanziamento pubblico per 119,1 milioni e, di questi, 14 hanno ricevuto luce verde per ottenere fondi per circa 42,5 milioni euro. Di questi, 28,1 milioni (relativi a otto progetti) sono riconducibili a progetti internazionali, mentre 14,4 milioni (sei progetti) a nuovi interventi che riguardano solo l’Italia. Due progetti, che assorbono 11 milioni di co-finanziamento, riguardano nuove opere concretamente da realizzare, mentre gli altri 12 (con i relativi 31,5 milioni) sono indirizzati a studi su opere ancora da fare.

Nello specifico ecco l’elenco dettagliato di tutti i 14 progetti italiani selezionati dalla commissione e l’ammontare dei finanziamenti che li riguardano. Si parte con «Saving lives assessing and improving TEN-t road networks safety» (che prevede un finanziamento riconosciuto di 195 mila euro), seguito da «A European FEderated Network of Information eXchange in Logistics» (10,37 milioni), «sAFE» (274 mila euro), «Green and Connected Ports (Green C Ports)» (309 mila euro), «FEDeRATED» (1,68 milioni), «Interoperability of the rail system with TAF TSI in TEN-T Corridors (I RAIL)» (1,58 milioni), «CRoads Italy» (6,87 milioni), «InGE-Innovative solutions for Intermodal node “Genoa Erzelli”» (701 mila euro), «Interface: Renovating the access to the core port of Palermo and its interactions with the urban environment» (742 mila euro), «Veneto Region coordinated initiative enhancing core intermodal nodes» (2,02 milioni), «Ertms deployment on the Scanmed Corridor (Verona – Bologna section)» (9,47 milioni), «Smart-C-Scalo MArotti viRTual Corridor» (542 mila euro), «Designing multimodal freight platforms bridging northern Emilia and southern Lombardy to the TEN-T Network» (1,65 milioni) ed «EBridge. Emergency and BRoad Information Development for the ports of Genoa» (6,09 milioni).

A proposito di quest’ultimo progetto, inviato a Bruxelles poche settimane dopo il crollo del ponte Morandi e finalizzato a migliorare la condivisione dei dati tra sistemi portuali, l’accesso e il deflusso delle merci ai varchi dei terminal, a nuove aree buffer e le connessioni di ultimo miglio ferroviario, è stato lo stesso Ministro dei trasporti Danilo Toninelli ad annunciarne il co-finanziamento comunitario per 6 milioni di euro a fronte di una richiesta di 20 milioni. Il progetto «Veneto Intermodal», invece, con i suoi 2 milioni di euro di co-finanziamento prevede il potenziamento del cosiddetto ultimo miglio ferroviario degli interporti di Verona e Padova e del porto di Venezia, tutti nodi Core della Rete Ten-T che permettono l’interscambio commerciale con il resto d’Europa e del mondo per le aziende localizzate sul territorio regionale.

MF – 29/03/2019

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L’A22 scoppia: 73 milioni di transiti

I dati del 2018. Oltre 43 giorni di collasso per il traffico. Dal 1990 i tir aumentati del 115%, le auto del 90%. Ogni giorno 100 mila utenti Costa e Olivieri al convegno Inu: «Siamo al limite della saturazione, serve il BBT». Gli architetti: «Basta ritardi sul tunnel».

di Paolo Campostrini

L’A22 ha vissuto, l’anno scorso, 43 “giornate critiche”. Se non fosse un’autostrada le si potrebbe consigliare lo psicanalista. Ore e ore di code, rallentamenti, corsie intasate. Sono più di un mese e mezzo di blocchi. La ragione? 73milioni di transiti in un anno. Con, quale annesso, 35 milioni di tonnellate di merci. «Siamo al limite della saturazione» ha detto a mezza voce Luigi Olivieri , il vicepresidente, illustrando per la prima volta in modo così brutale, il senso di una emergenza.

