Il Frecciarossa testa l’Alta velocità

19 Luglio 2016

Trasporti. Prime prove senza passeggeri della nuova linea da Milano a Brescia via Treviglio. E da dicembre prevista l’entrata a regime sulla nuova tratta di 39,6 chilometri. Benefici previsti anche per i convogli regionali

di Edmondo Varani

II treno Frecciarossa 500 di Trenitalia marcia già sulla nuova linea ferroviaria ad alta velocità Treviglio-Brescia che verrà attivata al traffico commerciale con il prossimo orario di dicembre. Si tratta di un convoglio senza viaggiatori a bordo, che da alcune settimane circola sui due nuovi binari. In questi ultimi giorni il treno Frecciarossa 500 sosta all’altezza del casello di Bariano della Brebemi, che corre per buona parte del tracciato in affiancamento alla linea ferroviaria ad alta velocità. I tecnici lo chiamano pre-esercizio di una nuova linea e serve per testarla nei suoi vari aspetti prima di mettervi in circolazione i convogli con a bordo i passeggeri. Tra l’altro Rete ferroviaria italiana per la diagnostica delle sue linee utilizza dei convogli speciali tecnologicamente attrezzati tra cui il treno «Dia.man.te». I lavori su questa nuova tratta di complessivi 39,6 chilometri sono in avanzatissima fase e lo si può vedere bene sia percorrendo la Brebemi, sia viaggiando in treno sulla linea tradizionale verso Brescia. Dove la nuova linea Av, attraverso l’interconnessione di Brescia Ovest, si collega alla stazione ferroviaria di questa città che sarà, dopo Milano, il secondo polo lombardo del sistema ferroviario ad alta velocità delle Fs. Tra i dati ufficiali pubblicati da Rfi, la conferma che la nuova linea è attrezzata con il sistema «Ertms livello 2», un prodotto tecnologico italiano leader mondiale per la sicurezza della circolazione di treni che raggiungono i 300 chilometri orari. Su questa nuova linea Av non sono previste fermate in terra bergamasca perché i Frecciarossa da Milano faranno la prima sosta a Brescia. Non potrebbe essere altrimenti data la specifica tipologia di traffico. Le attese di miglioramento dei pendolari bergamaschi si legano però all’apertura di questa nuova linea perché dovrebbe liberare capacità su quella esistente e che serve la Bassa. Oggi sulla linea in funzione tra Milano e Brescia vi sono mediamente oltre 210 treni al giorno di cui 23 coppie a lunga percorrenza, 55 coppie del servizio regionale e oltre 60 treni merci. Con l’apertura della nuova linea Av, dal prossimo dicembre su quella storica ci sarebbero 5 coppie di treni della lunga percorrenza, 51 coppie di treni regionali e oltre 60 treni merci al giorno. Nel 2022, quindi tra 6 anni, sulla linea utilizzata dai pendolari ci potrebbero stare 75 coppie di treni regionali al posto delle attuali 51, quindi con un incremento del servizio pari al 50%. Dovuto al fatto che i treni della lunga percorrenza saranno tutti Frecciarossa e quindi in corsa sulla nuova linea ad alta velocità. Da Treviglio (ma non passando dalla stazione) a Milano anche le Frecce transiteranno sui 27 chilometri del quadruplicamento realizzato nel 2007. Binari che sono utilizzati anche da tutti i treni delle linee per Brescia, Verona e Cremona e delle due linee del Passante che fanno capolinea a Treviglio. Le attese sono tante, ma i binari tra Milano e Treviglio dovranno bastare per tutti.

