di Alessandro Macciò
Cablare almeno l’ 80% dei Comuni italiani, a partire dal Veneto: è questo l’obiettivo di Enel Open Fiber (Eof), la società del gruppo Enel dedicata all’allestimento della banda ultralarga. Dopo Padova e Venezia, i prossimi obiettivi sono Treviso e Verona: «I lavori per le infrastrutture partiranno nel 2017 – ha dichiarato ieri il direttore commerciale di Eof Rita De Sanctis a Mestre, al campus di Ca’ Foscari, nell’ambito del festival DigitalMeet -. Entro il 2021 vogliamo portare la fibra ottica direttamente nelle case di 250 città».
Il festival di Fondazione Comunica ieri ha acceso i riflettori sull’Università di Padova: prima il dibattito sulla didattica innovativa con la presentazione di un’aula 4.0, poi il confronto tra innovatori e «frenatori», infine l’incontro «Io e il digitale» dedicato al rapporto con le tecnologie informatiche.
Enrico Carraro, presidente di Gruppo Carraro, ha suonato un campanello d’ allarme: «Dopo la crisi, l’imprenditore non ha più la ricerca nel suo Dna. La ricerca rende tanto ma richiede capitali ingenti e il nostro territorio è troppo frammentato: serve un esame di coscienza».
Il direttore generale di Friuladria, Roberto Ghisellini, ha cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Digitale non vuol dire licenziare ma trasformare i posti di lavoro. Il futuro è delle filiali virtuali con consulenze via Skype; ma le filiali fisiche non scompariranno mai del tutto». Il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto ha espresso qualche preoccupazione, legato anche ai casi di disinformazione scientifica che circolano in rete: «Il digitale non può imporsi sui processi formativi: siamo arrivati a un equilibrio oltre cui è meglio non andare; diventare interamente digitali mi sembra un po’ rischioso». Il presidente dei Giovani di Confindustria Veneto, Enrico Berto invece è fiducioso: «Le scuole dovranno avere un nuovo ruolo, non solo di insegnare ma anche di sviluppare una coscienza critica per riconoscere le fonti più attendibili». Rizzuto usa il digitale per fare ricerche ma non ha profili social per motivi di privacy; Berto usa molto i social per lavoro ma nel tempo libero stacca la spina. Insomma, connessi ma non troppo.
Corriere del Veneto/Verona – 22.10.2016
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