Tir aumentati del 115%

Poi gli altri numeri della crescita esponenziale li ha forniti Carlo Costa : «Dal 1990 al 2018 il traffico delle auto è aumentato del 90%. Ma quel che emerge – ha aggiunto il direttore di A22 – è che nello stesso periodo i tir sono saliti del 115%». In pratica: raddoppiati. L’autostrada, quell’asse che porta sangue e ossigeno dal sud al nord dell’Europa, forse la principale direttrice di collegamento continentale, è come una “città lineare”, parole di Costa, con almeno 100 mila persone che ci girano intorno ogni santo giorno. Ecco il popolo dell’A22. Con questi scenari, di assoluta congestione in prospettiva («anche se è l’arteria col minor numero di incidenti in Italia…»), si inizia a comprendere la ragione per cui l’autostrada è l’unica al mondo che si è decisa a finanziare la concorrenza. Perché questo e non altro è il tesoretto che ogni anno accumula ( « e che oggi è arrivato a 700 milioni» parole di Olivieri) per la costruzione del tunnel di base, che servirà la ferrovia, non la ruota.

I blocchi dell’Austria

Ma la galleria arriverà tra un po’: l’oggi, invece, sono, ad esempio, i blocchi dell’Austria. E qui ha avuto qualcosa da dire Daniel Alfreider , neoassessore provinciale alla mobilità: «Occorre parlare chiaro a Vienna e a Innsbruck. Lo faremo come Provincia presto anche se io, personalmente, lo farei subito e sarei durissimo. Non si risolvono i problemi coi blocchi». Per Alfreider il calcolo è semplice: se 100 veicoli vengono spalmati su 7 giorni di transito è un conto, se su 5 un altro. Le code sono inevitabili. E si aggiungono ai quei 43 giorni di cui sopra.

Il corridoio del Bbt

Tutto questo, connessioni A22- tunnel -merci- tratte d’accesso è stato detto ieri al congresso nazionale Inu, l’istituto di urbanistica che ha voluto iniziare a Bolzano la sua trentesima assise. Con al centro il corridoio transalpino. Che è stato giudicato dalla presidente Silvia Viviani, dall’urbanista Francesco Sbetti , padre del pru bolzanino, e da Peter Morello una grande opportunità in termini di sostenibilità e rigenerazione territoriale. Perché è nei territori, province e regioni, che si riverserà in termini virtuosi il futuro del tunnel. «Anche se da qui deve partire anche un allarme ha detto Michele Stramandinoli , architetto – che riguarda le tratte d’accesso. La galleria va, ma sono le sue connessioni col territorio che sono ferme». Ecco, una delle ragioni delle dimissioni del commissario Facchin, un paio di mesi fa, con lettera a Toninelli accusato, senza mezzi termini, di non capire che i ritardi possono essere esiziali.

Il fantasma di Toninelli

E il ministro è stato più volte evocato da Alfreider: «Ora ci siamo quasi» ha detto a proposito della firma della concessione A22. Ma è su quel “quasi” che si vivranno settimane agitate. Con l’autostrada al limite della saturazione e un governo che ancora stenta a comprendere la stretta connessione tra tesoretto A22-tunnel di base-tratte -concessione e ricadute territoriali. Come le infrastrutture per Bolzano. Legati invece, tutti questi elementi, da doppio filo in termini di agenda. «E già adesso dovremo iniziare a progettare e poi realizzare gli snodi intermodali» ha suggerito Alfreider. Quei luoghi fisici in cui il trasbordo gomma-rotaia diventerà finalmente effettivo. E per i quali solo Verona sembra finora essersi mossa. Più di questo l’autostrada non può fare. Non certo la terza corsia fino al Brennero (“impossibile”) . Come non basterà la dinamica fino a Verona o la terza effettiva fino a Campogalliano. Con i tir saliti del 115% , palliativi.

Alto Adige – 29/03/2019

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Innovazione. Regione Veneto in prima linea per le telecomunicazioni del futuro

“Nel contesto delle Reti Innovative Regionali è allo studio la costituzione di una Rete di Ricerca specializzata in tecnologie della telecomunicazione. Tale rete si affiancherà ad un’altra importante rete di ricerca per certi versi affine e a sua volta in fase di costituzione, che opererà nel settore dell’aerospaziale, comunicazioni satellitari incluse. In entrambi questi ambiti stiamo sviluppando con le università venete un intenso piano di lavoro finalizzato all’interconnessione del sistema produttivo e allo sviluppo degli strumenti di comunicazione utili e necessari all’integrazione di tutte le molteplici competenze”.Lo ha annunciato l’assessore regionale all’economia, ricerca e innovazione intervenendo oggi a Venezia, a Palazzo Labia, all’iniziativa ABU Rai Days sull’innovazione dei sistemi di comunicazione.