L’Eco di Bergamo – 19.07.2016

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Pedemontana, cantieri a rischio stop

di Daniele Ferrazza

I cantieri della Superstrada Pedemontana Veneta sono a rischio stop. Ad ammetterlo – per la prima volta preoccupato – è lo stesso governatore del Veneto, Luca Zaia, che giovedì incontrerà a Roma il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio per cercare di sbloccare l’ operazione. «A livello nazionale sulla Pedemontana c’ è un impasse, inutile negarlo» spiega il presidente regionale, che rivolge al ministro un appello: «In Delrio il Veneto ha molta fiducia».
Il nodo sta nel piano finanziario presentato dal Consorzio Sis (controllato dall’ impresa piemontese Dogliani in società con gli spagnoli di Sacyr), che sarebbe ancora in attesa del via libera della Cassa Depositi e prestiti (e dunque del governo) al bond da 1,6 miliardi di euro (al tasso di remunerazione dell’ 8 per cento). Il risultato è che i cantieri della Pedemontana – realizzata finora al 30% – sono stati finora alimentati in prevalenza da fondi pubblici, quando invece avrebbero dovuto consumare risorse private, capaci di rientrare dall’ investimento grazie ai pedaggi della concessione.
Si spiega in questo modo la premura del Consorzio Sis per chiudere l’ emissione del bond internazionale, che però ha la necessità di un avallo pubblico da parte della Cassa Depositi e prestiti. Senza il quale i mercati potrebbero dimostrarsi «freddi» rispetto alla sottoscrizione del bond. Ecco perché Luca Zaia, preoccupato coma mai prima d’ ora, vuole incontrare Delrio: per convincerlo che, a questo punto, il via libera della Cassa Depositi e prestiti è indispensabile per il proseguimento dei lavori e per salvaguardare i circa millecinquecento posti di lavoro garantiti in questo momento dai cantieri. L’ alternativa è il blocco totale dei cantieri.
Sulla partita si gioca anche un altro scenario: quello di una forte pressione rivolta ai Dogliani a cedere l’ operazione – che vale 2,6 miliardi di euro – ad altre imprese. Impregilo e Astaldi, ad esempio, non hanno per niente gradito il recentissimo appalto conquistato dalla Sis-Sacyr per l’autostrada Roma Latina (2,8 miliardi e 50 anni di concessione), proprio a scapito dei signori delle costruzioni nazionali. Un cartello che avrebbe trovato nell’attendismo di Cassa Depositi e prestiti un inaspettato alleato. Che ora Zaia conta di sbloccare nell’ incontro con il ministro Delrio.
«Non si capisce cosa stia accadendo – spiega Zaia – rispetto al benestare per dare alla società che sta costruendo l’ opera, oggi la più grande in corso in Italia, bisogna trovare il modo di chiudere questo impasse, cercheremo di capirlo. Dietro ci sono aziende che avanzano soldi, cittadini che avanzano gli indennizzi per gli espropri, ma soprattutto – ha aggiunto – una grande opera che esiste sul territorio e che potrebbe essere completata per il 2018. Fermare la Pedemontana – ha concluso Zaia – sarebbe lasciare una ferita sul territorio e prima di riuscire a recuperarla passerebbero anni».
La sostenibilità dell’ operazione è legata anche ai flussi di traffico attesi (30 mila veicoli/giorno) dalla futura Pedemontana, e dalla «soluzione ibrida» (definizione della Corte dei conti) scelta per l’ infrastruttura: e cioè una superstrada a doppia corsia a pedaggio, con esenzione temporanea a scalare per i residenti di 70 comuni trevigiani e vicentini.
Ma per questo c’ è il salvagente regionale: 14 milioni di euro l’ anno, per una durata di trent’ anni, nel caso i flussi di traffico fossero inferiori.

La Nuova di Venezia – 19.07.2016

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Ferrovie: Trento-Malè, prolungamento fino a Mezzana

Sabato 23/7 l’inaugurazione, viaggi gratis su tutta la linea

Sabato 23 luglio Trentino trasporti e Trentino trasporti esercizio inaugureranno il prolungamento della linea ferroviaria Trento-Malè da Marilleva 900 a Mezzana, dove verrà aperta la nuova stazione ferroviaria. Durante l’intera giornata inaugurale si viaggerà gratis sull’intera linea ferroviaria.
Il nuovo tratto è lungo circa un km. Il progetto rientra in un contesto più ampio che riguarda la mobilità complessiva di Mezzana: è stata infatti realizzata una nuova bretella stradale, di circa un km, che costituirà il nuovo accesso a Marilleva 900 ed è stato realizzato un nuovo collegamento pedonale dal centro abitato alla stazione, con una passerella sul Noce. Infine, vicino alla ferrovia, è stata anche realizzata la nuova pista ciclabile.

