L’Enel: «Banda larga, nel 2017 tocca a Verona e Treviso»

22 Ottobre 2016

di Alessandro Macciò

Cablare almeno l’ 80% dei Comuni italiani, a partire dal Veneto: è questo l’obiettivo di Enel Open Fiber (Eof), la società del gruppo Enel dedicata all’allestimento della banda ultralarga. Dopo Padova e Venezia, i prossimi obiettivi sono Treviso e Verona: «I lavori per le infrastrutture partiranno nel 2017 – ha dichiarato ieri il direttore commerciale di Eof Rita De Sanctis a Mestre, al campus di Ca’ Foscari, nell’ambito del festival DigitalMeet -. Entro il 2021 vogliamo portare la fibra ottica direttamente nelle case di 250 città».
Il festival di Fondazione Comunica ieri ha acceso i riflettori sull’Università di Padova: prima il dibattito sulla didattica innovativa con la presentazione di un’aula 4.0, poi il confronto tra innovatori e «frenatori», infine l’incontro «Io e il digitale» dedicato al rapporto con le tecnologie informatiche.
Enrico Carraro, presidente di Gruppo Carraro, ha suonato un campanello d’ allarme: «Dopo la crisi, l’imprenditore non ha più la ricerca nel suo Dna. La ricerca rende tanto ma richiede capitali ingenti e il nostro territorio è troppo frammentato: serve un esame di coscienza».
Il direttore generale di Friuladria, Roberto Ghisellini, ha cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Digitale non vuol dire licenziare ma trasformare i posti di lavoro. Il futuro è delle filiali virtuali con consulenze via Skype; ma le filiali fisiche non scompariranno mai del tutto». Il rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto ha espresso qualche preoccupazione, legato anche ai casi di disinformazione scientifica che circolano in rete: «Il digitale non può imporsi sui processi formativi: siamo arrivati a un equilibrio oltre cui è meglio non andare; diventare interamente digitali mi sembra un po’ rischioso». Il presidente dei Giovani di Confindustria Veneto, Enrico Berto invece è fiducioso: «Le scuole dovranno avere un nuovo ruolo, non solo di insegnare ma anche di sviluppare una coscienza critica per riconoscere le fonti più attendibili». Rizzuto usa il digitale per fare ricerche ma non ha profili social per motivi di privacy; Berto usa molto i social per lavoro ma nel tempo libero stacca la spina. Insomma, connessi ma non troppo.

Corriere del Veneto/Verona – 22.10.2016

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Dragaggi nei porti: al via la nuova normativa

21 Ottobre 2016

Semplificazione e innovazione tecnologica per tutela ambiente

Semplificazione normativa, trasparenza delle procedure e utilizzo delle migliori tecnologie per le operazioni di dragaggio nei porti commerciali e turistici d’Italia. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo della complessa riforma dei dragaggi portata avanti dal sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, e presentata oggi durante il Convegno “Escavi e gestione dei sedimenti: da problema a opportunità”, che si è svolto oggi a Roma nella sede del Ministero dell’Ambiente.

Con la pubblicazione degli ultimi provvedimenti in Gazzetta Ufficiale, è entrata definitivamente in vigore la nuova normativa che punta a superare le difficoltà tecniche e operative riscontrate, negli ultimi anni, nella realizzazione delle opere di dragaggio nelle varie tipologie dei porti italiani e nella gestione e riutilizzo del materiale dragato. Si tratta di due regolamenti, il primo nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei 39 Siti di interesse Nazionale (SIN), il secondo che disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree SIN, a cui si aggiunge una modifica normativa che prevede che la tutela delle acque e del suolo avvenga attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, analizzando il materiale da trattare caso per caso e nell’ottica della massima sostenibilità ambientale.

“Questa riforma, in linea con il primo capitolo della recente riforma portuale – ha dichiarato il sottosegretario Silvia Velo – consentirà la manutenzione e l’adeguamento dei fondali dei nostri porti secondo criteri di trasparenza e di tutela ambientale, con l’obiettivo di rendere le nostre infrastrutture portuali sempre più competitive, anche in termini turistici, rispetto allo sviluppo dei traffici internazionali”.