Con il programma Agenda Digitale, negli ultimi anni la Regione è intervenuta attivamente sul tema delle infrastrutture per la comunicazione stanziando oltre 398 milioni di euro di investimenti pubblici per l’estensione della banda ultralarga e la creazione di un’infrastruttura di rete “a prova di futuro”. L’intervento infrastrutturale che, a partire dal 2015, è stato di sicuro supporto alle realtà economiche e ai 1,6 milioni di veneti scarsamente serviti dagli operatori di telecomunicazione, è stato accompagnato anche da iniziative di acculturazione digitale. L’impegno della Regione sta dando significativi risultati: basti pensare che nel 2018 il 76% dei cittadini veneti usa internet regolarmente, ben 8 punti percentuali in più rispetto al 2015.

“Nonostante il progresso negli ultimi anni – ha aggiunto l’assessore – rimangono tuttavia ancora ampi margini di sviluppo per la diffusione di internet in un processo di alfabetizzazione digitale, soprattutto per una parte della popolazione, che risulta ancora incompleto se riferito agli obiettivi regionali di annullamento del digital divide, nell’ottica di un percorso di inclusione sociale”.

Grazie all’innovazione dei sistemi – ha concluso – è possibile anche migliorare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione di molti segmenti produttivi. In quest’ambito un ruolo fondamentale lo svolgono le Reti Innovative Regionali, composte da un network misto fra Centri di Ricerca Universitari e Imprese che nella ricerca vogliano investire.

Regione del Veneto – Comunicato stampa N° 477 del 29/03/2019

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A22: 68,2 milioni l’utile 2018, investimenti da 56,9 mln

Tasso di incidentalità al minimo storico

Il tasso di incidentalità ha registrato il minimo storico di sempre, con un valore di 16,83, migliorando ancora il 17,81 del 2017 e rimanendo notevolmente sotto la media nazionale, che nel 2018 si è attestata a 28.

Il cda ha inoltre approvato il finanziamento di un dottorato di ricerca in ottimizzazione e pianificazione dell’attività di manutenzione autostradale istituito dall’Università di Trento.

Ansa/Trentino A.A. – 29/03/2019

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Trasporti: Rixi, il ferrobonus sarà rimodulato

Il Governo è al lavoro per rimodulare il ‘ferrobonus’ in modo che vengano coinvolti gli interporti non inseriti nell’elenco previsto dalla legge, come «per esempio l’interporto di Padova usato molto dal porto di Genova nonostante non sia identificato come zona logistica speciale dello scalo del capoluogo ligure». Interporto di Padova ha chiuso il 2018 con un utile a 1,38 milioni di euro e un valore della produzione a 33,6 milioni di euro.

Il Governo è al lavoro per rimodulare il ‘ferrobonus’ in modo che vengano coinvolti gli interporti non inseriti nell’elenco previsto dalla legge, come «per esempio l’interporto di Padova usato molto dal porto di Genova nonostante non sia identificato come zona logistica speciale dello scalo del capoluogo ligure».

È l’obiettivo indicato dal viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi stamani a Genova all’assemblea generale di Spediporto. «Stiamo attivando in questi giorni gli strumenti per rilanciare la progettazione e la realizzazione del retroporto di Alessandria e attivare il servizio del navettamento negli interporti piemontesi – spiega Rixi -. Ci sarà una revisione fatta per legge del ferrobonus, che verrà riconosciuto non in base a un elenco di interporti, ma in base a una fascia di 250 chilometri entro cui il ferrobonus possa essere utilizzato».

Interporto di Padova ha chiuso il 2018 con un utile netto in leggera flessione il fatturato complessivo riesce a crescere, pure se di poco. La struttura della logistica della zona industriale di Padova, che movimentava quasi 300 mila teu (in crescita rispetto ai circa 280 mila del 2017), presenta un utile netto da 1,38 milioni di euro (erano 1,56 nel 2017 e 1,31 nel 2016) e un valore della produzione pari a 33,6 milioni di euro, in crescita di quasi il 4%.

Il Piccolo/Nordest Economia – 29/03/2019

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Banda ultralarga: Open Fiber, 130 milioni di investimenti in Fvg

Protocollo con Gemona per una smart city da replicare in Italia

La digitalizzazione è una componente in grado di far crescere il Friuli Venezia Giulia e di supportare le azioni di governo già messe in campo per favorire gli insediamenti produttivi soprattutto nelle zone più svantaggiate della montagna friulana.

