Tramonta il polo autostradale del Nordest

11 Maggio 2016

La spagnola Abertis rileva la maggioranza di Brescia-Padova e Valdastico: più difficile un accordo con Autovie Venete

di Elena del Giudice

Il vagheggiato, a volte, Polo autostradale del Nordest, pare destinato a fare la fine di altri progetti aggregativi. In Fvg, tanto per fare un esempio, la “banca” regionale, frutto delle aggregazioni delle Popolari prima e delle Casse di risparmio poi, di cui oggi non c’è traccia e le cui proprietà, ora, hanno cervello e cuore altrove.

A decretare il tramonto della “grande” società autostradale che da Trieste arrivava a Brescia, è l’annuncio dell’accordo sulla cessione della partecipazione di controllo della A4 Holding agli spagnoli della Abertis.

I soci di Reconsult-Famiglia Tabacchi, Gruppo Astaldi e Intesa Sanpaolo, hanno raggiunto con Abertis un accordo nel cui ambito è prevista la cessione delle partecipazioni che Intesa Sanpaolo detiene in Reconsult e Oldequiter, società titolari complessivamente del 51,4% del capitale sociale di A4 Holding.

Le principali attività di A4 Holding sono le autostrade A4 Brescia-Padova e A31. L’acquisizione prevede per Abertis il pagamento di un importo totale di 594 milioni di euro, che verrà corrisposto a gennaio 2023 (ad eccezione di 5 milioni di euro che saranno pagati alla chiusura dell’operazione, prevista nei prossimi mesi). Attualmente A4 Holding gestisce complessivamente 235 chilometri di autostrade nella regione Veneto.

L’accordo è subordinato, tra le altre condizioni, all’approvazione da parte del Governo italiano del prolungamento dell’autostrada A31 (progetto Connessione Nord), un piano di investimenti di importanza strategica per il Paese. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine di luglio 2016, subordinatamente, tra l’altro, all’ottenimento delle autorizzazioni previste e alla conferma dell’estensione della concessione al 2026.

A4 Holding gestisce il tratto a tre corsie per lato di marcia dell’autostrada A4 noto come “La Serenissima”, che collega le città di Brescia e di Padova attraverso 146 km. Si tratta della terza autostrada per volume di traffico in Italia, con un indice di Traffico giornaliero medio (Tgm) di 91.000 veicoli. L’autostrada A31 (Autostrada della Valdastico), che si estende per una lunghezza di 89 chilometri, può contare su un Tgm di 12.000 veicoli. Il contratto di concessione di entrambe le autostrade scade nel 2026, soggetto all’approvazione del prolungamento dell’A31.

L’accordo raggiunto include un piano completo di investimenti relativo all’autostrada A31, che implica la costruzione di una nuova autostrada che completerà la connessione della tratta già esistente con l’autostrada A22.

Come risultato, la A31 diventerà il percorso più breve e rapido tra l’Europa centrale e quella orientale, con un forte potenziale di attrarre volumi consistenti di traffico dall’Italia del nord verso la costa Adriatica. Il progetto è subordinato all’approvazione da parte del Cipe e la definizione del tracciato è nella fase finale di negoziazione tra le autorità locali della Provincia di Trento, la Regione Veneto e il Governo Italiano.

Con l’acquisizione delle due autostrade, il Gruppo Abertis fa il proprio ingresso nel settore autostradale italiano e incrementa la sua posizione come leader di settore a livello internazionale, con più di 8.500 chilometri di autostrade in gestione. Abertis conferma che questa operazione le consentirà di «costituire in Italia un trampolino per lo studio di nuovi possibili progetti». Sempre autostradali.