Ansa – 19.07.2016

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Quadrante Europa a Verona investimento da 40 milioni

18 Luglio 2016

Potenziare l’hub in posizione strategica lungo l’asse nord-sud. Sei nuovi fasci di binari e banchine da mille metri pronti in tempo per il nuovo Brennero.

Quaranta milioni di euro da investire sul Quadrante Europa di Verona, per trasformare l’hub veneto nel principale distretto di scambio merci intermodale (gomma-ferro) sull’asse Mediterraneo Nord Europa. Questo è il piano elaborato dal Consorzio Zai, gestore della piattaforma scaligera, e da Rfi, per mettere su rotaia l’infrastruttura in orario con l’apertura, nel 2026, del tunnel di base del Brennero. Ci vorranno infatti dieci anni per potenziare l’hub con un fascio di sei binari e banchine da mille metri in grado di ospitare le operazioni di carico/scarico di treni lunghi secondo gli standard internazionali del traffico combinato. In cantiere c’è anche un nuovo terminal dedicato alla movimentazione di treni container in arrivo dai porti del Tirreno e dell’Adriatico, e un collegamento ferroviario con la linea ad alta velocità Brescia – Verona. È prevista inoltre un’area dedicata al settore automotive che sul territorio conta la presenza di un big come Volkswagen. Nel 2015 il Quadrante Europa, guidato da Matteo Gasparato, che è anche presidente di Uir, l’associazione degli interporti italiani, ha movimentato 15 mila treni equivalenti a 715.000 Teu, generando 9 milioni di fatturato e 2 di utile. «Oggi – spiega il presidente del Consorzio Zai- la sfida del trasporto merci deve rispondere a logiche di sistema concentrando in pochi grandi hub la raccolta e la spedizione delle merci». In Italia la rotaia vale appena il 6% del traffico merci, una quota molto lontana dai paletti fissati dall’Europa al 20% del totale. «Per la prima volta il legislatore ha messo in atto una riforma complessiva del sistema logistico: dai porti agli interporti al traffico merci su rotaia – dice Gasparato – è un’occasione da non perdere per creare quelle sinergie che possono davvero trasformare l’Italia in una grande piattaforma logistica del Mediterraneo». Il polo scaligero diventa attrattivo anche per nuovi insediamenti di grandi aziende. Nel 2015 al Quadrante Europa è stato inaugurato il centro logistico da 10.000 metri quadrati con magazzino refrigerato di Garden Frutta, per gestire la movimentazione di frutta esotica ed erbe aromatiche della società veneta. È in dirittura d’arrivo ci sono anche il centro logistico del colosso dei latticini Bayernland per la spedizione di prodotti lungo tutta la Penisola e il nuovo centro commerciale di Ikea.

La Repubblica/Affari e Finanza – 18.07.2016

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Grandi navi, ingorgo di progetti al ministero

15 Luglio 2016

di Raffaella Vittadello

Questione grandi navi, il progetto De Piccoli Duferco fa un balzo in avanti rispetto agli altri. La commissione regionale di valutazione d’impatto ambientale ha espresso parere positivo all’ipotesi di un terminal alla bocca di porto Lido-Cavallino lungo 940 metri e largo 34.