Le opportunità offerte dal processo di cablatura del territorio sono state evidenziate quest’oggi dalla Regione nel corso della presentazione del progetto che l’operatore privato Open Fiber sta compiendo in diverse località del Friuli Venezia Giulia. L’intervento prevede investimenti per quasi 130 milioni di euro, che consentiranno di collegare alla banda ultralarga, attraverso la fibra ottica, più di 224 mila abitazioni e tutte le sedi della pubblica amministrazione, scuole e strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia che ne faranno richiesta, creando un indotto lavorativo di circa 1800 unità.

Open Fiber sta intervenendo in Friuli Venezia Giulia come operatore privato nelle città di Udine, Trieste e Gemona; inoltre è presente come concessionaria di Infratel, la società del Ministero per lo Sviluppo Economico che ha messo a gara la copertura delle aree bianche del Paese – e quindi anche della nostra regione – ossia quelle zone che finora non sono state incluse nei progetti di infrastrutturazione a banda ultra larga dei player privati. In Friuli Venezia Giulia sono circa 180 i comuni bianchi cablati con questo progetto: ad oggi sono aperti cantieri in 37 località, numero che salirà oltre quota 100 entro la fine dell’anno.

Secondo la Regione, lo sviluppo della banda ultralarga rappresenta una grande opportunità sia per l’utente domestico sia per il sistema pubblico. I vantaggi di questo tipo di cablatura vanno a sommarsi alle azioni di governo messe in campo in finanziaria, dove si è previsto l’abbattimento dell’Irap per le attività produttive presenti in territori montani. Come è stato ricordato nel corso dell’incontro, questi interventi di natura fiscale possono creare i presupposti per attrarre nuove realtà alle quali l’amministrazione regionale deve cercare di unire però nuove infrastrutture, di cui la banda ultra larga è un esempio concreto. La Regione ha poi evidenziato altre ricadute positive che la velocità offerta dalla digitalizzazione operata da Open Fiber può avere in altri contesti. Ne è un esempio quello sanitario, che consente l’interscambio dei dati tra strutture preposte per la consultazione della cartella “elettronica” di quanti risiedono in Friuli Venezia Giulia.

Sempre quest’oggi è stato anche firmato un protocollo tra il Comune di Gemona e Open Fiber con l’intento di dare forma, per la prima volta in Italia, ad una città totalmente digitale. Con un intervento del valore di circa 2 milioni di euro, alla banda ultralarga saranno collegate 4 mila 200 abitazioni private ed uffici della città, attraverso una infrastruttura di quasi 130 chilometri. Inoltre verrà messa a disposizione la connessione in fibra ultraveloce in 50 edifici di proprietà comunale per fornire servizi funzionali alle attività istituzionali ed amministrative del Comune di Gemona; ne sono un esempio il portale elettronico, il cloud computing, sistemi di sensoristica per il telerilevamento ambientale, il telelavoro, e tante altre opportunità in ambito sanitario, nell’informazione e nell’istruzione.

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia/Notizie dalla Giunta – 29/03/2019

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L’Ue promuove l’idrovia: porta sviluppo sostenibile

28 Marzo 2019

Visita a Valdaro della coordinatrice della rete mediterranea Iveta Radicova «Il trasporto su acqua darà sviluppo ed efficienza conservando l’ambiente» il futuro delle vie navigabili.

Capelli biondi, vestito sportivo, l’ex premier slovacco Iveta Radicova, ieri in visita al porto di Valdaro, ha promosso i progetti delle idrovie padane «infrastrutture ecologiche in linea con le indicazioni europee». Un punto della situazione che la coordinatrice europea del Corridoio Mediterraneo ha voluto fare a un anno dall’apertura della conca di navigazione al porto di Mantova e di quella a Isola Serafini, nel Piacentino, snodi strategici della rete idroviaria che fa parte del Corridoio Mediterraneo, una delle nove reti di trasporto strategiche per l’Europa che vanno completate entro il 2030. Una rete che attraversa il Nord Italia da ovest a est, congiungendo Torino, Milano, Verona, Venezia, Trieste, Bologna e Ravenna comprendendo la Tav della val di Susa.