Ansa – 21.10.2016

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Ferrovie: in Trentino nuovi treni per i pendolari

Primi tre serie Jazz di sei per linea Brennero, con 300 posti

Sono operativi da qualche giorno in Trentino, tre dei sei nuovi treni ‘Coradia Meridian Jazz’ impiegati sulla linea del Brennero. A novembre saranno operativi gli altri tre treni previsti dal contratto, sottoscritto il 25 marzo scorso, tra la Provincia autonoma di Trento e Trenitalia, nell’ambito di una operazione di rinnovo del parco rotabile della linea del Brennero, avviata due anni fa dalle Province di Trento e Bolzano.
Il contratto prevede una durata di nove anni con un plafond di 180,4 milioni di euro. I nuovi treni dispongono di sei carrozze, una capienza di 300 posti e sono anche attrezzati per il carico di 24 biciclette, ampliabile a 30 in estate.
Per garantire la sicurezza in viaggio ogni treno è dotato di un impianto di videosorveglianza. Viene stimato che insieme ai due nuovi treni ‘Flirt’ della Stadler, introdotti lo scorso anno, con i nuovi Jazz più del 70% delle corse sul fondovalle lungo la linea del Brennero avverranno con mezzi nuovi.

Ansa – 21.10.2016

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Tirolo a Bruxelles per divieto tir

20 Ottobre 2016

La regione si gioca le ultime carte, da novembre lo stop

L’amministrazione della regione austriaca del Tirolo sta giocando le ultime carte per evitare una procedura europea contro il previsto divieto di transito settoriale per alcune merci. Il divieto, infatti, dovrebbe entrare in vigore dal primo novembre e riguarderebbe una serie di merci, dal legno al marmo, ai rifiuti, che non potrebbero più transitare lungo l’asse di transito alpino. Nei primi giorni della prossima settimana una delegazione regionale austriaca sarà a Bruxelles per cercare di convincere le autorità comunitarie. Questo anche perché la stessa Unione europea ha aperto a suo tempo una procedura di infrazione nei confronti dell’Austria per l’eccessivo inquinamento atmosferico. Ed è proprio contro l’inquinamento che il divieto settoriale è stato ideato.

Ansa – 20.10.2016

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Codice appalti verso il tagliando

19 Ottobre 2016

Allo studio il decreto correttivo: l’ipotesi di approvarlo entro fine anno

di Giuseppe Latour e Mauro Salerno

Anticipare il primo tagliando al codice appalti. È l’ipotesi che sta prendendo forma in questi giorni per rispondere da subito alle criticità evidenziate nella prima fase di attuazione del D. Lgs. 50/2016, che proprio oggi chiude i primi sei mesi di operatività.
Le audizioni avviate dal Parlamento per testare l’impatto delle nuove regole sul mercato hanno messo in luce alcune emergenze che potrebbero spingere il Governo a intervenire con le prime correzioni entro la fine dell’anno, senza aspettare la scadenza (massima) del 19 aprile per esercitare la delega (prevista dalla legge 11/2016) a correggere in corsa il codice.
Ancora da sciogliere la forma che prenderanno queste correzioni. Una prima idea sarebbe quella di lavorare da subito al decreto correttivo, anticipandone il varo entro fine anno. L’altra ipotesi – più concreta per una questione di tempi, ma anche meno coerente con il percorso immaginato finora – è quella di procedere con una serie di modifiche spot (magari da inserire in uno dei decreti in conversione oppure nella legge di Bilancio), lasciando al provvedimento da varare entro aprile il compito di un ripensamento più organico. Sulla decisione finale peserà anche il parere del Parlamento che dovrebbe completare nel giro di un paio di settimane la sua consultazione.
Qualche certezza in più c’è, invece, sul merito degli interventi da anticipare alla prima occasione.