Il Venis Cruise 2.0 è ideato per ospitare cinque navi crociera di stazza superiore a 40.000 tonnellate, di cui tre in funzione homeport e due in transito. La Regione ha fornito alcune prescrizioni, che in questa fase non sono comunque vincolanti, e i cui approfondimenti sono già stati inviati a Roma, alla commissione Via nazionale, dove il progetto sta concludendo l’ istruttoria dopo un accurato sopralluogo che si è svolto nei mesi scorsi: in sostanza sono in fase di approfondimento le interazioni con il sistema Mose e si chiedono garanzie con il funzionamento delle paratoie. E anche altri monitoraggi per valutare lo stato di torbidità delle acque durante i lavori, che durerebbero circa 24 mesi, per un costo intorno ai 130 milioni di euro.
Ad oggi, dunque, il progetto Venis Cruise 2.0 è quello che risulta in fase più avanzata di valutazione al ministero dell’ Ambiente, e sta seguendo la procedura accelerata della Legge obiettivo. Una normativa però non più in vigore da quando è stato varato il nuovo codice degli appalti.
E proprio qui sta l’inghippo.
Perchè il progetto Tresse Nuovo, ora caldeggiato dal Porto e dal Comune di Venezia, secondo il ministero dell’Ambiente non può essere considerato come una variante rispetto al progetto del Canale Contorta. E quindi dovrebbe ripercorrere dall’inizio la strada della Commissione di Valutazione d’ impatto ambientale secondo la nuova normativa.
Tanto che l’Ambiente ha chiesto al ministero dello Sviluppo Economico come comportarsi nell’affrontare l’ argomento, senza ottenere ad oggi alcuna risposta. Ancora giacenti al ministero dell’ Ambiente ci sono il progetto dello scavo del Canale Contorta, che risulterebbe superato proprio dal Tresse Nuovo, e il progetto di avamporto sempre alle bocche di Porto del Lido prodotto da un pool di architetti dello Iuav e presentato dal Comune di Mira. E poi il progetto di Marghera presentato da Roberto d’Agostino, sul quale la Via nazionale si era già espressa in modo pesante con parecchie prescrizioni.
Si tratta di capire come usciranno i ministeri dall’impasse.
Ma la risposta definitiva potrebbe arrivare anche prima della conclusione della stagione crocieristica.

Il Gazzettino – 15.07.2016

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Alta velocità ai blocchi di partenza: si inaugura

13 Luglio 2016

Trasporti. Sarà il primo viaggio, ma l’attivazione ufficiale scatterà con l’orario invernale a dicembre.

di Patrik Pozzi

Il tratto Treviglio-Brescia della linea AV/AC (alta velocità/alta capacità) Milano-Venezia è pronto ad entrare in funzione e lunedì prossimo è previsto il suo primo viaggio di prova con le autorità e la stampa. Un viaggio che non significherà l’attivazione del tratto, lungo 58 chilometri, della linea ferroviaria che invece entrerà in funzione a dicembre, con l’introduzione dell’orario invernale. Un appuntamento che intende dimostrare che Cepav 2, il consorzio incaricato della costruzione della grande infrastruttura, ha ormai completato i lavori durati quattro anni, costati due miliardi di euro e conclusisi entro i termini previsti.

Le opere

Lavori che hanno comportato la realizzazione di sette viadotti, otto gallerie artificiali, sei cavalcaferrovia di linea e un cavalcavia stradale, trentatré sottovia, quarantasei chilometri di rilevato e 1,3 chilometri di trincee, 17,5 km di viabilità extra-linea, quattordici fabbricati per impianti tecnologici, 250 interferenze idrauliche, 174 interferenze con pubblici servizi comuni con l’autostrada Brebemi A35, il cui tracciato è parallelo, e 165 interferenze con pubblici servizi.

Il timore dei furti di rame

Qualche timore di ritardo era stato suscitato nei mesi scorsi dai continui furti di cavi di rame che hanno colpito il cantiere della grande infrastruttura durante la fase di installazione degli impianti elettrici per la elettrificazione della linea ferroviaria. Così alla fine non è stato: come detto, infatti, il 18 luglio il tratto Treviglio-Brescia della linea AV/AC Milano-Venezia sarà percorso da un treno ad alta velocità ( i cui posti saranno riservati ai rappresentanti delle istituzioni e al mondo dell’informazione). Dopo la sua attivazione a dicembre, per viaggiare da Milano a Brescia con i treni ad alta velocità si impiegheranno 31 minuti, con un risparmio di 15 minuti sull’attuale tempo di percorrenza.