Di alto livello il parterre degli intervenuti al confronto internazionale aperto fra istituzioni locali, tre regioni, Europa, Aipo e autorità di bacino. Al centro le prospettive di sviluppo della rete che già oggi vede la Lombardia al primo posto in Italia per la navigazione interna con Mantova porto più remoto d’Italia nel cuore della pianura padana. Nel bacino padano, con quasi mille chilometri di reti navigabili, oggi transitano oltre 11 milioni di passeggeri. E nei numeri sta la grandezza della dimensione padana: 70mila chilometri quadrati nei quali vivono 16 milioni di abitanti e si produce il 40% del reddito italiano.

«La pianura padana – ha detto la Radicova – è ideale per le reti idroviarie e qui c’è il cuore della produzione nazionale. Il Nord Italia è ai vertici delle regioni europee per l’economia, ma anche per la presenza di bellezze artistiche. Per questo una efficiente rete di trasporto fluviale aiuterebbe l’economia e lo sviluppo sostenibile, ma favorirebbe anche la circolazione delle persone e il turismo».

Già oggi Mantova movimenta 300mila tonnellate di merci l’anno e sono in aumento i trasporti eccezionali via acqua, come ha confermato il consigliere regionale Alessandra Cappellari.

«Potenziare le reti di trasporto internazionale non è solo un modo per far diminuire i costi di trasporto – ha proseguito la Radicova – ma anche una opportunità di radicare lo sviluppo nel territorio, offrendo come nel caso delle idrovie delle prospettive sostenibili».

Per realizzare gli obiettivi a medio e lungo termine che Aipo, l’Agenzia interregionale per il Po, ha predisposto serviranno finanziamenti ingenti. E una notizia in anteprima è stata fornita da Wojciech Sopinski, consulente della Coordinatrice, che ha annunciato che nella prossima legislatura europea verrà data grande importanza, nell’ambito della politica della mobilità, alla de-carbonizzazione, digitalizzazione, riduzione delle emissioni e intermodalità «con contributi che potranno raggiungere anche il 50% di co-finanziamento».

Fra i progetti in corso d’opera di Aipo c’è quello relativo alla navigazione fluviale del Po per 340 giorni l’anno che vale circa 700 milioni e sarà fatto per stralci. Un miliardo invece vale l’eventuale canale navigabile Cremona-Mantova mentre per mantenere costante il livello dell’acqua nel Po, cioè la regimazione con 4 traverse, servirebbero 2,8 miliardi.

Gazzetta di Mantova – 28/03/2019

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Tav Brescia-Verona, il ministero crea l’osservatorio ambientale

La Businarolo (M5S) aveva presentato l’interrogazione «Deve garantire la massima compatibilità dell’opera»

Dopo l’allarme sui ritardi «di sette mesi» della Tav-alta velocità alta capacità ferroviaria sulla linea Brescia Est-Verona lanciato nei giorni scorsi da Corrado Bianchi, amministratore delegato di Pizzarotti spa (27 per cento delle quote di Cepav Due, il consorzio che dovrà realizzare l’opera), c’è uno sviluppo nell’iter del progetto. Iter lungo e tortuoso, anche se sono già stati conclusi accordi bonari per la cessione di terreni di privati su cui passerà la linea dei treni superveloci ed è già partito il percorso degli espropri. «Finalmente, con un decreto del 13 febbraio scorso, il ministero dell’Ambiente ha istituito l’Osservatorio ambientale previsto per la realizzazione della tratta ferroviaria Tav Brescia-Verona». Lo rende noto la deputata veronese del Movimento 5 Stelle Francesca Businarolo, che ha ricevuto la risposta del ministero alla sua interrogazione che sollecitava l’atto. Ma di che cosa si tratta? «L’Osservatorio», ricorda la deputata pentastellata, «era stato previsto dalla delibera del Cipe numero 42 del 2017, ed è chiamato a garantire la massima compatibilità ambientale dell’opera prevista, come la fruibilità visiva dei beni storico/architettonici, la valorizzazione paesaggistica del tracciato e dei manufatti accessori, il consolidamento dei pendii e il contenimento dell’inquinamento acustico. Avevamo chiesto con la nostra interrogazione di bloccare l’opera se l’Osservatorio non fosse stato istituito proprio per la centralità dei suoi ruolo».

L’Arena di Verona – 28/03/2019

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