In prima fila c’è la marcia indietro sul periodo di riferimento utile per la dimostrazione dei requisiti di qualificazione delle imprese. Il nuovo codice dimezza da 10 a 5 anni la forbice entro la quale pescare i lavori eseguiti di maggior valore. Il rischio è quello di mandare fuori mercato migliaia di imprese. Di qui la scelta di ripristinare il bonus decennale. Un altro intervento potrebbe arrivare sui criteri di aggiudicazione delle gara, ritoccando al rialzo il tetto massimo per l’assegnazione degli appalti al massimo ribasso (ora fissato a un milione di euro), venendo incontro alle reiterate richieste di enti locali e imprese. Si porta dietro più dubbi (insieme alla contrarietà dell’Anac) la possibilità di intervenire sulla disciplina del subappalto, rivedendo le norme che lasciano alle stazioni appaltanti la facoltà di decidere di volta in volta se ammettere o meno i subaffidamenti e che obbligano i costruttori a indicare con l’offerta una terna di imprese da chiamare per i subappalti.
A sei mesi dall’entrata in vigore, il nuovo codice è peraltro ancora lontano dall’essere attuato per intero. Solo sei sui 56 provvedimenti attuativi nascosti tra le pieghe del 220 articoli del D. Lgs. 50 sono arrivati al traguardo finale. Mentre sono già stati abbondantemente superati i termini di approvazione di altri 17 provvedimenti (si sale a 21 se si considerano anche i 4 in scadenza oggi) che avrebbero dovuto essere varati entro l’ estate, in modo da abbreviare al minimo indispensabile la fase di transizione tra il vecchio e il nuovo sistema.
Tra i provvedimenti arrivati al traguardo, due sono linee guida varate dall’Anac (offerta più vantaggiosa e incarichi di progettazione). L’Authority è pronta a licenziare a breve anche i “manuali” sul Rup e sui commissari di gara.
Al ministero delle Infrastrutture hanno cominciato a lavorare prima dell’estate ai 23 provvedimenti attuativi che il nuovo codice intesta a Porta Pia. Per ora il lavoro dei tecnici ha fruttato la messa a punto di una decina di provvedimenti. Tra questi, il decreto che disegna il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, appena inviato a Palazzo Chigi. A fine percorso anche il provvedimento con i nuovi livelli di progettazione delle opere pubbliche, strategico per i professionisti, oltre che per le Pa. Allo stesso modo, entro fine anno dovrebbe arrivare anche il decreto sull’utilizzo del Bim: darà un primo calendario alla sperimentazione delle nuove tecnologie digitali nei cantieri del nostro paese.

Il Sole 24 Ore – 19.10.2016

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“La chimica aprirà la via della Seta”