L’Eco di Bergamo – 13.07.2016

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Tunnel, parte il cantiere di Fortezza

Sotto attraversamento dell’Isarco, durante lo scavo i terreni saranno congelati. Pfons-Brennero: lotto da 1,4 miliardi. Kompatscher: «Così superiamo i confini»

di Marika Damaggio

La sua presenza era attesa. Tuttavia Graziano Delrio ha depennato ogni impegno, consiglio dei ministri in primis. Lo scontro frontale fra due treni, ad Andria, ha inevitabilmente modificato l’agenda del ministro alle infrastrutture. A 950 chilometri di distanza, nel forte di Fortezza, il cordoglio dell’Alto Adige (ma non solo) ha reso omaggio alle vittime di quella che sarà consegnata a futura memoria come la più grande tragedia ferroviaria d’Italia. Una parentesi sentita, per poi formalizzare un altro grande passo nella costruzione della Galleria di base del Brennero. Dopo dieci mesi di progettazione, parte il delicato cantiere per la realizzazione del sottoattraversamento dell’Isarco, in località Pra di Sopra. Un lotto dal valore di 301 milioni che sfrutterà una particolare tecnica di congelamento dei terreni per tutelare la falda (ed evitare deviazioni onerose). E sempre ieri, il fronte austriaco di Bbt ha annunciato il pre-avviso europeo per il maxi lotto da Pfons a Brennero: 1,4 miliardi e il sigillo sull’avanzamento dell’intera opera che ha ormai affidato l’85% dei cantieri complessivi, come ha spiegato l’amministratore austriaco di Bbt, Konrad Bergmeister. Il cronoprogramma, da qui al 2026, procede a passi lunghi. L’esito, a detta del presidente Arno Kompatscher, è politico, non solo tecnico. «Oggi — ha detto—lavoriamo per superare confini e barriere».

L’infopoint nel forte

«Non è questione di primati», ha premesso l’amministratore delegato del versante italiano di Bbt, Raffaele Zurlo. In ogni caso la Galleria di base, con i suoi 55 chilometri da Fortezza a Innsbruck, toccherà i 64 chilometri complessivi, interconnettendosi con la circonvallazione ferroviaria già esistente di Innsbruck. Diventerà, quindi, il collegamento sotterraneo più lungo al mondo. Un’opera che, in ogni caso, non ha generato i terremoti che altrove complicano i cantieri. È caso della val di Susa, fuori di metafora. «Non possiamo pensare di attraversare le Alpi senza essere consapevoli che l’opera va gestita con la popolazione», ha spiegato Zurlo. Ecco perché, al forte di Fortezza, ieri è stato ufficialmente battezzato l’infopoint. Una sorta di congiunzione tra il cantiere e la popolazione, un’operazione di trasparenza e di chiarezza. «Mostreremo ogni tappa affinché il progetto sia condiviso», ha spiegato ancora Zurlo.

Un segnale all’Europa

Con il cantiere di Mules avviato verso la fase esecutiva, l’avanzamento della galleria si fa sempre più visibile. «Le basi sul piano tecnico e finanziario sono già gettate — ha ricordato Arno Kompatscher — si tratta ora di creare tutte le condizioni per poter trasferire nel 2026 fino al 50% del traffico merci, tra sud e nord dell’Europa, dalla strada alla ferrovia». Un traguardo ambizioso, per applicare il principio dell’intermodalità. Ma c’è dell’altro. Il valore non è solo Kompatscher ha enfatizzato l’accezione politica del tunnel: «Questa zona, Fortezza, ha conosciuto scenari di guerra e di frontiera, oggi lavoriamo per superare tali barriere, per collegare i popoli europei con la mobilità e, si spera, con la prospettiva politica di un vero processo di unificazione». Tant’è che Kompatscher ha ribadito un concetto: «Il progetto del Bbt è un segnale all’Europa; lasciateci continuare a lavorare con entusiasmo». «Così proietteremo la mobilità di tutta Europa verso il futuro», ha fatto eco il deputato Svp, Daniel Alfreider.

Tre miliardi dall’Italia

A certificare la valenza strategica dell’opera, c’è l’impegno finanziario del Paese, citato da Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete Ferroviaria italiana (Rfi): «Dei 4,4 miliardi di parte italiana, oltre 3 sono già coperti» ha detto, annunciando un nuovo protocollo d’intesa tra Germania, Italia e Austria per cementare la volontà d’investire nel corridoio Monaco-Verona. «Nel programma 2016 di Rfi — ha aggiunto — è prevista la copertura totale con 1,5 miliardi della tratta Fortezza-Ponte Gardena».