Il Messaggero Veneto – 11.05.2016

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Autostrade, la spagnola Abertis compra la maggioranza della A4 Brescia-Padova e della A31 per 594 milioni di euro

10 Maggio 2016

L’operazione, che verrà regolata nel gennaio del 2023 a parte un anticipo di 5 milioni da pagare “entro i prossimi mesi”, è subordinata al via libera del governo italiano sul prolungamento dell’A31

 

La spagnola Abertis entra nel mercato autostradale italiano assicurandosi il 51,4% di A4 Holding, che controlla le autostrade A4 nel tratto Brescia-Padova e la A31 Rovigo – Piovene Rocchette. La firma era già arrivata nell’agosto 2015, ma i dettagli dell’operazione sono stati resi noti solo il 10 maggio da un comunicato della società iberica. L’intesa raggiunta dal gruppo spagnolo con Intesa Sanpaolo, Astaldi e famiglia Tabacchi prevede che gli spagnoli paghino un totale di 594 milioni di euro per il 51% della società. La valutazione complessiva, quindi, si aggira su 1,2 miliardi di euro. L’operazione, che verrà regolata nel gennaio del 2023 a parte un anticipo di 5 milioni da pagare “entro i prossimi mesi”, è subordinata al via libera del governo italiano sul prolungamento dell’A31.

A4 Holding gestisce il tratto a tre corsie per lato di marcia dell’autostrada A4 noto come La Serenissima, che collega le città di Brescia e di Padova. Si tratta della terza autostrada per volume di traffico in Italia, con un indice di Traffico Giornaliero Medio di 91 mila veicoli. L’autostrada A31 (Autostrada della Valdastico), che si estende per una lunghezza di 89 chilometri, può contare su un traffico giornaliero medio di 12.000 veicoli, si divide in due tratte: la Vicenza-Piovene Rocchette di 36 chilometri e la Vicenza-Badia Polesine di 53 chilometri. Il contratto di concessione di entrambe le autostrade – A4 e A31 – scade nel 2026.

Con l’acquisizione delle due autostrade, il Gruppo Abertis fa, dunque, il proprio ingresso nel settore autostradale italiano e incrementa la sua posizione come leader di settore a livello internazionale, con più di 8.500 chilometri di autostrade in gestione. Dal punto di vista finanziario, l’acquisizione dei due asset consentirà ad Abertis di consolidare nel proprio bilancio circa 610 milioni di euro di ricavi e circa 200 milioni di euro di margine operativo lordo ogni anno.

Per gli spagnoli non è il primo tentativo di entrare in forze nel settore autostradale italiano. Nove anni fa era stata annunciata la fusione con la Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton. Il governo Prodi bloccò l’operazione: l’allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro si mise di traverso negando l’autorizzazione. Nel 2009, poi, dopo la scomparsa di Marcellino Gavio Abertis provò a conquistare la Sias Torino-Milano offrendo 1,3 miliardi. Senza successo.

Il Fatto Quotidiano – 10.05.2016

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Seehofer (Baviera) privilegia il porto di Trieste

5 Maggio 2016

Il porto di Trieste quale scalo privilegiato per la Baviera e un “modello Friuli Venezia Giulia” che, per dinamismo e innovazione, rappresenta il partner ideale con cui avviare una collaborazione nei campi dell’economia, della formazione, dei trasporti e della valorizzazione dei prodotti tipici.

Queste le parole del presidente della Baviera, Horst Seehofer, a commento dell’intesa siglata a Trieste che unisce il Land tedesco e la Regione Friuli Venezia Giulia. Il massimo esponente del governo bavarese ha inoltre dichiarato di essere rimasto particolarmente impressionato «dalla capacità di agire e dalla ricchezza di idee» che l’Amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia ha messo in campo nel corso degli incontri preparatori all’accordo.

Dal canto suo, la presidente Serracchiani ha voluto rimarcare come, in un contesto in cui il concetto di Europa sta attraversando un momento di difficoltà, gli stati e le regioni dell’Unione non si devono far fermare dalle crisi in atto. Ma la presidente ha voluto anche sottolineare come l’intesa di oggi non rappresenti una prima tappa iniziale, o un punto di arrivo, ma una sorta di road map, con l’auspicio che in futuro il rapporto di collaborazione possa estendersi anche ad altre aree tematiche.
Il presidente bavarese ha voluto porre anche l’accento su uno dei principi alla base dell’accordo: il poter imparare gli uni dagli altri. Ma quella sottoscritta a Trieste è anche un’intesa la cui concretezza dimostra la sua importanza nell’ottica di quello che potrà essere il futuro dei due territori, in quanto «la Baviera – ha detto il presidente Seehofer – è uno Stato esportatore e per questo deve individuare una partnership portuale che sia la più favorevole e, in questo senso, ogni altro scalo potrebbe finire in secondo piano rispetto a quello di Trieste».