Ventimila container su treni invece che sulle navi

di Maurizio Tropeano

Ad Aprile, dopo un percorso di 11.300 chilometri, è arrivato a Lione un convoglio partito da Wuhan. Lo scorso settembre un altro treno si è fermato a Rotterdam con stazione di partenza Chengdu. Cina e Russia puntano a raggiungere vecchi e nuovi mercati (dalla Turchia all’Iran) trasportando le merci su rotaia. I sostenitori della Torino-Lione non perdono occasione per spiegare come la realizzazione del corridoio Mediterraneo sia lo strumento per agganciare la nuova via della Seta (la rotta commerciale percorsa dalle carovane tra il cuore dell’Europa e la Cina) ferroviaria. Il problema è che ci vorranno anni per realizzarla e allora Telt, la società che dovrà realizzare e gestire il tunnel di base, in collaborazione con Mir Initiative e al Forum delle città della nuova via ferroviaria, prova ad utilizzare le linee esistenti per far arrivare già ora le merci. Nei primi mesi del 2017 sarà attivato un servizio di trasporto ferroviario intermodale di swap tank e tank container contenenti prodotti chimici fra l’Europa Occidentale e la Russia. «Attualmente – spiega Ernest Sultanov, coordinatore del Forum – questa tipologia di trasporto, con circa 20.000 container all’anno, è eseguita via mare fino a S. Pietroburgo e via strada per l’inoltro in Russia. In questi mesi, però, abbiamo lavorato per attivare le condizioni tecnico/economiche per convertire in traffico intermodale più rispettoso dell’ambiente questi flussi di traffico». E aggiunge: «Il trasporto su ferro consentirà anche di estendere il servizio al mercato cinese con positive ripercussioni sul sistema». Mario Virano, direttore generale di Telt, spiega che i primi a partire saranno gli svizzeri di Hupac ma altri potrebbero seguirli a breve. Da alcuni anni, infatti, ci sono già alcuni operatori europei DB Shenker, Gefco e di recente anche l’italiana Fercam lavorano lungo la rotta euroasiatica. Senza dimenticare i grandi operatori cinesi. Perché passare sotto le Alpi? Secondo Virano «il corridoio Mediterraneo permette di risparmiare 1500 chilometri per i convogli che vogliono raggiungere Francia e Spagna». Per Sultanov «il fatto che a partire dal 2018 le merci italiane potranno viaggiare sulla linea ad alta velocità rappresenta un fattore di ulteriore competitività». Sempre nel 2017 partirà un servizio di trasporto intermodale fra Kazan (Russia) e Harbin (Cina). Sultanov: «l’obiettivo è di raccordare le iniziative esistenti per connetterle alle nuove»

La Stampa – 19.10.2016

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Porti: Ravenna, fondi europei per Green Mobility

Anche per promozione piani urbani mobilità, 418.000 euro

Ridurre l’impatto sulla mobilità urbana e l’emissione di gas causati dalle navi da crociera; facilitare l’adozione di Piani per la Mobilità Urbana Sostenibile in città avvalendosi delle esperienze già svolte all’estero. Sono gli obiettivi di 2 progetti che il Comune di Ravenna realizzerà grazie a finanziamenti europei, per 418mila euro. Il primo dei due progetti, Low Carbon Transport in Cruise Destination Cities ha ricevuto un finanziamento di 237.868,20 euro e verrà realizzato tra novembre di quest’anno e aprile del 2019. L’obiettivo è partecipare a rendere gli spostamenti più sostenibili ed energeticamente efficienti e preservare al contempo l’attrattività del patrimonio naturale e culturale delle destinazioni.

Insieme con Ravenna partecipano come capofila anche AREA Science Park e l’Autorità Portuale di Trieste; partner italiani il Comune di Trieste; la Regione Friuli Venezia Giulia; l’Autorità Portuale di Ravenna e la Regione Emilia-Romagna; il progetto è condiviso anche con realtà straniere.

Ansa – 19.10.2016

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Catullo, intesa sullo scalo di Montichiari Bresciani in società con il 20 per cento

18 Ottobre 2016

Il presidente Arena: «Il D’Annunzio sarà una start up. Nel Nordest un Progetto-Paese»

di Lillo Aldegheri

Pieno accordo tra la Catullo spa e il «sistema Brescia» sul futuro dello scalo di Montichiari. Dopo anni di discussioni, scontri e polemiche d’ogni tipo, l’intesa sulla gestione futura dell’aeroporto Gabriele D’Annunzio è stata firmata ieri da tutti gli azionisti: Save, Aeroporto Catullo di Verona Villafranca e Società Aeroporto Brescia e Montichiari (Abem), ovvero la società partecipata da Camera di Commercio di Brescia, Associazione industriale bresciana, Comune di Brescia e altri azionisti istituzionali.

L’accordo prevede la gestione dell’aeroporto bresciano attraverso una joint venture in cui Abem parteciperà al 20 per cento e Catullo all’80. Il valore della partecipazione di Abem è previsto pari a sei milioni di euro.

La gestione dell’aeroporto di Brescia-Montichiari spetterà alla Catullo, che nominerà l’amministratore delegato della joint venture.