Galleria del Virgolo

Anche per il capoluogo ci sono buone notizie. Gentile, a margine dell’intensa giornata a Fortezza, ha annunciato l’impegno finanziario per la galleria del Virgolo. «Il commissario Gentile mi ha confermato che nel programma di Rfi è inserita anche la galleria del Virgolo — ha esultato Kompatscher — L’opera sarà fatta, un bel risultato per tutto il territorio».

Tecnica con azoto

A un chilometro dall’abitato di Fortezza, intanto, è partito il cantiere per la costruzione del sotto-attraversamento dell’Isarco. Dieci mesi di progettazione, affidati alla cordata appaltatrice (Salini-Impregilo, Strabag, Ccc, Collini) e l’imminente realizzazione di quattro gallerie (due principali e due di interconnessione). Il lotto da 301 milioni e 8 anni di lavoro, sfiderà le leggi della fisica. Per costruire il passante ferroviario sotto il letto del fiume — evitando di deviarne il corso — sarà utilizzata la tecnologia del congelamento dei terreni, sfruttando l’azoto liquido. «In questo modo — ha spiegato Michele Longo, manager di Impregilo— rispetteremo la falda».

Corriere del Trentino – 13.07.2016

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Fs rilancia sulle linee nei porti

12 Luglio 2016

L’obiettivo è favorire le sinergie intermodali tra le navi e i treni

di Raoul de Forcade

Il gruppo Fs sta puntando con decisione a migliorare l’accessibilità ai porti italiani via ferrovia. Muovendosi sulle linee dei corridoi Ten-T, indicati dall’Ue, e in armonia con il Piano nazionale della portualità e della logistica, concentrandosi anche sugli interventi sull’ultimo miglio, per sviluppare l’intermodalità nave-ferrovia in alcuni dei più importanti scali italiani. A sottolinearlo è Aldo Isi, direttore investimenti di Rfi (Rete ferroviaria italiana). «È fondamentale – afferma Isi – che i porti siano collegati in maniera efficiente alla rete ferroviaria. Sugli scali più importanti, cioè Genova (sul corridoio Reno-Alpi), La Spezia, Livorno e Taranto (corridoio Scandinavia-Mediterraneo) nonché Ravenna (corridoio Baltico-Adriatico) e Trieste (corridoi Baltico-Adriatico e Mediterraneo), si sta intervenendo sull’ultimo miglio di binari. Ovviamente si tratta di interventi coordinati con il ministero, nei quali si devono accordare gli investimenti di Fs e delle Autorità portuali».

Un caso emblematico, in questo senso, è La Spezia (si veda articolo sotto). Su Genova gli investimenti sono destinati al porto storico (potenziamento e allungamento 3750 metri dei binari) e al porto di Voltri (incremento del fascio merci esistente e successivamente allungamento a 750 metri). Si tratta complessivamente di 25 milioni finanziati dall’aggiornamento 2015 del Contratto di programma 2012-2016 tra Mit e Rfi. Su Livorno nel nuovo terminal Darsena, l’intervento prevede la realizzazione di 3 binari per l’arrivo e partenza e di un fascio di 3 binari tronchi lunghi circa 750 m che saranno serviti da gru transtainer. L’impegno è di circa 45 milioni: 10 a carico di Rfi e 33 della Regione Toscana. A Taranto sono previsti due interventi sinergici: potenziamento della stazione di Cagioni e di quella di Taranto, a servizio del terminal portuale. I binari arriveranno a 750 metri. L’investimento è di oltre 25 milioni. Sul versante Adriatico, a Ravenna, Rfi ha sviluppato, d’intesa con l’Autorità portuale e il Comune, una serie d’interventi per la stazione e per i collegamenti con le due sponde del canale Candiano. L’investimento è di 70 milioni, 10 dei quali finanziati dall’aggiornamento 2015 del Cdp 2012-2016. Infine, a Trieste è prevista la totale ristrutturazione della stazione Campo Marzio. I binari saranno allungati fino a 750 metri e saranno rivisitati i collegamenti con i moli. L’investimento stimato è di circa 50 milioni, sempre finanziato dall’aggiornamento 2015 del Cdp 2012-2016.