Sempre sul tema dei trasporti la presidente Serracchiani ha ricordato la determinazione con la quale la Regione ha lavorato per la competitività del porto di Trieste, «al quale anche oggi è stato riconosciuto il suo ruolo strategico».

Un giudizio molto positivo è stato espresso al termine della visita compiuta nello scalo triestino dal presidente della Baviera con Serracchiani, accompagnati dal commissario del porto Zeno D’Agostino e presente anche l’assessore regionale alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro.

«L’impressione è fantastica, le dimensioni sono veramente incredibili e noto la perfezione che regna qui e l’impegno della presidente della Regione», ha osservato al termine Seehofer, che a bordo del “Delfino Verde” è stato ragguagliato dal commissario D’Agostino e da alcuni dei principali operatori portuali su caratteristiche e i vantaggi competitivi dello scalo.
La presidente della Regione ha evidenziato come si colgano ora i frutti del primo incontro tenutosi a Monaco un anno fa dal quale è scaturita la firma dell’intesa su trasporti, competitività e formazione siglata a Trieste tra il Friuli Venezia Giulia e la Baviera.
Durante la visita a Seehofer sono state illustrate in particolare le attività del porto che interessano la multimodalità, con specifico riferimento ai terminal dedicati ai traghetti turchi e al terminal contenitori. Il presidente del Land bavarese e la presidente della Regione hanno potuto osservare le movimentazioni in corso sulla banchina del Molo VII su una nave da 12 mila TEU. Il terminal contenitori, anch’esso a forte vocazione ferroviaria, è in procinto di essere ampliato per 200 metri in lunghezza e 400 in larghezza e punta, come ha spiegato il presidente di Trieste Marine Terminal, Fabrizio Zerbini, a conseguire l’obiettivo di 1,2 milioni di TEU.
Seehofer si è soffermato, infine, sull’illustrazione dell’attività del terminal Siot-Gruppo Tal, il cui oleodotto copre l’intero fabbisogno petrolifero del sud della Germania. «La Baviera inizia qui» ha riconosciuto il presidente, osservando che se il Land «mezzo secolo fa era ancora uno stato agricolo e nel frattempo siamo diventati una regione industriale, tutto questo è iniziato grazie alla pipeline che parte da Trieste».

Il Messaggero Marittimo – 05.05.2016

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Tunnel di base del Brennero, 1,5 miliardi per finanziare l’ultimo lotto

2 Maggio 2016

Via libera del Cipe alla fase conclusiva dei lavori. Alfreider (Svp): “E’ la prova che il governo non ha dubbi sul progetto”

Come l’anno scorso per l’Expo il premier Matteo Renzi ha scelto ancora una volta il primo maggio per “dare un segnale di speranza”. Quest’anno la speranza dovrebbe arrivare dal maxi stanziamento del Cipe dedicato al piano nazionale per la ricerca (2,5 miliardi di euro) e per la cultura (1 miliardo di euro), ma anche dal finanziamento dell’ultimo lotto di lavori (da 1,5 miliardi di euro) per la costruzione del Tunnel di base del Brennero.

Nel programma approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, infatti, c’è spazio anche per il Brennero, come spiega un messaggio diffuso su Twitter dal ministro Graziano Delrio.

“Un passo fondamentale – ha commentato il deputato Daniel Alfreider (Svp) – poiché in questo modo sono finanziati tutti i lotti di costruzione della galleria di base del Brennero. Da piú parti in questi anni hanno sostenuto, in modo pregiudiziale e infondato, che non saremmo stati in grado di raggiungere questo obiettivo ma la decisione odierna del governo dimostra che abbiamo nuovamente risposto con dei fatti concreti. Il governo guidato da Matteo Renzi e con il ministro Graziano Delrio – conclude Alfreider – non ha mai avuto alcun dubbio sul progetto Brennero e anche oggi ha dato un segnale importante per un’Europa più unita”.

In particolare dal Cipe è arrivato il finanziamento all’ultimo lotto della realizzazione del Tunnel di base del Brennero, con un importo di 1,5 miliardi di euro. Ora si attende la registrazione della delibera Cipe da parte della Corte dei Conti, dopodiché la società Bbt Se potrà indire la gara per la costruzione dell’ultimo lotto.

Corriere delle Alpi – 02.05.2016

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