L’infrastruttura è costituita da una pista di 2.990 metri e da piazzali per la sosta adatti a ospitare contemporaneamente cinque aeromobili di grandi dimensioni (B747). Il terminal passeggeri è di circa 7.500 metri quadri, con una capacità annua pari a 1,5 milioni di passeggeri. I magazzini merci hanno una capacità di oltre 100.000 tonnellate, e nel 2015 sono state movimentate 30.000 tonnellate di merce.

Secondo la nota emanata ieri sera, «la joint venture valorizza il ruolo di Brescia all’interno del polo aeroportuale del Nordest, dando slancio alle potenzialità dell’infrastruttura attraverso la collaborazione con i key player dell’area».

Decisamente soddisfatto il presidente della Catullo spa, Paolo Arena: «È una notizia estremamente positiva – spiega – che corona l’attività iniziata 5 anni fa e che possiamo sintetizzare in cinque step».

E il presidente li elenca uno per uno: «Il primo obiettivo – ricorda Arena – era quello di restituire competitività allo scalo di Verona, ed è stato raggiunto; il secondo era quello di trovare un partner industriale serio e forte come Save; il terzo era quello di creare una rete aeroportuale che coinvolgesse gli scali di Verona, Venezia, Treviso e Brescia; volevamo poi avere la conferma della gestione 40ennale di Montichiari, e l’abbiamo ricevuta il 4 gennaio scorso; e adesso il quinto step, ovvero questo accordo con l’intero sistemaBrescia per lo sviluppo di quella infrastruttura».

Arena aggiunge che «a questo punto, per noi Montichiari è una sorta di start-up che ha tutte le condizioni per un Piano di Sviluppo serio, con un partner industriale altrettanto serio. E voglio ribadire – conclude il presidente Arena – che quello che abbiamo creato qui nel Nordest è un Progetto-Paese, di cui sono orgoglioso di far parte».

Sul fronte politico, proprio ieri mattina il Pd aveva aperto una polemica sul Piano industriale dell’Aeroporto Catullo e sull’ipotesi di una «azione di responsabilità» nei confronti dei passati amministratori della società.

Michele Bertucco ha protestato infatti perché «a più di tre anni dalla sua approvazione il piano industriale 2013-2022 non è ancora noto ai soci, come conferma la relazione degli uffici comunali al bilancio 2015 di Aerogest, la società di gestione dello scalo che riunisce tutti i soci pubblici. Da fonti societarie, risulta peraltro che il testo del Piano sia stato dato in visione ai soci, e che la «riservatezza» sul contenuto sia stata motivata dal fatto che la società Save è quotata in Borsa. Bertucco ha denunciato anche «il tira e molla sull’azione di responsabilità nei confronti nel vecchio cda: l’ennesimo parere richiesto (all’avvocato Lamberto Lambertini, ndr) conferma che è possibile chiamare in causa il vecchio presidente del Catullo (Fabio Bortolazzi, ndr), ma esprime dubbi “sull’effettiva utilità” di quella decisione».

Corriere del Veneto/Verona – 18.10.2016

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Tav e aeroporto, arriva la svolta

Delrio: «Entro l’ anno l’ok per la Verona-Vicenza e la Vicenza-Padova». Firmato l’accordo con Brescia per lo scalo Montichiari