Sui corridoi, poi, prosegue Isi, «si sta intervenendo sia in termini di sagoma (larghezza e altezza, ndr), con l’obiettivo di poter trasportare i container high-cube (che lasciano spazio a un +15% di merce, ndr) o di caricare semirimorchi e utilizzare le autostrade viaggianti (per il trasporto di camion sui treni, ndr), sia in termini di modulo (lunghezza, ndr). Il che si traduce con binari più lunghi nelle stazioni di partenza». L’effetto dell’adeguamento della sagoma, chiarisce Isi, porterà a +1.800 chilometri di rete riclassificata per il trasporto di semirimorchi e autostrada viaggiante e +530 chilometri di rete classificata per il trasporto high-cube. Inoltre, con l’adeguamento del modulo, che consente di allestire treni da 650 e 750 metri (contro quelli da 400 e 500), l’incremento della capacità del treno sale «fino al +50%». Si prevedono +4mila chilometri di rete adeguati al modulo 750 metri e +400 chilometri al 650 metri.

Il Sole 24 Ore – 12.07.2016

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Nominato nuovo Cda aeroporto Bolzano

Dopo le dimissioni dell’intero board

Risalgono appena a ieri le dimissioni dell’intero board di Abd, la società di gestione dell’aeroporto di Bolzano. La giunta provinciale, quest’oggi, ha provveduto alla surroga con soli tre membri, il minimo consentito. Si tratta dei dipendenti della Provincia autonoma Dominik Holzer e Cristina Bernardi, assieme ad Astrid Kofler, commercialista.

Ansa – 12.07.2016

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Ferrovia Venosta sarà elettrificata

Spesa complessiva 66,5 milioni

Un treno ogni 30 minuti, convogli più capienti, collegamenti diretti con Bolzano. Sono questi i principali obiettivi che l’assessore alla mobilità Florian Mussner intende perseguire con il progetto di elettrificazione della linea ferroviaria della Val Venosta. Un altro importante passo in avanti in questo senso è stato compiuto con il via libera della Giunta provinciale allo stanziamento per i lavori che si dovranno svolgere nel periodo 2016-2019. Per questi quattro anni, il finanziamento sarà pari a 13,6 milioni di euro, 3,9 dei quali riguarderanno il 2016. Con questi fondi, la STA (Strutture Trasporto Alto Adige) potrà dare il via ai lavori più importanti, parte dei quali (quelli preparatori all’elettrificazione vera e propria) sono già iniziati.
Tra gli interventi principali spiccano la posa di 1.500 piloni dell’alta tensione, l’adeguamento dei binari e la realizzazione di alcuni sottopassi nei pressi delle stazioni per consentire il passaggio dei treni Flirt a sei vagoni, oltre ad una serie di adeguamenti tecnici ad incroci, segnaletica e sistema di alimentazione dei treni. La maggior parte dei fondi stanziati dalla Giunta verrà utilizzata per adeguare le infrastrutture tecniche e fare in modo che i convogli della Merano-Malles possano viaggiare con una trazione elettrica da 25 kilovolt e con un nuovo sistema di segnalamento che rispetta i più moderni standard europei.
Per l’elettrificazione dell’intera linea ferroviaria della Val Venosta la Provincia metterà a disposizione 66,5 milioni di euro, 17,9 dei quali sono già stati stanziati tra 2015 (4,3 milioni) e quadriennio 2016-2019 (13,6 milioni). “Si tratta di un progetto prioritario e irrinunciabile per lo sviluppo del trasporto locale su rotaia”, ha commentato l’assessore Florian Mussner, il quale ha aggiunto che “una volta entrata a regime la nuova linea, potranno circolare treni Flirt più capienti, con un cadenzamento di una corsa ogni trenta minuti, e con la possibilità di prevedere collegamenti diretti tra Malles e Bolzano. Si tratta di un’operazione che aprirà nuove e interessanti prospettive per la mobilità provinciale”.

Ansa – 12.07.2016

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