Per l’uscita dalla città una «galleria» per minimizzare l’impatto: solo 4 edifici a rischio demolizione.
di Davide Bacca
L’alta velocità non si ferma. Nemmeno il tempo di completare i lavori della tratta Treviglio-Brescia che le Ferrovie annunciano l’avvio dei cantieri verso Verona. «Vogliamo dare continuità al progetto e completare il corridoio Mediterraneo» spiega l’amministratore delegato del Gruppo Fs, il bresciano Renato Mazzoncini. I lavori verso il Veneto «potranno essere aperti all’inizio della primavera del 2017, tra marzo e aprile» incalza l’Ad di Rfi Maurizio Gentile. Si partirà con il lotto uno, vale a dire da Calcinato verso est, tralasciando per ora l’uscita dal capoluogo, in attesa di formalizzare l’addio allo shunt e aver pronto il progetto per posare i nuovi binari in città, dove un «ecotunnel» dovrebbe ridurre al minimo demolizioni e impatto.
Cantieri. Il pressing del consorzio Lugana e dei sindaca gardesani pare insomma non aver dato frutto. Nonostante la caduta del Governo, le Ferrovie puntano infatti a vedere approvato dal Cipe il progetto della Brescia-Verona, integrato con prescrizioni e raccomandazioni, spiega Gentile – questo ci consentirebbe di rispettare il calendario che ci siamo dati: bollinatura della Corte dei Conti, pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e apertura dei cantieri tra marzo e aprile». Come per la Treviglio-Brescia, la realizzazione dell’opera è affidata al General contractor Cepav Due, il consorzio Eni per l’alta velocità (52% Saipem, 24% Pizzarotti, 12% Condotte d’Acqua, 12% Icm). «Il rapporto con il General contractor è già definito, ora attendiamo solo il Cipe» spiega Gentile. Il budget a disposizione è di 2.300 milioni, più che sufficiente per realizzare il lotto funzionale tra lo snodo di Brescia Est (Calcinato) e Verona. Il tracciato prevede l’affiancamento dei nuovi binari all’autostrada A4, con il passaggio tra le colline del Garda. Il Lugana dovrà sacrificare circa 30 ettari, ridotti significativamente rispetto agli oltre 200 del progetto iniziale. Azzerate anche le cave di prestito: si sfrutteranno gli ambiti estrattivi già presenti sul territorio. Resta da sciogliere il nodo dell’uscita dalla città: il progetto che nelle prossime settimane approderà al Cipe riguarderà infatti solo il lotto da Calcinato verso il Veneto, stralciando il tratto tra la stazione di Brescia e il nodo Brescia Est.
Capoluogo. Lo shunt, vale a dire il passaggio a sud del capoluogo, è ormai finito in soffitta. In base ai dati forniti dal Ministero, la sua mancata realizzazione dovrebbe far risparmiare 1.011 milioni (654 per la realizzazione, 347 per l’armamento). Come è stato per l’ingresso in città, per l’uscita verso Verona si dovranno dunque posare due nuovi binari a sud degli attuali. Tratte quattro mesi il progetto preliminare dovrebbe essere pronto. Una prima valutazione parla di un costo di 400 milioni. Quel che è certo, spiega Mazzoncini, «è che si sta facendo di tutto per ridurre l’impatto sulla città». Alla fine i disagi dovrebbero essere meno rispetto a quelli derivati dai cantieri della Treviglio-Brescia. Rfi sta infatti lavorando a una soluzione chiamata « ecotunnel», una sorta di galleria che avvolgerà tutto il fascio dei binari: un portale utile per elettrificare la linea, contenere l’impatto acustico, ridurre lo spazio necessario per i nuovi binari. «L’impatto sarà minimo – insiste Mazzoncini, rispondendo alle preoccupazioni del sindaco Emilio Del Bono -. Calcoliamo di doverci allargare verso sud solo per 4,80 metri». Gli edifici che dovrebbero interferire con la linea saranno meno di dieci, con le situazioni più critiche concentrate tra via Cadorna e via Ferri. Per molti l’interferenza sarà però limitata a una vicinanza che potrà creare problemi acustici, per quanto ridotti dall’ecotunnel: «Lavoreremo per minimizzarli» spiega Gentile. Gli immobili che dovranno essere demoliti non dovrebbero essere più di tre o quattro, quelli che si sovrappongono ai binari.
Linee suburbane. L’alta velocità rilancia anche il progetto di dotare l’area attorno a Brescia di linee suburbane, sfruttando le ferrovie regionali. Una sorta di metropolitana provinciale su treni e binari tradizionali, come già avviene a Milano con le « linee S». «Nei prossimi anni dovremo lavorare in questa direzione, per integrare il servizio della metropolitana cittadina con un servizio suburbano, in modo da spostare su ferro una buona fetta della domanda di mobilità che gravita sulla città» spiega Mazzoncini. Uno dei progetti riguarda la Brescia-Edolo, con un treno ogni 15 minuti su Castegnato e uno ogni mezz’ora per Iseo. Con l’addio allo shunt le Ferrovie lavorano però anche alla riqualificazione e all’elettrificazione della linea verso Parma, prolungandola verso Montichiari. « Così garantiremo un collegamento con l’aeroporto».
Il Giornale di Brescia – 11.12.2016
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