Per Verona si avvicina l’appuntamento con l’alta velocità ferroviaria. Dopo il completamento della Treviglio-Brescia, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio annuncia, infatti, che «entro la fine dell’ anno» si punta a completare l’iter autorizzativo dell’opera fino a Padova.
«L’alta velocità ferroviaria è un messaggio di unione per l’Europa, e l’Italia sta dimostrando di essere all’altezza», ha detto il ministro Delrio, a Castegnato, nel Bresciano, dopo il viaggio di prova sul tratto della linea ad alta velocità fra Treviglio, in provincia di Bergamo, e Brescia. Dopo il completamento della tratta per Milano, «entro la fine dell’anno», fa sapere il ministro, «pensiamo di completare l’iter autorizzativo fino a Padova». Nella sua visita Delrio ha parlato di «opere utili, per i passeggeri e le merci, con l’obiettivo di trasferire il 50 per cento di merci dalla gomma al ferro». E ha concluso assicurando «un dibattito con il territorio» nella realizzazione delle nuove infrastrutture.
Le prossime tappe saranno quindi la realizzazione della tratta da Treviglio a Verona (Quadrante Europa), il cui cantiere è già stato autorizzato, e il completamento dell’iter autorizzativo delle Verona-Vicenza e Vicenza-Padova. A tale proposito, nei giorni scorsi, la Giunta regionale aveva approvato le prescrizioni a tutela del territorio di cui tenere conto in sede di approvazione da parte della Via statale del progetto definitivo della linea Verona-Padova, in particolare per quanto riguarda il primo tratto che collega Verona con Vicenza.
Il ministro dei Trasporti, accompagnato dall’amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, ha collaudato, a bordo di un Frecciarossa, la nuova tratta ad alta velocità Treviglio-Brescia, che sarà attiva dall’ 11 dicembre, completando il collegamento ultraveloce con Milano. La nuova linea consentirà, nella prima fase, di portare a 36 minuti i tempi di viaggio tra i due capoluoghi, scendendo a 30 minuti una volta che sarà finita l’ interconnessione a Brescia Centrale.
L’ annuncio del ministro sulla Tav fino a Vicenza e Padova è stato accolto con soddisfazione dal sindaco Flavio Tosi che però resta cauto sulla tempistica. «Gli intoppi di una burocrazia demenziale», afferma, «hanno finora stoppato tutti i programmi e gli annunci fatti prima dal premier Renzi e poi dall’allora ministro Lupi non sono stati rispettati. Io ci spero moltissimo nelle indicazioni date dal ministro, ma prima voglio aspettare i fatti». E i tracciati? «Abbiamo definito il passaggio in città sia per la linea Tav est-ovest sia per la linea del Brennero nord-sud. Il contributo che la città riuscirà ad avere con le opere compensative», assicura Tosi, «sarà molto buono e i tempi di percorrenza dimezzati per Milano apriranno grandi prospettive economiche alla nostra città».
MONTICHIARI. Nel suo intervento all’assemblea generale dell’Associazione industriale bresciana, Delrio ha inoltre sottolineato che il governo plaude al piano di rilancio dell’aeroporto di Montichiari (vedi altro articolo). «Su aeroporti e alta velocità noi ci siamo. Abbiamo accolto con piacere il vostro piano di investimenti su Montichiari. In Europa si è deciso di puntare sui grandi hub, noi invece puntiamo sulle reti di aeroporti. Per questo serve che i privati si prendano loro parte di rischio: in questo caso 50 milioni di euro di investimento in un quadriennio».

L’Arena – 18.10.2016

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Tirolo dice no all’autostrada Alemagna

14 Ottobre 2016

Innsbruck vuole puntare sulla rotaia e il trasporto pubblico

Dopo l’Alto Adige, anche il Tirolo boccia la proposta del prolungamento dell’autostrada Alemagna (A31) da Belluno verso l’Austria. La vicegovernatrice Ingrid Felipe parla sulla Tiroler Tageszeitung di un’iniziativa “no go”, non fattibile. “In Tirolo – aggiunge – puntiamo sulla rotaia e sul trasporto pubblico, ampliare contemporaneamente la rete stradale sarebbe un controsenso”, sottolinea Felipe.
Nel frattempo la società autostradale austriaca Asfinag progetta invece la realizzazione di una terza corsia dinamica, ovvero l’allargamento della corsia d’emergenza che in giornate di bollino nero viene aperta al traffico. I lavori su un tratto di nove chilometri ad ovest di Innsbruck dovrebbero essere conclusi per il 2019. Sull’autostrada del Brennero a sud di Bolzano è già prevista una corsia dinamica.

Ansa – 14.10.2016

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